È ufficiale: approvato il bando e-commerce Lombardia 2020

E-commerce ormai indiscusso protagonista dell’incontro domanda – offerta. Una consapevolezza sempre più consolidata anche tra i vertici governativi lombardi, sensibili alla crescita del settore e impegnati nel dare concreto aiuto concreto alle aziende del territorio.

Bando e-commerce 2020. Un nuovo sostegno alle piccole e medie imprese lombarde

La Giunta di Regione Lombardia ha approvato il Bando e-commerce 2020: Nuovi mercati per le imprese lombarde. Un’opportunità a sostegno di piccole e medie imprese lombarde intenzionate a sviluppare la propria presenza sul mercato tramite una piattaforma di vendite online che guardi sia all’Italia che all’Europa.

Approfondisci: Bando e-commerce 2020, informazioni e modulo per la domanda

L’incentivo copre le spese sia per l’utilizzo di piattaforme cross border e marketplace come Amazon e eBay, sia per strumenti e-commerce di proprietà (siti web e app mobile).

Bando e-commerce 2020 Lombardia: importi e scadenze

Il bando prevede un contributo a fondo perduto che copre il 70% delle spese ammesse e sostenute.

Contributo massimo: € 10.000
Investimento minimo: € 4.000

Ogni azienda può inviare la propria candidatura una sola volta.

Le domande devono essere presentate esclusivamente in modalità telematica con firma digitale attraverso il sito http://webtelemaco.infocamere.it entro le ore 12:00 dell’11 settembre 2020.

Per l’invio telematico bisogna essere registrati ai servizi di consultazione e invio pratiche di Telemaco secondo quanto indicato sul sito www.registroimprese.it. La registrazione è da effettuarsi almeno 48 ore prima della chiusura della domanda di contributo.

Quali le spese ammesse al Bando e-commerce 2020?

Come riportato nell’allegato C, le spese per le quali è possibile usufruire dei benefici previsti dal bando sono:

  1. Accesso ai servizi di vendita online su canali prescelti;
  2. Analisi di fattibilità del progetto;
  3. Organizzazione di interventi specifici di formazione del personale;
  4. Acquisizione e utilizzo di forme di smart payment;
  5. Realizzazione di una strategia di comunicazione, informazione e promozione per il canale export digitale;
  6. Progettazione, sviluppo e/o manutenzione di sistemi e-commerce proprietari (siti e/o app mobile);
  7. Progettazione, sviluppo e/o manutenzione di piattaforme di AR Business commerce;
  8. Sostegno al posizionamento dell’offerta sui canali commerciali digitali prescelti verso i mercati esteri selezionati;
  9. Automatizzazione delle operazioni di trasferimento, aggiornamento e gestione degli articoli da e verso il web (API – Application Programming Interface);
  10. Raccordo tra le funzionalità operative del canale digitale di vendita prescelto e i propri sistemi CRM;
  11. Protezione e/o registrazione dei marchi e/o degli articoli compresi nel portafoglio prodotti nei mercati di destinazione prescelti;
  12. Campagna digital marketing e attività di promozione sui canali digitali.

È il momento giusto per investire nel tuo e-commerce!

Eri in attesa del momento giusto per creare un e-commerce che funziona? Approfitta del nuovo incentivo!

Il nostro e-commerce manager è in grado di supportarti in tutte le fasi promozionali, dalle pratiche burocratiche di accesso al bando alla parte operativa e strategica per crescere in visibilità e vendere con profitto.

I servizi e-commerce di Publidesign comprendono:

  • Consulenza fiscale e valutazione dei requisiti di accesso al bando e-commerce 2020 Lombardia;
  • Progettazione e/o implementazione siti e-commerce (WooCommerce, Magento, Prestashop…) e app mobile;
  • Iscrizione e affiliazione con i principali marketplace di vendite online – Amazon, eBay, ePrice… – comprensive di gestione catalogo prodotti, caricamento schede, stesura testi e descrizioni, indicizzazione parole chiave, creazione store ufficiali, coordinamento della logistica;
  • Registrazione marchi;
  • Gestione integrata dei social media più adatti al tuo business;
  • Implementazione e ottimizzazione campagne sponsorizzate;
  • Integrazione del sito e-commerce e del marketplace con il tuo software di fatturazione;
  • Analisi e valutazione periodiche dei risultati raggiunti.

