Farsi conoscere come azienda su internet

Farsi conoscere come azienda

Semplice, devi aprire un sito web. Per farsi conoscere come azienda online hai bisogno di un punto di partenza, una base stabile impossibile da smentire. Quando inizi a definire una strategia di web marketing, il portale ufficiale appare come uno snodo intramontabile, anche di fronte alle moderne attività di digital advertising. Ma poi? Come continuare?

Questo è un punto decisivo per affrontare la condizione tipica di un’impresa: trovare mercati, raggiungere un pubblico nel quale potrebbero nascondersi nuovi clienti. Ma non è facile trovare la soluzione giusta per i propri equilibri. Farsi conoscere come azienda su internet non significa solo aumentare le visite, i fan di Facebook o i lead.

Proprio così, un aspetto importante è vendere di più con una singola azione di promozione online. Come può essere, ad esempio, la creazione di una campagna di advertising su Facebook o di email marketing con Mailchimp. Qui si tratta di andare oltre e conquistare un aspetto ancora più importanza: la conoscenza della marca attraverso il web.

Identifica sempre chi sei e quanto vali

Questo è un aspetto molto importante che precede ogni azione di web marketing. Chi vuole farsi conoscere come impresa su internet deve prima capire quali sono i punti di forza e le debolezze da tamponare e trasformare in leve positive. Al tempo stesso puoi dare uno sguardo alle minacce e alle possibili opportunità da sfruttare fino in fondo.

analisi swot
Schema da seguire per l’analisi – Fonte Wikipedia.

Sì, hai bisogno di un’analisi SWOT. Vale a dire una matrice capace di estrapolare i punti da mettere in evidenza e da migliorare. Questo è il primo passo per raggiungere una buona capacità comunicativa, una consapevolezza che ti consenta di impostare i pilastri della tua presenza online (ma anche offline). Un esempio su tutti: il payoff.

Vale a dire l’elemento chiave del copywriting persuasivo. In una singola tagline composta da poche parole devi far capire chi sei, cosa fai, perché le persone dovrebbero sceglierti. Questa è una promessa, una strada per legare il pubblico al tuo mondo. Vuoi fare in modo che le persone si ricordano del tuo nome? Devi dare un motivo per farlo.

Da leggere: come migliorare l’esperienza d’acquisto dopo la vendita

Crea un’identità omogenea e compatta

Il primo passo da muovere per farsi conoscere come azienda su internet: devi allineare la brand identity e fare in modo che ogni espressione dell’attività comunicativa si muova all’unisono sotto tutti i punti di vista, rispettando le dovute differenze. Pensa, ad esempio, all’uso dei colori nelle grafiche sui social e su ogni attività di web marketing.

Instagram Stories, copertina Facebook, colori del sito web e della newsletter: deve esserci un rimando alla tua identità. Questo però non può limitarsi all’uso dei colori giusti e alla presenza del logo. C’è un altro elemento da valutare.

Un passaggio che spesso si ignora nelle aziende che si presentano sul web. E quando viene usato si declina in modo errato: sto parlando del tone of voice. Vale a dire il registro della comunicazione che usi per creare una sinergia con il pubblico. Lo hai definito in base ai tuoi valori e all’identità? Mantienilo, seguilo, proponilo in ogni circostanza.

Posizionati pensando sempre alla qualità

Farsi conoscere su internet con l’advertising è un passo da valutare con grande attenzione: in un attimo raggiungi un bacino di utenti impressionante. Ovviamente se la creatività funziona, il target è studiato bene e il budget è adeguato. Ma se vuoi conquistare il pubblico sul web devi puntare sulla brand awareness attraverso i contenuti.

Non per forza quelli del blog aziendale, che con un lavoro di ottimizzazione SEO permettono di raggiungere un pubblico realmente interessato. Qui entra in gioco un’opera di inbound marketing capace di coinvolgere tutti gli elementi.

influencer marketing
I vari punti dell’inbound.

Guarda il grafico di Moz. Quali sono le possibili fonti di content marketing? Puoi lavorare su fronti differenti per quanto riguarda la scrittura, ma poi c’è l’influencer marketing e il public speaking. Vale a dire tutte le attività, che ti presentano davanti a una platea e ti consentono di raggiungere persone giuste. C’è anche un’altra voce da valutare: community.

Coltiva il tuo pubblico fedele nel tempo

Nulla può veicolare vantaggi come la presenza di una community reale, efficace, in grado di portare avanti il tuo nome con un passaggio genuino. In uno dei tanti eventi di web marketing ho avuto possibilità di ascoltare una frase importante: oggi il modo migliore per fare SEO è puntare sul brand. Un nome che può trovare grande vantaggi dalla fidelizzazione.

Ovvero l’ingrediente magico della community. Le persone devono ricordarsi di te e del tuo operato. Ma, soprattutto, è utile fare in modo che nasca una connessione rapida e immediata tra un valore e il tuo brand. Questo risultato si ottiene in modi differenti, ma anche fondando una community. Ad esempio un gruppo Facebook per rinforzare l’assistenza online o un account Twitter per condividere informazioni importanti e rispondere alle domande dei clienti.

Trovare la giusta notorietà su internet come impresa, brand, azienda o quant’altro non vuol dire solo aumentare le visite del blog, posizionarsi in chiave SEO con determinate landing page o farsi pubblicità su Google AdWords (ora Ads) e Facebook Advertising. Una delle realtà più convenienti e utili si ritrova nella tua capacità di farti ricordare.

Per fare questo non hai bisogno solo di budget ma anche di temperamento, attitudine all’interazione e al dialogo. Parla con le persone, assumi un social media manager professionale per fare ciò: l’epic fail è dietro l’angolo, basta una disattenzione o una parola fuori posto per ritrovarsi con una community in rivolta (e questo non è un bene).

Da leggere: quanto ti costa ogni nuovo cliente?

Bisogna farsi conoscere come azienda

Questo è un aspetto molto importante, per fare in modo non solo che le vendite aumentino con una buona azione di marketing legata all’advertising, ma che le persone conoscano grazie al web il tuo nome. E soprattutto i valori che caratterizzano il tuo servizio o prodotto. Questa è l’idea base, per applicarla hai bisogno di un servizio ben studiato. Vuoi creare la tua strategia di branding online?  → Contattaci

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Differenzia la tua azienda con la Value Proposition

Differenzia la tua azienda con la Value Proposition

Il concetto di customer value proposition (anche valore proposto al cliente o CVP) riguarda la capacità aziendale di comunicare il giusto peso di ciò che propone al destinatario. Nello specifico, è ciò che l’utente riconosce come utile e significativo nel momento in cui decide di acquistare un determinato prodotto o servizio.

Da questa definizione di value proposition si può (erroneamente) dedurre che bastino pochi dettagli per riuscire a migliorare le prestazioni del proprio progetto imprenditoriale. Devi solo fare in modo che si cambi la percezione della proposta. Sembra facile, vero? In realtà questo è uno dei passaggi più significativi per un brand.

Cos’è la value proposition aziendale

Con questo termine s’intende la promessa che l’azienda fa al cliente, che ha determinati bisogni e che ha necessità di un bene o un servizio per risolvere problemi e ottenere benefici. La value proposition giustifica il pagamento di un prezzo e ha come risultato finale la customer satisfaction, vale a dire la soddisfazione del cliente.

Un passaggio, che nelle fasi dell’inbound marketing viene incanalato verso lo step, che consente di deliziare le persone che entrano nel funnel. Un cliente soddisfatto non è il punto ultimo del processo ma un nuovo inizio. Scopriamo perché e, soprattutto, come differenziare la tua azienda con una promessa per la CVP (customer value proposition).