Collaboriamo con un’azienda specializzata in bandi di gara e concorso per offrirti informazioni certe e attente analisi preliminari dei requisiti. In questo modo non avrai sorprese e potremo concentrarci insieme sullo sviluppo vincente della tua vetrina online.

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Come ampliare il tuo business e la Lead generation

Aumentare il proprio business

Aumentare il proprio business. Questo è uno degli imperativi che caratterizza ogni entità imprenditoriale. Aziende, liberi professionisti, organizzazioni, associazioni: c’è sempre bisogno di fare un salto in avanti. Motivo?

Crescere, aumentare i profitti, guadagnare di più e dare maggiori opportunità alle persone che condividono il tuo obiettivo. Ogni azienda ha come scopo la crescita e deve puntare verso il miglioramento dello status. Ma aumentare il business d’impresa non è semplice, in parte presenta anche dei rischi. Qual è la direzione giusta?

Come procedere per far crescere gli utili aziendali e portare avanti un corso di miglioramento con idee virtuose? L’idea di partenza prevede basi solide, per questo si inizia sempre con l’analisi dei punti chiave della promozione.

Da leggere: esempi virtuosi di inbound marketing

Inizia sempre da una buona analisi SWOT

Impossibile ignorare questa necessità. Per aumentare il proprio business bisogna prendere coscienza di ciò che ti circonda. E delle tue capacità, debolezze, espressioni che possono diventare strutturali. L’analisi SWOT diventa il punto di partenza per le attività che vogliono aumentare il fatturato. Qui puoi capire quali sono i punti di:

  • Forza.
  • Debolezza.
  • Opportunità.
  • Minacce.

Uno schema chiaro, una matrice divisa in quattro aree, consente di elencare i passaggi per fare in modo che ci sia una chiarezza fondante. E si possano mettere in atto delle azioni capaci di trasformare debolezze in vantaggi, sfruttare al massimo le opportunità e tamponare le minacce fino a farle diventare delle leve favorevoli.

analisi swot
Schema SWOT.

Come puoi notare dal grafico in alto preso da Wikipedia, il processo comprende dei fattori interni ed esterni. Che, quindi, puoi influenzare direttamente o meno. Al tempo stesso ci sono riquadri che contemplano elementi utili per raggiungere il risultato e altri che tendono a frenare il percorso. E che devi piegare alle tue necessità.

Analisi del contesto e del target

Insieme alla matrice SWOT, puoi operare anche sul target da raggiungere con questo tentativo di aumentare il tuo business aziendale. Così puoi avere un ampliamento e adeguamento del documento, che sintetizza le buyer personas, vale a dire il “pubblico idealtipico” che dovrebbe rappresentare i tuoi potenziali acquirenti.

Quest’evoluzione è indispensabile per adeguare il lavoro di promozione e, in generale, migliorare l’intero funnel di vendita, che magari avevi già ottimizzato. Vendere di più con l’inbound marketing è possibile solo se ti adegui al contesto.

Incrementare il raggio d’affari vuol dire intercettare nuovi segmenti di mercato, capire come raggiungere un numero superiore di utenti o se soddisfare delle necessità diverse del pubblico. Magari prendendo spunto da una metodologia, che caratterizza anche grandi aziende come McDonald’s e che si divide in tre aree operative:

  • Fidelizzare i clienti già acquisiti.
  • Recuperare quelli che hai perso.
  • Trasformare l’occasionale in fisso.

Per fare questo devi conoscere il tuo target. Ma anche approfondire lo studio della concorrenza. Una buona analisi di benchmark può essere decisiva per capire come i competitor hanno affrontato un determinato settore e cosa offrono.

Analisi del contesto e del target
Hai iniziato l’analisi della tua realtà aziendale?

Il passaggio elencato serve a capire come puoi superare ciò che gli altri hanno già fatto. Magari affrontando la concorrenza con una prospettiva che si svincola dallo scontro frontale. L’approccio in questione si trova nel libro Oceano Blu.

Questo criterio – illustrato nel testo del 2005 scritto da W. Chan Kim e Renée Mauborgne – può essere sintetizzata così: inutile nuotare in un mare di concorrenti preparati, soprattutto se sono più agguerriti di te per affrontare un mercato molto competitivo. Cerca un settore (nicchia) per i tuoi clienti nel quale sei l’unico a offrire un servizio.

“Per fare breccia nei confronti della maggioranza occorre puntare a raggiungere non il vasto mercato, bensì una nicchia.” – Seth Godin

Modifica e definisci il tuo marketing mix

Per aumentare il proprio business è utile lavorare sull’analisi SWOT, per capire chi sei e come puoi limitare le minacce e gli aspetti negativi. Al tempo stesso devi modificare il tuo marketing mix: vale a dire l’insieme degli elementi controllabili che un’azienda usa per raggiungere gli obiettivi. In cosa consiste questa schematizzazione aziendale?

  • Product: prodotto.
  • Price: prezzo.
  • Place: distribuzione.
  • Promotion: promozione.

Sono le 4P del marketing e in una fase di rivalutazione del tuo giro d’affari – con tentativo di ampliare il possibile ventaglio di offerte e clienti – devi rimettere in discussione l’equilibrio che hai trovato in precedenza. Senza dimenticare l’ultima fase di questo percorso, probabilmente la più importante per gestire una prospettiva aziendale a lungo termine.

Misura, migliora e preparati a cambiare tutto

In una fase di ampliamento del business, devi prendere in considerazione la necessità di misurare con attenzione certosina le azioni che metti in pratica per raggiungere il tuo obiettivo. Questo per capire se funziona effettivamente ciò che hai deciso di attivare per fare il passo in avanti. Perché procedere alla cieca vuol dire dirigersi verso un fallimento.

Questo significa individuare dei KPI (key performance indicator) capaci di sintetizzare il successo ottenuto da determinate strategie di web marketing (SEO, social media, lead generation) studiate per accompagnare il processo. Non dimenticare la fase successiva: migliorare ciò che hai fatto con i dati sotto mano. Senza improvvisare.

Quali sono gli strumenti da valutare per aumentare le vendite? Puoi creare un sistema di lead generation capace di guidare il contatto verso un percorso di marketing automation, o magari aprire un blog aziendale per intercettare possibili query informative. Che poi dovrebbero portare i clienti verso le landing page. Questo può ritenersi valido ma deve essere testato, monitorato e misurato. Solo così puoi attivare un meccanismo utile per il tuo nuovo corso di vendita.

Da leggere: cosa fa un consulente di web marketing

Aumentare il proprio business: Qualificazione dei contatti

Non è facile lavorare su questo fronte. Molti credono che sia sufficiente implementare i prodotti in catalogo o i servizi offerti per ampliare il giro di affari e acquisire nuovi clienti. In realtà non funziona così: prima di aumentare il proprio business hai bisogno di analisi, studio del target e della concorrenza, flessibilità. Vuoi raccogliere tutti i dati disponibili ed avere una fotografia chiara di come fare a far crescere il tuo business?

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Marketing faccia di Gomma: un successo la prima edizione del Franciacorta Industrial Marketing 2019 di Publidesign.it dedicato alle imprese del settore Gomma e Plastica

Overbooking evitato solo grazie all’accurata selezione effettuata a monte da parte degli organizzatori e livello di attenzione ed interazione dei partecipanti superiore a ogni più rosea attesa: queste le caratteristiche che segnano il successo della prima edizione del Franciacorta Industrial Marketing 2019, giornata di formazione rivolta alle aziende del settore gomma e plastica svoltasi lo scorso 19 settembre 2019 e ideata dagli esperti di Publidesign.it. Il seminario, supportato da partner altamente qualificati dello sviluppo d’impresa, era strutturato come esperienza immersiva nei nuovi strumenti messi a disposizione dell’industria contemporanea dal Marketing 4.0, pane quotidiano del team Publidesign.it capitanato dal CEO e Project Manager Giuseppe Maremonti.

Proprio a lui era affidata l’apertura dei lavori, ospitati nella Casa Vetrina MORE di via Tito Speri a Corte Franca, nel Bresciano: «Con questo workshop abbiamo voluto azzardare una sfida – spiega – ovvero coinvolgere i rappresentanti di un settore produttivo storicamente radicato nel nostro territorio in un momento formativo su tecniche promozionali poco frequentate dal comparto e apparentemente distanti da esso. Abbiamo finito per scoprire che innovazione, crescita e pianificazione del futuro dell’impresa non possono prescindere da precise strategie che il marketing offre anche, forse soprattutto, alle piccole e medie imprese che intendano rendersi competitive, controllare il proprio segmento di mercato e il proprio posizionamento anche reputazionale nel contesto globale da protagoniste. Beh, sfida vinta».