Perché la proposta di valore serve

Il concetto base, che si nasconde dietro la customer value proposition aziendale, è la necessità di far percepire all’utente cosa può fare un’azienda per le sue richieste. Chiaro, che a questo punto entrano in gioco meccanismi e modelli predefiniti, come la piramide dei bisogni di Maslow. Di cosa si tratta esattamente? Ecco uno schema.

piramide di maslow

Come puoi ben capire ci sono dei richiami di base, che non possono essere ignorati, e altri che riguardano la soddisfazione personale e realizzazione. I confini non sono così netti e si manifestano come delle divisioni porose, influenzabili.

Il bisogno di cibarsi si fonde con l’appartenenza a un determinato gruppo. Pensa, ad esempio, ai vegani e a chi ha determinate esigenze alimentari non legate alla salute ma a convinzioni e posizioni sociali. In queste dinamiche è importante capire come e perché soddisfare determinate esigenze. E come fare la promessa giusta.

Da leggere: commercio 2.0 e lead generation

Devi identificare il valore per il cliente

Chiaro, non puoi muoverti alla cieca. Se vuoi ottenere un buon risultato in termini di customer value proposition, devi fare in modo che ci sia una combinazione comunicativa – fatta di visual e copy – in grado di lasciare la promessa tanto attesa. Ma tutto questo nasce da una riflessione di base che affonda le radici nella unique selling proposition.

Vale a dire quell’elemento in più che solo una determinata azienda può dare al cliente per appagare un bisogno specifico. Per articolare i vari passaggi, che ti portano a individuare i cardini da sviluppare come valore, puoi usare uno strumento molto comune negli uffici delle agenzie di web marketing. Sto parlando dell’analisi SWOT, ecco lo schema.

analisi swot
Lo schema dell’analisi SWOT secondo Wikipedia.

Come puoi ben vedere ci sono quattro sezioni. Le prime due in alto sono relative ad aspetti interni che indicano punti di forza e debolezze. Poi ci sono opportunità e minacce in basso, sfumature che riguardano origini esterne.

Attraverso una riflessione e una capacità di catalogare i vari punti in queste aree, è possibile avere un quadro chiaro delle leve da sfruttare nel miglior modo conosciuto. Soprattutto se tutto questo viene interfacciato con un altro elemento molto caro agli esperti di web marketing e di promozione su internet. Sto parlando delle buyer personas.

Vale a dire schematizzazioni che sintetizzano rami di un pubblico con esigenze e domande. In sintesi: incrociando caratteristiche dell’azienda con richieste del pubblico si ottengono buoni risultati in termini di proposta di valore.

Sfruttare la customer value proposition

Qual è la strada principale per aumentare il valore percepito dall’azienda? In primo luogo devi creare la base di partenza, l’elemento che consente di ottenere tutti gli elementi comunicativi utili allo scopo. Vale a dire la qualità promessa.

customer value proposition evernote
Un esempio preso da Evernote.

Il primo metodo per lavorare sul tema è il copywriting. La comunicazione scritta è fondamentale per aumentare il valore che le persone percepiscono, per questo basta dare uno sguardo alle home page dei siti più curati per avere un’idea chiara del meccanismo: l’headline lascia subito una promessa. E apre le porte verso l’azione.

Il titolo seduce, il bottone porta sulla conversione. In mezzo c’è la customer value proposition, la proposta per chi deve acquistare. Per agevolare questo processo possono esserci altri elementi come immagini e video, ma anche le recensioni, che consentono di prendere coscienza di tutto ciò che riguarda ciò che è percepito da chi legge.

Per costruire un’idea di cosa può fare un prodotto o servizio per il singolo utente, puoi usare le opinioni del pubblico e lavorare su un tema molto noto: la riprova sociale. Io do valore a un prodotto o servizio, perché sono gli altri a veicolare la propria opinione che, ovviamente, viene presentata in modo persuasivo ed efficace per questo scopo.

Da leggere: come ottenere nuovi clienti con la lead generation

Tu lavori con la customer value proposition?

Spero di sì. Le aziende possono ottenere benefici da un lavoro costante su questo parametro della comunicazione che può dare grandi vantaggi a chi decide di aumentare non solo il valore dei beni e servizi, ma anche di far percepire questa capacità a chi non ha ancora avuto la fortuna di diventare cliente. Questo può essere un buon modo di aumentare la rubrica dei possibili contatti. Per migliorare il fatturato e tutto ciò che riguarda la buona salute dell’azienda.

Se vuoi approfondire questo tema o cerchi supporto per creare la tua Customer Value Proposition, contattaci senza impegno per conoscere i nostri servizi di formazione e consulenza.

Come sfruttare la logica ZMOT in azienda (e vendere di più)

zmot

Quando decidi di puntare sul web e di aumentare le vendite attraverso i canali del marketing digitale non puoi ignorare il concetto di ZMOT. Vale a dire Zero Moment Of Truth, una piccola rivoluzione nell’universo della promozione.

Perché chi si occupa di ecommerce, vuole aprire un negozio online o semplicemente desidera sfruttare le logiche del social web, deve tener presente un passaggio decisivo a mio avviso: oggi non si può ignorare il comportamento del pubblico. In realtà non dovevamo farlo neanche prima ma adesso gli strumenti a disposizione sono potenti.

Così influenti che possono cambiare le sorti di un’attività, o di un intero settore di beni e servizi. In che modo? La risposta arriva anche grazie al già citato ZMOT, il momento zero della verità. Di cosa si tratta? Perché è importante?

Da leggere: come applicare le fasi dell’inbound marketing

Cos’è il Zero Moment Of Truth: definizione

Con questo concetto (ZMOT) s’intende il passaggio da una fase iniziale di verifica in cui l’utente incontra il bene da acquistare a una di anticipo totale. In sintesi, prima il singolo scopriva l’oggetto sullo scaffale e lo provava, mentre oggi si aggiunge una fase precedente nella quale l’acquirente costruisce le sue convinzioni grazie alle informazioni online.

Questo è il Zero Moment Of Truth, uno snodo che deve essere inserito in un contesto più ampio rispetto a quello del negozio o del punto vendita. Gli stimoli che le persone subiscono sono ovunque grazie alla diffusione del social web.

Come nasce un momento zero della verità?

Il concetto di ZMOT sboccia dall’evoluzione del First Moment Of Truth, vale a dire una definizione pensata dalla Procter and Gamble nel 2005 per organizzare il processo di vendita, che vede come verifica di base l’approccio fisico tra chi compra e il prodotto. Ora, prima di tutto ciò, possono esserci degli step che precedono e consentono di farsi un’idea.

A questa conclusione arriva l’ebook pubblicato da Google, nella fattispecie da Jim Lecinski, per sottolineare che il paradigma è cambiato. Oggi le persone usano strumenti raffinati per bypassare la staticità di una vendita offline.

Importante: descrizione del momento ZMOT

Tutto questo, vale a dire la possibilità del singolo di raccogliere informazioni e attivare attraverso il web una prima verifica di ciò che vuole, che acquista importanza grazie alla capacità degli strumenti di trasformarsi in fonti credibili.

lo schema dello ZMOT
Ecco come si organizza il momento zero della verità.

Oggi la diffusione del mobile accentua queste dinamiche, perché consente di avere sempre a disposizione uno strumento capace di raggiungere fonti d’informazioni utili al bisogno di controllo. Ormai siamo abituati a voler controllare tutto, cerchiamo informazioni su ogni acquisto, verifichiamo recensioni e confrontiamo prezzi.

Se non ci basta tutto questo chiediamo all’azienda attraverso canali social, che impongono tempi minimi. Oggi è chiaro che un’attività che vuole vendere online non può permettersi incertezze: deve esserci sui social, ma non come semplice segnaposto. A questo punto la domanda è chiara: in che modo si adatta la strategia di web marketing?