Giuseppe Maremonti – Titolare e Project Manager di Publidesign.it

Per Gomma e Plastica, tra l’altro, il ragionamento vale più che per altri settori: «La diffusione di una pregiudizio culturale verso la materia trattata, percepita come pericolosa – spiega Maremonti – sta generando difficoltà per il comparto. Spesso inconsapevolmente, tuttavia, l’azienda ha già in sé gli ‘anticorpi’ per contrastare questa tendenza e riconquistare porzioni di mercato tradizionale in arretramento, ma anche e soprattutto aprirsi a nuovi orizzonti di domanda grazie alle proprie attività di studio e ricerca o all’attenzione a nuovi materiali e alla sostenibilità dei cicli produttivi. Tutto questo fermento è una parte di lavoro che va veicolato nel modo corretto, ottimizzando i metodi di acquisizione della clientela appropriata per poi controllare i flussi attraverso proiezioni, statistiche e casi di studio di quanti hanno giù adottato con successo questo approccio. Sono queste le cose che abbiamo insegnato a chi ha avuto la curiosità e la spinta ad investire nell’esplorazione di nuovi orizzonti affacciati su un inedito ma possibile futuro per gomma, plastica ed elastomeri in genere. Un futuro tutto da riraccontare, riprogettare, ricostruire».

Ed eccoli, dunque, gli argomenti passati in rassegna davanti alla platea di decisori aziendali aperti e sensibili alla riformulazione concettuale dei loro prodotti di cui la sensibilità contemporanea necessita. Innanzitutto l’Inbound Marketing, vale a dire la capacità di attrazione di contatti non ‘a strascico’ ma in maniera mirata. Trasferire informazioni utili ai propri potenziali clienti con naturalezza e spontaneità è la base per iniziare a costruire quel processo di fidelizzazione in grado poi di generare mercato divenendone interlocutori autorevoli.

Dibattito acceso, poi, sull’amletico dubbio: CRM sì o no? Beh: sì. Chi utilizza un sistema di Customer Relationship Management (CRM appunto) effettua un investimento, è vero, ma il ritorno in termini di soddisfazione della clientela, velocizzazione delle procedure e abbattimento dei margini di errore ed incertezza da cui deriva il fatturato aziendale (vendita, trattative, progetti in corso…) è talmente elevato da far pendere la bilancia costi/benefici decisamente a favore di questi ultimi, soprattutto laddove il CRM sia integrato con software gestionali come il Polimeric software ERP, per rimanere nell’universo Gomma cui è specificamente dedicato.

«Le aziende che utilizzano il Marketing CRM massimizzano gli esiti dell’attività legata ai flussi commerciali», attesta Maremonti. «Da ricerche condotte su un campione di aziende B2B – ricostruisce – emerge che paradossalmente solo il 35% del tempo lavorativo di un reparto commerciale è dedicato squisitamente alla vendita. Un paradosso, no? Abbiamo tentato di superarlo con la nostra riflessione collettiva sul Marketing le cui azioni e il cui impatto prestazionale sono misurabili e valutabili volta per volta, a patto che vengano gestite e impostate con lo stesso approccio ideale impiegato nei reparti produttivi».

Ma siccome non di solo Marketing vive il processo d’impresa, il percorso formativo messo a punto da Publidesign.it col Franciacorta Industrial Marketing 2019 è presto sceso sul campo dell’operatività. E’ stato il fondatore di Puntoexe e ideatore del MetodoPraxi – imprenditore, speaker e podcaster – Francesco Smorgoni a parlare proprio del metodo da lui messo a punto per le aziende che desiderino organizzare al meglio le proprie risorse sia umane che produttive. Come individuare e rimuovere i cosiddetti ‘colli di bottiglia’ organizzativi che talvolta ostacolano la crescita di un’azienda? In questa sessione di lavori è stata fornita la risposta.

Dall’organizzazione al prodotto, sipario aperto sui controlli di qualità. Luca Savarino (Sales Application Engineer di GOM Italia Soluzioni Metrologiche di precisione industriale 3D per l’industria) ha illustrato i vantaggi della metrologia 3D in questo tipo di processi: la correzione mirata e accorta di uno stampo può essere percepita come inciampo, e invece può rappresentare il fortunato contributo per ridurre costi e tempi di produzione assicurando vantaggio al risultato finale.

Tra i casi di scuola, ecco poi gli esempi del ‘come non si fa’ passati in rassegna da Guido Pontoglio, co-founder @Language Master Academy specializzato in formazione e comunicazione per l’estero. E’ stato lui a illustrare come NON vanno gestite le trattative coi clienti stranieri, così che poi ciascuno possa sviluppare la propria via originale ma che sia quella giusta. La massima che fa da stella polare di ogni percorso arriva da Nelson Mandela: «Parla ad una persona in una lingua che capisce e ti ascolterà con la mente, parla ad una persona nella sua lingua e ti ascolterà con il cuore».

Alla tua azienda interessano gli argomenti che abbiamo trattato? Contattaci per capire come lavoriamo.

Customer Journey Marketing: come migliorare le vendite

customer journey marketing

Parlare di customer journey marketing è importante, perché questa è la strada da seguire se vuoi ottimizzare le vendite della tua realtà aziendale. Attraverso questa soluzione lavori su uno dei punti più importanti: mettere l’utente al centro del tuo processo di promozione online. Anzi, è il cliente a diventare protagonista dell’attività di web marketing.

Come definito nell’articolo che abbiamo già pubblicato, il concetto di customer journey riguarda il percorso che l’utente fa verso la conversione con tutti i punti di contatto con il brand. Questi sono i famosi touchpoint, che il web ha letteralmente fatto esplodere. Ma cosa significa? Perché si può parlare di un vero e proprio customer journey marketing?

Da leggere: perché usare un CRM per la tua attività?

L’importanza dello Zero Moment of Truth

Prima si parlava di First Moment of Truth per intendere il momento che incornicia l’incontro tra il prodotto e l’acquirente, la fase in cui viene visto in vetrina o sul catalogo per poi essere acquistato. Qui si decidono le sorti della conversione che poi vengono confermate o meno con il SMOT. Vale a dire il Second Moment of Truth, un’ulteriore verifica.

Il concetto di FMOT è stato coniato nel 2005 da A.G. Lafley, CEO della Procter & Gamble per intendere il momento in cui l’utente sceglie la tua offerta tra i competitor. Ma Google ha ridefinito le carte del tavolo con un’aggiunta molto importante: Zero Moment Of Truth. Qual è il concetto che si basa dietro a questo ulteriore elemento strategico?

The shopper’s journey looks less like a funnel and more like a flight map, as John Ross of Shopper Sciences has called it. Shoppers dart back and forth as they touch down — again and again — not at cities but at all the information hubs on their journey.

Fonte ufficiale di Google

Questa fase riguarda la ricerca online rispetto a un prodotto o servizio, prima di attivarsi verso un’azione precisa. In questo caso stiamo parlando di un inserimento del nome brand su Google per cercare siti ufficiali, ma anche recensioni e opinioni degli utenti. Senza dimenticare il lavoro svolto sui social network. Quindi, i punti di contatto sono cambiati grazie allo sviluppo del mobile e del web: sarà questo il momento di iniziare a fare customer journey marketing?

Preparati alla sfida del multischermo

Se vuoi vincere la sfida e intercettare il momento zero della verità, e intervenire sulla customer journey in modo strategico. Quali sono i touchpoint tra prodotto e utente? Infiniti, innumerevoli. Un brand può lavorare con tutti gli strumenti di questo mondo per promuoversi. Si passa dall’influencer alla guerrilla marketing, ma in ogni situazione il tuo lavoro deve essere consultabile e capace di interagire con il possibile acquirente attraverso lo smartphone.

customer journey marketing
Ecco come si organizza la customer journey.

Pensa al classico cartellone o manifesto in strada. O alla vetrina di un negozio. Vedi un prodotto e ti piace, così cerchi il brand sul sito web o su Facebook: attivi la chat e inizi a chiedere informazioni. Qual è la soluzione? Attivare un chatbot su Messenger e programmare un funnel capace di dare le informazioni giuste. O magari giungere alla vendita.

Oltre al bot su Messenger, si può ipotizzare la presenza di una finestra di dialogo diretta per rispondere alle domande degli utenti. Questa soluzione è molto interessante soprattutto per gli e-commerce, che rischiano un tasso di abbandono particolarmente alto. Una chat dà conferme e risolve problemi. Per essere presente nel momento zero della verità e fare customer journey marketing, questa può essere una strada interessante.