Come usare il momento ZMOT per venere?

In realtà, il concetto è quello di prendere coscienza del fatto che le persone si creano un processo d’informazione individuale, raccolgono dati e usano strumenti diversi per confermare le proprie azioni. L’obiettivo fondamentale è quello di farsi trovare al momento giusto, con i contenuti adeguati alle esigenze di chi vuoi raggiungere.

zmot

Come puoi vedere dallo schema, il concetto di ZMOT non riguarda solo il social web: l’individuo riesce a creare una sintesi utile di notizie e informazioni, per prendere confidenza con il terreno. Prenderà una decisione e lo farà grazie a una serie di elementi, che anche tu puoi influenzare: ecco ciò che devi sapere per muoverti al meglio.

Presidia le serp di Google

Le persone fanno ricerche online per avere informazioni su cosa comprare, quali sono le caratteristiche del prodotto o servizio. Quindi tu devi esserci, e non con un sito web qualsiasi: ricorda che tutto ciò avviene prevalentemente da mobile. Quindi sarà tuo preciso dovere creare un portale in grado di performare al meglio su smartphone e tablet.

Ma non basta. Devi presidiare la serp anche con le query correlate, le ricerche commerciali di chi è interessato all’acquisto e chiede informazioni sul tuo conto. La reputazione online diventa fondamentale in questi casi perché devi fare in modo che le persone parlino bene del tuo prodotto o servizio. In questo caso diventa fondamentale lavorare su:

  • Siti web che pubblicano recensioni
  • Guest blogging su portali del settore
  • Pubblicazioni su riviste specializzate
  • Interviste per blog, giornali e magazine

In questo senso può essere utile pensare a un tipo di pubblicità, che spesso viene messa in disparte a favore di strategie più efficaci nel breve periodo: il native advertising. Vale a dire la pubblicazione, non per fini di link building, dei migliori contenuti possibili su portali autorevoli. Solo per diffondere il brand e farsi trovare nelle serp. Ma non basta questo.

Devi creare dei contenuti capaci di rispondere alle esigenze di chi cerca opinioni e confronti tra i vari prodotti. Questo, di solito, viene generato dalle conversazioni online, ma anche tu sul sito web puoi creare delle pagine con recensioni, rating dei tuoi servizi, interviste ai clienti soddisfatti. Insomma, anche il tuo lavoro di content marketing può essere usato al meglio.

Dai risposte immediate

Il concetto di ZMOT si caratterizza per la capacità di lavorare in tempi minimi. Le persone ti contattano e tu dai subito la risposta. Basta un attimo per avere ciò che serve all’acquisto, e le aziende che non intervengono in questo senso rischiano di perdere buone occasioni di vendita. Gli utenti si sono abituati alle dinamiche immediate dei social.

Per questo devi investire nel customer service. Al tempo stesso puoi far leva su automatismi e intelligenza artificiale, per sfruttare al massimo la velocità di esecuzione delle chat. Un esempio tipico è il chatbot Messenger. Con programmi e app come Chatfuel  puoi attivare dei funnel che rispondono alle esigenze del pubblico e lo veicolano verso le tue fonti.

Non è un lavoro semplice, o meglio: non lo è impostare in modo corretto queste app per creare chatbot semplici da attivare. Ma per ottenere buoni risultati, anche se non devi essere per forza un programmatore, è necessario gestire le risposte in modo strategico. In ogni caso è un passaggio chiave se vuoi sfruttare al massimo il concetto di Zero Moment Of Truth anche sui social network.

Da leggere: in che modo funziona un ecommerce

ZMOT: come adatti la strategia di marketing?

In questo articolo ti lascio una serie di indicazioni relative all’attività di web marketing, rispetto a ciò che riguarda il momento zero della verità. Vale a dire quello che ognuno di noi può costruirsi attraverso una buona ricerca su Google. O un’attività sui social network. L’idea base è semplice: devi esserci al momento giusto. Ma sarà facile da applicare? Se vuoi presidiare la SERP e gestire i social per creare il tuo ZMOT, contattaci per conoscere i nostri servizi.

Trovare nuovi clienti e mercati con il marketing internazionale

marketing internazionale

Hai un obiettivo, sacrosanto per un’azienda: aumentare il numero dei clienti. Poi magari preferisci lavorare su un funnel di vendita ben articolato, per trasformare i lead in prospect e selezionare i contatti che fanno comodo al progetto. In questo caso il marketing internazionale può diventare una risorsa preziosa e imprescindibile.

Ciò significa aprire il proprio progetto a dinamiche differenti,  molto più complesse rispetto a quelle che hai affrontato fino a questo momento. Trovare nuovi mercati è un passaggio essenziale per un’azienda; lavorare sul marketing internazionale può essere una soluzione. In che modo? Ecco una serie di passaggi da ricordare.

Lavora su una buona analisi SWOT

Questo è il punto di partenza per intraprendere qualsiasi passo in termini ampliamento del proprio mercato e raggio d’azione internazionale. Senza una buona ricerca degli elementi di forza e debolezza, insieme a opportunità e minacce, non puoi procedere. Il rischio è quello di muovere i tuoi passi senza la giusta consapevolezza, ignorando gli effetti e i risvolti.

analisi swot
Ecco un esempio di analisi SWOT – Fonte immagine

L’analisi SWOT, infatti, ti dà la possibilità di osservare in modo analitico chi sei, cosa fai e dove si trovano gli snodi cruciali da sviluppare, ma anche da tamponare e convertire, prima di intraprendere qualsiasi azione di internazionalizzazione della tua azienda. Solo così puoi muoverti bene per trovare clienti online su nuovi mercati.

Da leggere: come ottimizzare il posizionamento SEO

Analizza il mercato e la concorrenza

Per dare valore all’analisi SWOT, hai bisogno di una buona ricerca rivolta verso competitor e target di riferimento. Uno dei punti da sviluppare riguarda proprio la possibilità di osservare come si sviluppa l’esigenza del pubblico, quali sono i parametri relativi all’interesse degli investitori e dell’advertising. In sintesi, c’è mercato intorno a un argomento?

Prima di lanciare la propria attività in un settore devi avere il polso della situazione. Io inizierei con tre snodi: volume medio delle query relative al tema che vuoi affrontare, costo per click in dollari o euro relativo all’investimento necessario su Google AdWords (ora Ads), evoluzione delle necessità nel tempo. Come registrare questi dati così importanti?

Con Google Trends puoi recuperare quest’ultimo valore, la tendenza di un’urgenza espressa sul motore di ricerca. In seguito puoi acquistare un abbonamento per ottenere volumi mensili, ma anche il CPC, ovvero, quanto vale un click su un risultato sponsorizzato all’interno del circuito proposto da Mountain View per sponsorizzare i contenuti.

Attenzione alla differenza linguistica

La possibilità di consultare uno strumento avanzato deve essere subordinata alla circostanza di effettuare delle ricerche in lingua. In questo caso Semrush è una buona soluzione, dato che consente di ottenere i dati rispetto a diversi paesi. Ad esempio per quelli che hanno la stessa matrice linguistica, ma localizzazioni differenti; come avviene con UK, USA, Australia e i paesi sudamericani.

Semrush
Analisi delle ricerche con Semrush.

Ciò che cercano (e come lo cercano) gli americani è diverso dagli inglesi. In una ricerca preliminare, tutto questo deve emergere sempre con la massima chiarezza possibile.

Devi fare l’analisi del contesto culturale

Quello culturale è un problema che spesso viene sottovalutato, pensando che l’unico scoglio per raggiungere nuovi mercati sia quello della lingua, ma non è così, perché per ottenere buoni risultati e fare una buona attività di marketing internazionale, devi studiare il contesto culturale. Vale a dire quell’insieme di codici non scritti, che regola la vita quotidiana in un gruppo.

Un gruppo con valori condivisi, che può percepire la tua attività comunicativa come veritiera, efficace, inutile, pungente o magari offensiva. Dipende da mille fattori, e tu devi avere almeno una mappatura di base per capire cosa evitare e cosa promuovere. Senza dimenticare, che una buona soluzione potrebbe essere quella di avere un interprete madrelingua, capace di guidare traduzioni e impostazioni della comunicazione su terreni poco impegnativi.

Uno step intermedio che intercetta la traduzione dei testi: attenzione a come si organizza il testo nei siti web, perché i caratteri vengono inseriti da destra verso sinistra. Quindi la struttura della pagina web risente di questo elemento.

Adeguare il sito web alle necessità

In primo luogo, devi predisporre una strategia di marketing capace di adattarsi a questa nuova impostazione, per trovare clienti in settori geografici differenti da quello nazionale. Ciò significa aggiungere, togliere o modificare elementi.

Vale a dire ciò che è già stato fatto in precedenza in modo da accogliere nuovi strumenti, adatti alla promozione del brand a livello internazionale. Uno dei primi passi da promuovere è l’adeguamento del sito web in relazione a possibili:

  • Traduzione dei testi.
  • Ottimizzazione del codice.

Dalla prospettiva tecnica, ci sono dei passaggi importanti da effettuare per comunicare a Google la lingua della pagina. Questo con l’hreflang, un tag utile per far sì che a ogni ricerca geolocalizzata corrisponda la pagina giusta. La search engine optimization (SEO) è indispensabile per farsi trovare da persone interessate, e questo è un passaggio essenziale.

Crea delle campagne in linea con il pubblico

Una volta impostata la base di partenza, con il sito web e le relative landing page per far atterrare i possibili clienti, devi impostare delle attività per attirare lead verso queste risorse. Con la search engine optimization, ad esempio.

Ma non solo. Per ottenere dei risultati puoi iniziare a lavorare con campagne di social media marketing, come quelle che puoi impostare con Facebook Ads. Questo strumento è ideale per avere buoni frutti in termini di marketing.

Soprattutto dal punto di vista internazionale, perché hai tutti gli strumenti a disposizione per creare dei messaggi specifici, che poi andranno a intercettare un determinato tipo di pubblico. Non è forse questo il tuo obiettivo finale?

In questo caso può essere utile ricordare che esiste il pixel di tracciamento, una stringa di codice necessaria per raccogliere delle informazioni rispetto a chi visita il sito. Così è possibile targettizzare al meglio l’audience e fare in modo che il messaggio pubblicitario raggiunga le persone giuste. Sarà più semplice maturare dei risultati.

Per approfondire: cos’è una web agency, definizione

Marketing internazionale: hai esperienza?

Non è facile aprire la propria attività a nuovi mercati, soprattutto se questa rivoluzione riguarda paesi esteri, con i quali non condividi lingua e cultura. A volte basta un dettaglio non allineato alle buone pratiche del marketing internazionale, per commettere errori difficili da recuperare, oppure investire male le proprie risorse. Sei d’accordo?

Se vuoi maggiori informazioni su come trovare nuovi clienti in mercati esteri, contattaci per conoscere il nostro listino di consulenza.

Usa il digital marketing per sfruttare al massimo le fiere aziendali

fiere aziendali e digital marketing

La fusione tra fiere aziendali e digital marketing può regalare grandi risultati. Il motivo è semplice: puoi trovare l’equilibrio tra due forze, che possono dare buoni frutti alla tua realtà. Da un lato usi gli strumenti del web per amplificare la voce. Dall’altro, invece, accorci le distanze con i tuoi potenziali acquirenti. Questo non è un dettaglio da ignorare, anzi.

La diffusione della promozione digitale, tramite i CRM e i tool per fare email marketing, ti consentono di raggiungere un numero infinito di persone con singole azioni. Lo stesso vale per il blog aziendale e i social network: fai una sponsorizzazione, definisci il target e parla al tuo pubblico. Ma sempre con l’intermediazione del monitor e di internet.

La fiera aziendale rivoluziona tutto questo. O meglio, ti consente di ritornare a quelli che erano i primi strumenti di web marketing per intercettare possibili clienti e passare da lead a prospect. Insomma, qui c’è il primo inbound marketing, che puoi sempre sfruttare per ottenere maggiori risultati. Soprattutto se fondi queste attività con il web. In che modo?

Da leggere: come vendere con un funnel

Le fasi preliminari che anticipano la fiera

Già prima dell’evento, puoi ottenere dei vantaggi dalla fusione tra fiere aziendali e digital marketing. In che modo tutto questo si trasforma in realtà? Semplice, devi creare interesse e attesa intorno alla tua presenza rispetto a quest’evento.

Puoi sfruttare i canali social per avvisare il pubblico che tu ci sarai, che questa è l’occasione giusta per conoscersi di persona e stringersi la mano. A volte basta questo per instaurare rapporti duraturi e solidi. Ma se nessuno sa che ti trovi nella fiera, sarà difficile rintracciarti. A questo punto devi attivare tutti i tuoi canali per raggiungere i contatti.

Puoi usare la pagina Facebook o l’account Twitter. Magari la newsletter e un articolo sul blog aziendale. Se vuoi fare le cose in grande puoi lavorare con le Digital PR e pubblicare dei comunicati stampa su testate online, per mettere in primo piano la presenza in un determinato evento. Ma quali contenuti promuovere? Cosa devi comunicare?

Adegua il sito web e i canali social

Racconta quale sarà il tuo scopo, cosa hai preparato per la tua esposizione. Qui puoi lavorare sullo storytelling, sulla capacità di narrare attraverso testo, video e immagini il valore aggiunto dell’esistenza offline.

Questo passaggio è fondamentale perché consente al tuo network di adeguarsi all’evento. In che modo? Prepara una copertina di Facebook e uno slideshow in home page per ricordare al pubblico la partecipazione all’evento.

Tutto questo indicando luogo, data e ora dell’avvio. Come ottenere un buon prodotto? Per un lavoro semplice e poco impegnativo puoi sfruttare il sempre valido Canva.com . Questo tool offre delle basi già pronte da usare come preferisci.

Come raccontare online la tua presenza?

Il giorno è arrivato, sei in pubblica piazza. Unire fiere aziendali e digital marketing è importante in questa fase, perché il web ti dà tutti gli strumenti per ottenere il massimo. E creare un vero e proprio stream di contenuti.

Individua dei collaboratori in grado di aiutarti nel raccogliere contenuti capaci di rispecchiare ciò che succede nel corso dell’evento. Per ottenere dei flussi: ciò che puoi pubblicare durante l’appuntamento e quello che, invece, deve essere usato in un secondo momento. Vale a dire nelle attività di sintesi che puoi pubblicare su blog aziendale e altre realtà.

Come coinvolgere il pubblico online

Vuoi lavorare con la fusione tra fiere aziendali e digital marketing? Puoi operare sul visual storytelling dell’account Instagram e pagina Facebook pubblicando delle foto, descrivendo cosa succede nel corso della fiera e quali sono gli impegni del tuo stand. Ma soprattutto puoi creare delle attività per sfruttare i canali video live.

Senza dimenticare altre soluzioni. Penso a possibili interviste con fornitori e clienti che si avvicinano al bancone, ma puoi anche pensare a test o quiz. Magari a prove sul campo del prodotto con un piccolo riconoscimento a chi partecipa.

Post fiera: ora raccogli i contenuti online

Tutto finito, si ritorna alla normalità. Ma come puoi sfruttare ancora la fusione tra fiere aziendali e digital marketing? La risposta è semplice e si traduce con un’unica parola: content curation. Se hai lavorato bene, la quantità di materiale a disposizione è tanta. Perché hai dato compiti specifici ai tuoi collaboratori: ci sono foto, video, interviste, appunti.