Presidia sempre la serp nel modo giusto

Il punto più semplice da sottolineare, ma non sempre banale: acquista un dominio con il tuo brand e crea un sito web ufficiale. La prima cosa che farà un utente quando sentirà per la prima volta il tuo nome o quello del prodotto: una ricerca su Google. E devi, prima di tutto, far trovare la fonte ufficiale. Quella che parla con la voce del tuo brand.

Ma non è questo, molto spesso, il bisogno di un potenziale cliente. C’è bisogno di opinioni, confronti ed elementi capaci di guidare chi deve fare un investimento. Ecco perché devi presidiare i luoghi nei quali si concentrano questi confronti. Ad esempio hotel e ristoranti possono usare Tripadvisor come strumento di marketing: molte strutture lasciano che le recensioni si sviluppano in autonomia, senza intervento esterno.

L’importanza delle recensioni

Ma chi lavora bene con la serp di Google sa bene che non basta posizionarsi bene con il proprio sito: bisogna occupare i punti in cui l’utente cerca la voce altrui. Le strutture turistiche possono operare con Tripadvisor e siti simili, mentre altre aziende hanno a disposizione servizi come Trustpilot, che hanno un ottimo ranking con il nome brand, ma anche lo stesso Google Maps o pagina Facebook. Basta essere presente per fare la differenza? Ecco qualche consiglio per ottenere il meglio dalle recensioni:

  • Invoglia i clienti a lasciare delle recensioni reali.
  • Rispondi sempre alle opinioni negative.
  • Non improvvisare o inventare finte opinioni.

Il concetto è chiaro: devi fare in modo che le persone siano invogliate a lasciare recensioni. Tu devi guidare le conversazioni nel modo giusto, senza rispondere a tono, neanche quando l’utente accusa ingiustamente o lascia recensioni che non meriti. Con la giusta attenzione e sensibilità, puoi trasformare la peggior critica in un punto a tuo favore.

Anche la promozione fa la sua parte

Su Facebook, Instagram o Google, non fa differenza: c’è bisogno di pubblicità per competere e farsi trovare. Il consiglio è semplice e riguarda la capacità di farsi trovare nel momento in cui le persone hanno bisogno di te. Usa i classici canali di Facebook Ads e Google AdWords (ora Ads) per i tuoi contenuti commerciali, ma non dimenticare i branded content.

Sto parlando di soluzioni come il native advertising e l’influencer marketing. Vale a dire sponsorizzazioni, sempre ben segnalate all’utente finale, che raggiungono un pubblico più o meno ampio (a volte vere e proprie nicchie) con contenuti di qualità. Ma capaci di farsi trovare dall’utente mentre è alla ricerca di ispirazione per l’acquisto.

Tu stai facendo customer journey marketing?

Ormai  è il dovere di ogni azienda lungimirante: per aumentare le conversioni, migliorare il fatturato e ottenere buoni risultati dal tuo processo di vendita con l’inbound marketing, devi mettere l’utente al centro delle tue riflessioni. 

Vuoi aiuto per sviluppare il Customer Journey dei tuoi clienti? Contattaci per conoscere i nostri servizi di consulenza e sviluppo.

Farsi conoscere come azienda su internet

Farsi conoscere come azienda

Semplice, devi aprire un sito web. Per farsi conoscere come azienda online hai bisogno di un punto di partenza, una base stabile impossibile da smentire. Quando inizi a definire una strategia di web marketing, il portale ufficiale appare come uno snodo intramontabile, anche di fronte alle moderne attività di digital advertising. Ma poi? Come continuare?

Questo è un punto decisivo per affrontare la condizione tipica di un’impresa: trovare mercati, raggiungere un pubblico nel quale potrebbero nascondersi nuovi clienti. Ma non è facile trovare la soluzione giusta per i propri equilibri. Farsi conoscere come azienda su internet non significa solo aumentare le visite, i fan di Facebook o i lead.

Proprio così, un aspetto importante è vendere di più con una singola azione di promozione online. Come può essere, ad esempio, la creazione di una campagna di advertising su Facebook o di email marketing con Mailchimp. Qui si tratta di andare oltre e conquistare un aspetto ancora più importanza: la conoscenza della marca attraverso il web.