Come sfruttare i contenuti dopo l’evento?

In primo luogo, puoi preparare un post da pubblicare sul blog aziendale e raccontare ai lettori la tua esperienza. Qui puoi usare tutti i codici comunicativi: c’è la narrazione testuale, ma anche quella delle immagini e dei video. Mi raccomando, lavora sui volti e metti in primo piano le persone che sono passate dal tuo stand e hanno apprezzato il tuo lavoro.

digital marketing online
Crea i tuoi contenuti per raccontare l’evento.

Lo stesso puoi fare con la newsletter e con i social, rispettando la natura di queste piattaforme. Nell’email puoi essere più dettagliato, mentre su Facebook o Instagram vanno bene le foto con una breve didascalia.

In questa fase, devi mettere a frutto il lavoro di raccolta contenuti per mostrare a chi ti segue che, dietro all’azienda, ci sono persone reali in carne e ossa. Non devi creare tante pubblicazioni, ne basta una per riepilogare cosa hai fatto durante l’evento e quali attività hai svolto insieme al pubblico. Ma tutto questo risulta inutile se con c’è il tuo impegno.

Da leggere: esempi di lead generation che funzionano

Fiere aziendali e digital marketing: opinioni?

Questi consigli, per fondere il mondo offline con il marketing digitale, hanno una condizione essenziale da rispettare: la qualità di base. Non puoi usare Facebook, blog e altri tool per spingere la tua attività in una fiera, se non hai la forza e la capacità di fare la differenza. Ok, hai deciso di partecipare all’evento. Ma poi? Cosa farai? Quale valore stai dando?

In sintesi, perché io dovrei interessarmi al tuo essere presente in un evento? La base di partenza è sempre la stessa, devi avere i contenuti. Poi arriva il benefit di una buona comunicazione online. Sei d’accordo con questo?

Se vuoi aiuto per massimizzare i risultati delle fiere, contattaci senza impegno per conoscere i nostri servizi.

Quanto ti costa ogni nuovo cliente? Calcola il costo di acquisizione!

costo acquisizione cliente

Sai come si ottimizzano i fatturati guadagnando di più? Lavorando in modo scientifico. Ecco perché il costo acquisizione cliente è un punto chiave della tua attività professionale. Sei un’azienda? Un libero professionista? Non c’è differenza, devi sempre capire qual è l’investimento necessario per raggiungere un determinato lead e trasformarlo in customer.

Devi prendere in considerazione una prima differenza: quella tra ricavi e guadagni. Il primo punto rappresenta ciò che puoi mettere nelle entrate, mentre il secondo è ciò che riesci a ottenere una volta tolte le spese. Ed è proprio qui che si annida la riflessione rispetto alla convenienza o meno di acquisire un cliente e portarlo nel tuo libro mastro.

Da leggere: come vendere con l’inbound marketing

Cos’è il costo acquisizione cliente: definizione

Con questo termine s’intende l’investimento necessario, per un’azienda o un libero professionista, a trovare nuovi customer per la propria attività. Attenzione, ho usato di proposito il termine “investimento” per far notare subito la prospettiva da accogliere. Non si tratta di spesa ma di strumento necessario per ottenere risultati. Detto in altre parole, non puoi trovare nuovi clienti senza investire denaro, risorse e/o tempo. Ma c’è una formula per calcolare un costo valido?

Come si calcola il tuo costo di acquisizione

Questo valore è importante, perché ti consente di valutare il ritorno degli investimenti (ROI, return of investment). Vale a dire, per usare parole semplici: nel momento in cui metto sul tavolo una certa cifra quanto mi ritorna?

Il passaggio è importante per definire una politica di prezzi, da adottare per le attività legate a una professionalità, la vendita di un prodotto o servizio, la creazione di una landing page specifica.

Anche un e-commerce manager deve calcolare il costo di acquisizione, per capire quale prezzo inserire nelle schede prodotto. Questo step, in definitiva, fa parte della vita imprenditoriale di diverse figure. Ma qual è la formula per trovare il parametro? Tutto si basa su un concetto imprescindibile: devi aumentare i guadagni e ottimizzare le spese.

Formula del CAC

Per definire il CAC (Costo Acquisizione Clienti) basta seguire quest’operazione semplice e immediata: costi totali di vendita per un certo periodo, compresi quelli relativi alla gestione delle risorse umane e marketing, diviso il numero nuovi clienti acquisiti. Per essere ancora più precisi la formula è questa: costi/CA. Ecco i parametri.

  • CA: numero dei clienti acquisiti.
  • Costi divisi in:
    • Marketing campain cost
    • Stipendi team di vendita
    • Costi delle attrezzature
    • Consulenze per ottimizzare
    • Costi per eventi, visite e fiere

Chiaramente l’obiettivo è quello di abbassare il più possibile il CAC. E questo avviene attraverso il miglioramento dei vari passaggi. In primo luogo puoi puntare sulla fidelizzazione: un contatto entusiasta del tuo prodotto o servizio acquista di nuovo e fa da ambassador. Diventa un evangelista del tuo brand. Ma ci sono altre riflessioni da portare a termine per ottimizzare al meglio il tuo costo acquisizione clienti. Iniziamo dal concetto di selezione.

Lo step chiave: non puoi accogliere tutti

Esatto, l’idea di poter essere un punto d’arrivo per ogni persona, che pensa di far affidamento sui tuoi servizi o beni, è impossibile da seguire. Perché tu investi denaro, tempo e risorse per riuscire a trovare clienti. Ma devi fare in modo che le tue azioni siano rivolte verso dei potenziali lead, convenienti al tuo business. I due parametri:

  • Quantitativo.
  • Qualitativo.

Per ottimizzare il costo acquisizioni clienti, devi comprendere l’importanza del principio di Pareto: l’80% dei tuoi ricavi arriva dal 20% dei contatti. Ciò significa che – in linea di massima – conviene avere pochi nomi che pagano bene. Anche questa strategia ha i suoi limiti, è chiaro, ma i vantaggi non sono indifferenti:

  • Lavori solo con persone selezionate e disposte a spendere.
  • Non devi investire tempo per attività e pratiche ridondanti.

Tipo fatturazione, support e account cliente. Tutti passaggi indispensabili per mantenere i rapporti con l’altra parte, ma che si ripetono per ogni contatto. Se ne hai pochi che pagano bene tutto si risolve. D’altro canto per raggiungere quest’obiettivo non basta volerlo: devi puntare su un funnel marketing attento. E su un bene inestimabile.

Il ruolo del marketing nel costo acquisizione

Il concetto chiave del meccanismo è chiaro: non puoi essere al servizio di tutti, conviene puntare verso quelli che riescono a ottimizzare il tuo costo acquisizione clienti. Ma per raggiungere i contatti che preferisci, devi valutare una serie di attività. Se, ad esempio, punti sul Facebook Advertising per intercettare nuovi lead e prospect, devi creare un target personalizzato interessante e valido. Bypassando la pubblicità che spara sul mucchio.

Altra situazione: un funnel di vendita. Anche in questa situazione, è fondamentale generare delle buyer personas per capire chi contattare, come raggiungerlo, quali contenuti forgiare per ottenere l’attenzione. Insomma, i buoni clienti si raggiungono quando c’è un buon piano di marketing alle spalle. Soprattutto per quanto riguarda il lavoro sul brand.

costo acquisizione cliente
Trovare un buon costo acquisizione cliente.

Per mia esperienza personale posso dire che questo è uno degli elementi centrali nel rapporto di acquisizione di lead e prospect. Se le persone vedono in te, nel tuo nome, un professionista o azienda affermata e competente, tutto diventa più semplice.

E puoi ambire ai clienti che preferisci, puntando sugli altospendenti. Ma attenzione: questo non vuol dire abbassare i costi di acquisizione. Perché il lavoro di brand building e awareness ha comunque un prezzo e un impegno da sostenere.

Il segreto per ottimizzare: test, test, test

Ecco un punto che non può essere messo in discussione. Se vuoi ottenere risultati migliori in termini di ottimizzazione del costo acquisizione clienti, non puoi pensare di raggiungere il risultato finale in un attimo. Alla base c’è una mentalità fondata sulla verifica, il confronto tra quello che hai ottenuto e il risultato che puoi raggiungere nel tempo.

Pensare di poter raggiungere il risultato ideale al primo colpo è assurdo, così come può essere la possibilità di cambiare prezzo senza un confronto chiaro e una riflessione basata sui numeri. Insomma, hai un bel lavoro da svolgere.

Per approfondire: come applicare le fasi dell’inbound marketing

Come ottimizzare i costi di acquisizione clienti

Ecco un parametro che devi calcolare con cura. Perché monetizzare la propria attività come professionista, freelance o azienda vuol dire scoprire tutte le sfumature per riuscire a ottenere il massimo dal proprio impegno. Riuscendo a portare clienti vantaggiosi senza inutili investimenti. Tu come hai ottimizzato questo rapporto?

Se vuoi sviluppare anche tu un Sistema di Acquisizione Clienti per la tua azienda, che abbassi il costo di acquisizione, contattaci senza impegno per conoscere i nostri servizi di Qualified Lead Generation.

MailChimp Guida all’uso in italiano

Guida gratuita Mailchimp

MailChimp, cos’è e come funziona.

MailChimp è un software di raccolta e gestione di email particolarmente indicato per l’invio di newsletter e campagne di email marketing. Questa App risulta particolarmente comoda per la sua semplicità e per l’integrazione costante alle più famose piattaforme come Facebook e WordPress.  E’ completamente online ed è sufficiente registrarsi sul sito www.mailchimp.com fornendo i tuoi dati  (tieni presente che MailChimp è un programma serio e a norma GDPR, non è pensato per fare lo Spam, per questo motivo vuole avere anche l’indirizzo della tua attività e sapere da dove derivano i contatti che inserisci). Questo tool è FREE fino a 2.000 indirizzi registrati e 12.000 mail mensili; in caso di volumi maggiori si può passare in qualsiasi momento ad un profilo a canone oppure a consumo. Se comincerai ad usarlo noterai che molte delle newsletter che ricevi oggi sono inviate tramite questo sistema. Oggi, è probabilmente quello con il miglior rapporto qualità/semplicità/prezzo. Come tutti i software ha i suoi pro ed i suoi contro, ad esempio non c’è grande gestibilità per gli automatismi un po’ più complessi; ma per chi vuole gestire comodamente le proprie newsletter e mail marketing, creando email graficamente ben impostate, differenziando le campagne e ottenendo statistiche dettagliate, è l’applicazione perfetta. Se vuoi saperne di più leggi il nostro articolo sull’email marketing con Mailchimp.

Perchè usare un sistema di gestione delle mail?

Avere un elenco nutrito di contatti profilati su cui poter fare attività di marketing è uno degli obiettivi principali dell’attività web. Se questo processo è automatizzato nella raccolta, nella suddivisione dei nominativi in diversi gruppi e nell’invio ad ogni gruppo di un’email dedicata, puoi ottenere ottimi risultati con poco sforzo. Inviare e-mail periodiche ad un elenco selezionato di utenti è una strategia utilissima per fidelizzare i clienti facendo customer care, cross selling e up selling; inoltre permette di fare nurturing (formazione) sulla clientela potenziale. Se vuoi capire come usare Mailchimp ed avere qualche suggerimento per sfruttarlo al meglio:

ISCRIVITI: Voglio la guida MailChimp 2019

E’ stimato che con l’email marketing i ritorno sugli investimenti è di 40$ per 1$ speso (ovviamente la spesa prevede analisi, costruzione della strategia e preparazione tecnica)

fonte activecampaign.com

Il modo migliore per usare MailChimp ed ottenere risultati è quello di inserire solo “contatti generati in modo organico”; vale a dire persone che si sono iscritte spontaneamente alle nostre newsletter o con cui siamo già entrati in contatto, per cui è giustificabile avere il loro indirizzo email.

Ricordati che:

  • inviare messaggi di posta elettronica non richiesti ad indirizzi email privati, anche se aziendali, è un infrazione della normativa della privacy
  • avere campagne email con alti tassi di disiscrizione, rimbalzo o, peggio, segnalazione di spam potrebbero causare il blocco dell’account
  • il tasso di apertura di email sconosciute è del 2/5% contro una media del 15/16%

Per ottenere contatti in modo organico puoi:

  • sfruttare il tuo sito, fornendo contenuti di valore in cambio della registrazione
  • utilizzare le Ads della Facebook Lead Generation
  • inserire il form di registrazione in tutti i tuoi canali online
  • chiedere l’email di persona ad eventi e fiere (magari facendo firmare il consenso all’iscrizione)

Se proprio non mastichi l’inglese, trovi l’elenco dei principali comandi di MailChimp tradotti in italiano: Traduzione dei principali comandi di MailChimp in italiano

L’email marketing è uno strumento molto potente se si segue una giusta strategia. Noi utilizziamo quella della LEAD GENERATION, se vuoi saperne di più leggi il nostro articolo: La Lead Generation in Italia

Richiedi qui la Guida MailChimp 2019:


MailChimp, email marketing e GDPR

A partire dal 25 maggio 2018 è in vigore il GDPR (general data protection regulation), che cambia anche la gestione dei dati personali raccolti e gestiti tramite il web. MailChimp, come altri sistemi di gestione automatizzata delle comunicazioni, rientrano nella tipologia di gestione regolamentata nel GDPR (non importa che tu sia una grande azienda o un privato).

In questo articolo spieghiamo come gestire la raccolta e l’utilizzo dei dati personali (email, nome, telefono, ecc.) per l’effettuazione di campagne newsletter ed email marketing per la Lead Generation.

  • GDPR prevede l’accettazione esplicita per ogni utilizzo

    In passato era sufficiente che una persona si registrasse alle tue newsletter, magari con già la casella di accettazione della Privacy già spuntata.Oggi il GDPR richiede che l’utente accetti esplicitamente ogni possibile utilizzo (trattamento) che tu poi vorrai fare dei dati forniti. Non è più possibile:
    prevedere accettazione tacita con possibilità di rifiuto
    pre-confermare le opzioni (la classica casella già spuntata)
    richiedere un unico consenso per tutte le finalità di trattamento
    ignorare gli utenti iscritti prima del 25 maggio 2018 che non hanno ancora fornito il consenso esplicito

    Qui trovi la Guida all’applicazione del GDPR redatta dal garante per la privacy

    gdpr privacy lead generation email marketing dati personali normativa europea

    Come adeguare il form di registrazione al GDPR

    Per cominciare, se l’intento del tuo form è quello di ottenere i contatti per inviare successive newsletter, devi specificarlo subito in fase di registrazione. Ancora oggi ci sono molti siti dove viene richiesto l’indirizzo email per ottenere un certo contenuto, ma non è scritto da nessuna parte che si verrà inseriti all’interno di un sistema di newsletter.

    La conferma dell’utente DOUBLE OPTIN di MailChimp sarebbe già sufficiente per confermare la volontà di essere iscritto alle tue newsletter. Ti consigliamo di specificare comunque nella mail di conferma registrazione, i contenuti, i formati e magari anche la frequenza massima di invio (es. riceverai dalle 2 alle 4 mail mensili). In questo modo, confermando l’iscrizione, l’utente confermerà anche la modalità di effettuazione del trattamento.