Identifica sempre chi sei e quanto vali

Questo è un aspetto molto importante che precede ogni azione di web marketing. Chi vuole farsi conoscere come impresa su internet deve prima capire quali sono i punti di forza e le debolezze da tamponare e trasformare in leve positive. Al tempo stesso puoi dare uno sguardo alle minacce e alle possibili opportunità da sfruttare fino in fondo.

analisi swot
Schema da seguire per l’analisi – Fonte Wikipedia.

Sì, hai bisogno di un’analisi SWOT. Vale a dire una matrice capace di estrapolare i punti da mettere in evidenza e da migliorare. Questo è il primo passo per raggiungere una buona capacità comunicativa, una consapevolezza che ti consenta di impostare i pilastri della tua presenza online (ma anche offline). Un esempio su tutti: il payoff.

Vale a dire l’elemento chiave del copywriting persuasivo. In una singola tagline composta da poche parole devi far capire chi sei, cosa fai, perché le persone dovrebbero sceglierti. Questa è una promessa, una strada per legare il pubblico al tuo mondo. Vuoi fare in modo che le persone si ricordano del tuo nome? Devi dare un motivo per farlo.

Da leggere: come migliorare l’esperienza d’acquisto dopo la vendita

Crea un’identità omogenea e compatta

Il primo passo da muovere per farsi conoscere come azienda su internet: devi allineare la brand identity e fare in modo che ogni espressione dell’attività comunicativa si muova all’unisono sotto tutti i punti di vista, rispettando le dovute differenze. Pensa, ad esempio, all’uso dei colori nelle grafiche sui social e su ogni attività di web marketing.

Instagram Stories, copertina Facebook, colori del sito web e della newsletter: deve esserci un rimando alla tua identità. Questo però non può limitarsi all’uso dei colori giusti e alla presenza del logo. C’è un altro elemento da valutare.

Un passaggio che spesso si ignora nelle aziende che si presentano sul web. E quando viene usato si declina in modo errato: sto parlando del tone of voice. Vale a dire il registro della comunicazione che usi per creare una sinergia con il pubblico. Lo hai definito in base ai tuoi valori e all’identità? Mantienilo, seguilo, proponilo in ogni circostanza.

Posizionati pensando sempre alla qualità

Farsi conoscere su internet con l’advertising è un passo da valutare con grande attenzione: in un attimo raggiungi un bacino di utenti impressionante. Ovviamente se la creatività funziona, il target è studiato bene e il budget è adeguato. Ma se vuoi conquistare il pubblico sul web devi puntare sulla brand awareness attraverso i contenuti.

Non per forza quelli del blog aziendale, che con un lavoro di ottimizzazione SEO permettono di raggiungere un pubblico realmente interessato. Qui entra in gioco un’opera di inbound marketing capace di coinvolgere tutti gli elementi.

influencer marketing
I vari punti dell’inbound.

Guarda il grafico di Moz. Quali sono le possibili fonti di content marketing? Puoi lavorare su fronti differenti per quanto riguarda la scrittura, ma poi c’è l’influencer marketing e il public speaking. Vale a dire tutte le attività, che ti presentano davanti a una platea e ti consentono di raggiungere persone giuste. C’è anche un’altra voce da valutare: community.

Coltiva il tuo pubblico fedele nel tempo

Nulla può veicolare vantaggi come la presenza di una community reale, efficace, in grado di portare avanti il tuo nome con un passaggio genuino. In uno dei tanti eventi di web marketing ho avuto possibilità di ascoltare una frase importante: oggi il modo migliore per fare SEO è puntare sul brand. Un nome che può trovare grande vantaggi dalla fidelizzazione.

Ovvero l’ingrediente magico della community. Le persone devono ricordarsi di te e del tuo operato. Ma, soprattutto, è utile fare in modo che nasca una connessione rapida e immediata tra un valore e il tuo brand. Questo risultato si ottiene in modi differenti, ma anche fondando una community. Ad esempio un gruppo Facebook per rinforzare l’assistenza online o un account Twitter per condividere informazioni importanti e rispondere alle domande dei clienti.

Trovare la giusta notorietà su internet come impresa, brand, azienda o quant’altro non vuol dire solo aumentare le visite del blog, posizionarsi in chiave SEO con determinate landing page o farsi pubblicità su Google AdWords (ora Ads) e Facebook Advertising. Una delle realtà più convenienti e utili si ritrova nella tua capacità di farti ricordare.