    Ricordati che devi dare la possibilità all’utente di decidere per quale tipologia di trattamento fornire il consenso. Ad esempio se un domani vorrai utilizzare le email per fare advertising su Facebook, non potrai farlo se non avrai precedentemente ottenuto il consenso.

    Sempre per fare un esempio, se in fase di registrazione alle tue newsletter tu richiedi anche il numero di telefono che pensi poi di usare per fare teleselling o altra attività promozionale, devi chiedere espressamente il consenso alle “attività di marketing telefonico”.

    Il regolamento europeo sulla privacy prevede l’accessibilità e la cancellazione

    Il GDPR prevede che l’utente possa liberamente accedere ai suoi dati che sono in tuo possesso in qualsiasi momento, con la possibilità di cambiare idea sul consenso accordato.Significa che oltre alla semplice cancellazione dai nostri database, dobbiamo garantirgli in ogni momento di poter variare le finalità e modalità per cui i suoi dati verranno utilizzati.

    Per questo utilizzare un sistema di gestione delle email come MailChimp o un CRM come Hubspot ti consente di far accedere l’utente al suo pannello di gestione tramite il web.

    Adeguamento di MailChimp alla normativa sulla privacy GDPR

    MailChimp, come tutti gli altri software di gestione dell’email marketing, si è adeguato al GDPR inserendo un apposita voce nel form di registrazione. Per attivare questa voce:

    seleziona LISTS e poi la lista che vuoi mettere a norma, seleziona SETTINGS, LIST NAME AND DEFAULTS e spunta la voce ENABLE GDPR FIELDS.

    Così facendo troverai sul fondo del form di registrazione (LISTS→SIGNUP FORMS→FORM BUILDER) un’area dedicata alle MARKETING PERMISSIONS. Potrai modificare il testo a tuo piacimento ed inserire tutte le tipologie di trattamento che prevedi di effettuare.

    Ti consigliamo di aggiungere anche quelle che prevedi di effettuare in futuro.

    Il General Data Protection Regulation prevede che sia spiegato l’utilizzo e la gestione di ogni tipologia di trattamento effettuato. Per questo ti consigliamo di inserire in tutte le tue email anche un link alle condizioni generali della privacy sul tuo sito (cosa che in teoria dovresti già avere).

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    Come utilizzare i dati personali rispettando le finalità del trattamento

    Raccogliere l’autorizzazione ad un certo tipo di trattamento o finalità, è solo il primo punto da rispettare per una gestione email a norma di GDPR. Una volta ottenute le autorizzazioni tramite il form di registrazione, dovrai provvedere a creare dei segmenti di utenti, suddivisi per tipologia e finalità di trattamento. Non potrai più utilizzare indistintamente tutti i dati per fare ogni tipologia di comunicazione commerciale o informativa.

    Ci sono due modi per fare questa segmentazione:

    1. creare un apposito segmento della lista che si aggiorni automaticamente con i nuovi iscritti (lista→CREATE A SEGMENT→impostare i parametri creati per il GDPR→SAVE A SEGMENT→ dai un nome al segmento e verifica che sia spuntata la voce AUTO-UPDATE per l’aggiornamento automatico del segmento)
    2. Durante la creazione di ogni singola campagna nella sezione TO → EDIT RECIPIENTS, creare l’apposito segmento seguendo la classificazione dei dati per il GDPR

    mailchimp campagna email marketing lead generation gdpr privacy

    Cosa fare con gli utenti che si sono iscritti prima?

    Per tutti i tuoi utenti che si sono iscritti alle tue newsletter prima dell’entrata in vigore del GDPR, non hai molte possibilità: o hai già ottenuto il consenso esplicito e dimostrabile, per l’invio di newsletter, oppure devi richiederlo a tutti quanti.

    Dovrai quindi inviare delle apposite campagne per richiedere il consenso al trattamento specifico. Dovrai comunque inviare le tue newsletter solo a quelli per cui puoi dimostrare di aver ottenuto il consenso.

    L’utente che si senta leso per un utilizzo improprio e non consentito dei propri dati, potrà rivolgersi al Garante della Privacy o persino al giudice del tribunale della zona dove risiede il titolare del trattamento dei dati. In capo a quest’ultimo l’onere di dimostrare di aver adottato tutte le misure idonee per evitare il danno o l’illecito (vuol dire che se non puoi dimostrarlo devi risponderne).

    Se hai un’attività commerciale e sei solito inviare email promozionali e newsletter dovrai chiedere un nuovo consenso agli utenti già iscritti. Il mondo del commercio ha visto cambiare radicalmente in questi anni le abitudini dei consumatori (anche in tema di utilizzo dei dati personali). Se vuoi approfondire l’argomento puoi leggere il nostro articolo sul commercio 2.0 e la lead generation.

    Se usi un CRM? Hubspot ti aiuta

    Avere i dati personali all’interno di un software CRM (customer relationship management) per la gestione dei clienti e delle attività commerciali collegate (email, messaggi, telefonate, ecc.) è consentito solo per quei trattamenti che sono stati esplicitamente accettati dall’utente.

    Se si tratta di dati dei tuoi clienti sei autorizzato al trattamento per il “legittimo interesse”, cioè quello legato alla gestione e miglioramento del rapporto cliente-fornitore. Se però intendi usare gli stessi dati per fare attività di marketing diretto ed indiretto, d’informazione o altre finalità, dovrai chiedere espressamente ed in modo inequivocabile il loro consenso (anche se lo hai già fatto in passato).

    Se invece vuoi inserire nel tuo CRM dati di potenziali clienti e contatti con cui non hai già un rapporto avviato, dovrai chiedere il loro consenso, consentendo loro di poterlo visualizzare e variare in qualsiasi momento.

    Hubspot, uno dei CRM online più conosciuti, sta approntando tutta una serie di modifiche per agevolarti nel raccogliere e gestire i dati, rispettando quanto previsto dal GDPR.

    Se hai bisogno di supporto o consulenza per la gestione del tuo email marketing, per metterlo a norma con il GDPR o vuoi avere maggiori informazioni su Hubspot, contattaci senza aspettare.

Se vuoi approfondire il discorso GDPR ti consigliamo di scaricare il Vademecum marketing e privacy  disponibile nel sito del garante della privacy

Lead Generation cos’è, come funziona e che significato ha per la tua azienda

lead generation cos'è significato

Molti ne parlano, ma tanti si chiedono: Lead Generation cos’è? Qual è il suo significato? In questo articolo introduciamo il significato di  sistema di generazione contatti e acquisizione clienti.

Il motivo per cui si apre di un sito web, un e-commerce, una pagina Facebook o qualsiasi altra presenza su internet solitamente è:

  1. aumentare le vendite
  2. avere richieste di preventivo più interessanti
  3. approcciare un nuovo mercato

 

Cos’è un lead

Se ti stai chiedendo cosa sia  un Lead, ecco la definizione per  Riccardo Esposito, esperto di marketing web:

Il lead è un contatto, un nome utile per la tua attività che lascia l’email (o comunque un riferimento) utile per essere ricontattato.

Con il termine “lead” si individua il nuovo contatto, che entra a far parte del nostro elenco di potenziali clienti. In teoria questo non è ancora un cliente, ma una specie di “spettatore interessato” a quello che dici. In pratica la Lead Generation mira generare nuovi contatti di potenziali clienti per la tua azienda attraverso un percorso di selezione e fidelizzazione, basato principalmente sui contenuti.

L’acquisizione del Lead è fondamentale per iniziare quel procedimento che trasformerà il contatto in cliente acquisito.


Se vuoi cominciare a capire come sviluppare la strategia di LEAD GENERATION  leggi questo articolo e scarica e la nostra guida introduttiva.

Lead Generation cos’è: significato

Wikipedia che definisce la lead generation come:

“un’azione di marketing che consente di generare una lista di possibili clienti interessati ai prodotti o servizi offerti da un’azienda”

e aggiunge:

“Se ieri poteva bastare il passa parola oggi esiste la Lead Generation. In particolare è possibile generare visite targhetizzate da più canali pubblicitari, dirigendole in pagine appositamente create (landing page), il cui scopo è incentivare l’utente a lasciare i propri dati per essere contattato in un secondo momento. Gli strumenti utilizzati per generare visite altamente profilate sono: i motori di ricerca, i social network, mailing list, blog e forum. Qualsiasi azione di webmarketing deve essere orientata all’acquisizione del Lead ossia del contatto.” Leggi la definizione completa di Wikipedia

In pratica significa riuscire ad attirare l’attenzione del tuo cliente target e accompagnarlo durante un percorso che lo porti ad entrare in contatto con te (puoi semplicemente raccogliere un indirizzo email, fino ad arrivare ad una completa e strutturata richiesta di preventivo).

Nella nostra guida “i 7 passi per ottenere più contatti” spieghiamo le fasi significative per un corretto progetto di LEAD GENERATION

 

Per capire meglio cos’è la generazione di Lead, come funziona in Italia, leggi l’articolo cliccando sull’immagine.

lead generation cos'è significato italia

Lead Generation il significato che ha per noi

Quando progettiamo una strategia non abbiamo solo lo scopo di “creare una lista di possibili clienti interessati”; tutto quanto viene studiato per raggiungere gli obiettivi economici del committente che investe in questa attività.

Il significato di LEAD GENERATION per noi è: “creare vero valore per l’azienda che comunica sul web”.

Questo comporta una certa profondità di analisi per l’identificazione chiara degli obiettivi e del target di clienti con cui si vuole entrare in contatto. Non può essere un’attività improvvisata, che non abbia alla base una solida strategia elaborata sui dati (e non sulle sensazioni), a meno che tu non voglia buttare soldi e tempo. Puoi riuscire ad attrarre molte visite ed ottenere parecchi contatti. Ma quando tenti di monetizzarli, sono più quelli che ti fanno perdere tempo che quelli che diventano tuoi clienti.

Come fare Lead Generation

Come già detto sopra questa attività è prima di tutto strategia. Una strategia sensata si basa sempre su dati che vanno rilevati con strumenti e metodi professionali.
Poi deve essere commisurata alle capacità economiche e gestionali dell’azienda, perché altrimenti il progetto rischierebbe di naufragare durante la strada.

Ogni attività ha le sue peculiarità, quindi la sua strategia personalizzata. Ci sono però dei punti da rispettare comuni praticamente ad ogni tipo di progetto di Lead Generation.

Scaricando la nostra guida “ i 7 passi per ottenere più contatti” potrai iniziare a capire come strutturare la tua strategia.

Cosa fare con un Lead?

L’acquisizione di contatti sul web non è un’attività fine a se stessa. Non siamo collezionisti di nomi, il cui interesse è avere più nomi possibile. Lo scopo è iniziare un processo (funnel), che trasformi il contatto interessato in un potenziale cliente, interessato ad acquistare il tuo prodotto o servizio (prospect); per poi finalizzare la vendita. Questo avviene tramite il Lead Nurturing.

In questa fase strumenti di diffusione dei contenuti, come ad esempio l’email marketing, sono molto importanti per trasformare un Lead in un cliente soddisfatto.

Se vuoi capire meglio cos’è un Lead e quanto può valere per la tua azienda guarda questi 5 esempi di Lead Generation.

Lead generation Agency: il sistema di acquisizione

Il sistema che elaboriamo, per la tua azienda è “target oriented”. Questo vuol dire che l’obiettivo non è semplicemente l’aumento della visibilità, delle visite o dei contatti; lo scopo della strategia è portarti sempre più contatti di tipo targettizzato, cioè generare i clienti che vorresti.

La quantità di contatti generati di per sé non porta necessariamente un aumento delle vendite e del fatturato; però richiederà un maggior impiego di tempo per poterli gestire. Infatti la teoria della Lead Generation va adattata anche al nostro mercato (leggi come funziona la Lead Generation in Italia)

Il nostro SISTEMA ha portato grandi benefici ai nostri clienti che hanno visto aumentare le vendite ed il fatturato.

Se sei interessato ad un incontro per approfondire il senso del nostro progetto di LEAD GENERATION non esitare a contattarci.

 

 

Come aggiungere il form di registrazione MailChimp su Facebook

In questo articolo spieghiamo perchè ti è utile integrare MailChimp con la tua pagina Facebook e come farlo.

Perchè collegare MailChimp a Facebook

Se hai deciso di utilizzare un software per la gestione dell’email marketing, vale la pena di sfruttare tutti i canali comunicativi da te che usi attualmente per comunicare con la tua audience. Così facendo la sfida della raccolta contatti sarà più semplice. Il social più diffuso in Italia è Facebook, per tale motivo molte attività hanno aperto una pagina aziendale o professionale; quindi dai la possibilità a tutti i tuoi follower di registrarsi alle tue newsletter sulle diverse piattaforme in cui leggono i tuoi contenuti.

Cosa fare su MailChimp

La prima operazione la devi fare su MailChimp andando sul menù in alto a destra che riporta il nome del tuo account e scegliendo “Profile”. Successivamente seleziona “Integrations”, “Facebook” e collegati con “Log In” (ovviamente devi disporre di un profilo personale Facebook con cui gestisci la pagina dell’attività). Se gestisci più pagine scegli quella in cui vuoi inserire il form “Page to use” e la lista a cui collegarsi “List to use”. Lascia selezionata la voce “Use signup form tab” su “Yes”. Puoi scegliere se nella Tab di Facebook (le voci a sinistra della pagina aziendale) deve apparire il form di registrazione di MailChimp, “My List’s Theme(default)”, o quello neutro di Facebook, “Facebook-esque”. Scegli poi che nome dare alla Tab di Facebook, “Tab label”. Confermate il tutto con “Save”.

mailchimp su facebook

Cosa fare su Facebook

Andando sulla pagina Facebook della tua attività vedrai che nelle schede sotto all’immagine di profilo e nome della pagina, si sarà aggiunta la Tab di MailChimp con il nome che le hai dato nelle operazioni precedenti. Per cambiare l’ordine delle tab è sufficiente che tu selezioni “Gestisci tab” e le riposizioni come preferisci. Per eliminare la Tab creata, perchè magari hai sbagliato qualcosa o non vuoi che venga visualizzata è sufficiente che tu vada sul menu “Impostazioni” della tua pagina, selezioni nel menù a sinistra “Applicazioni” e clicchi sulla “x” per rimuoverla. Sempre da qui puoi modificare il nome della tab, “Modifica impostazioni”, oppure ottenere il link alla tab Facebook da condividere “Collega a questa scheda” (ad esempio se vuoi utilizzare il pulsante di azione in cima alla pagina Facebook)

mailchimp-su-facebook

Se stai valutando la possibilità di fare email marketing, noi ti consigliamo di provare questa piattaforma semplice ed intuitiva. Anche se è disponibile solo in lingua inglese non ti devi preoccupare, perchè puoi scaricare la nostra Guida all’uso di MailChimp in Italiano e trovare tutta una serie di utili articoli sull’uso di questo tool nella categoria Email marketing con Mailchimp sul nostro blog.

Se hai bisogno di supporto o di una consulenza, contattaci pure senza impegno e valuta il nostro servizio di MailChimp Experts.

Come collegare la lista tramite l’applicazione Mailchimp su facebook