Per fare questo non hai bisogno solo di budget ma anche di temperamento, attitudine all’interazione e al dialogo. Parla con le persone, assumi un social media manager professionale per fare ciò: l’epic fail è dietro l’angolo, basta una disattenzione o una parola fuori posto per ritrovarsi con una community in rivolta (e questo non è un bene).

Da leggere: quanto ti costa ogni nuovo cliente?

Bisogna farsi conoscere come azienda

Questo è un aspetto molto importante, per fare in modo non solo che le vendite aumentino con una buona azione di marketing legata all’advertising, ma che le persone conoscano grazie al web il tuo nome. E soprattutto i valori che caratterizzano il tuo servizio o prodotto. Questa è l’idea base, per applicarla hai bisogno di un servizio ben studiato. Vuoi creare la tua strategia di branding online?  → Contattaci

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Differenzia la tua azienda con la Value Proposition

Differenzia la tua azienda con la Value Proposition

Il concetto di customer value proposition (anche valore proposto al cliente o CVP) riguarda la capacità aziendale di comunicare il giusto peso di ciò che propone al destinatario. Nello specifico, è ciò che l’utente riconosce come utile e significativo nel momento in cui decide di acquistare un determinato prodotto o servizio.

Da questa definizione di value proposition si può (erroneamente) dedurre che bastino pochi dettagli per riuscire a migliorare le prestazioni del proprio progetto imprenditoriale. Devi solo fare in modo che si cambi la percezione della proposta. Sembra facile, vero? In realtà questo è uno dei passaggi più significativi per un brand.

Cos’è la value proposition aziendale

Con questo termine s’intende la promessa che l’azienda fa al cliente, che ha determinati bisogni e che ha necessità di un bene o un servizio per risolvere problemi e ottenere benefici. La value proposition giustifica il pagamento di un prezzo e ha come risultato finale la customer satisfaction, vale a dire la soddisfazione del cliente.

Un passaggio, che nelle fasi dell’inbound marketing viene incanalato verso lo step, che consente di deliziare le persone che entrano nel funnel. Un cliente soddisfatto non è il punto ultimo del processo ma un nuovo inizio. Scopriamo perché e, soprattutto, come differenziare la tua azienda con una promessa per la CVP (customer value proposition).

Perché la proposta di valore serve

Il concetto base, che si nasconde dietro la customer value proposition aziendale, è la necessità di far percepire all’utente cosa può fare un’azienda per le sue richieste. Chiaro, che a questo punto entrano in gioco meccanismi e modelli predefiniti, come la piramide dei bisogni di Maslow. Di cosa si tratta esattamente? Ecco uno schema.

piramide di maslow

Come puoi ben capire ci sono dei richiami di base, che non possono essere ignorati, e altri che riguardano la soddisfazione personale e realizzazione. I confini non sono così netti e si manifestano come delle divisioni porose, influenzabili.

Il bisogno di cibarsi si fonde con l’appartenenza a un determinato gruppo. Pensa, ad esempio, ai vegani e a chi ha determinate esigenze alimentari non legate alla salute ma a convinzioni e posizioni sociali. In queste dinamiche è importante capire come e perché soddisfare determinate esigenze. E come fare la promessa giusta.

Da leggere: commercio 2.0 e lead generation

Devi identificare il valore per il cliente

Chiaro, non puoi muoverti alla cieca. Se vuoi ottenere un buon risultato in termini di customer value proposition, devi fare in modo che ci sia una combinazione comunicativa – fatta di visual e copy – in grado di lasciare la promessa tanto attesa. Ma tutto questo nasce da una riflessione di base che affonda le radici nella unique selling proposition.

Vale a dire quell’elemento in più che solo una determinata azienda può dare al cliente per appagare un bisogno specifico. Per articolare i vari passaggi, che ti portano a individuare i cardini da sviluppare come valore, puoi usare uno strumento molto comune negli uffici delle agenzie di web marketing. Sto parlando dell’analisi SWOT, ecco lo schema.

analisi swot
Lo schema dell’analisi SWOT secondo Wikipedia.

Come puoi ben vedere ci sono quattro sezioni. Le prime due in alto sono relative ad aspetti interni che indicano punti di forza e debolezze. Poi ci sono opportunità e minacce in basso, sfumature che riguardano origini esterne.

Attraverso una riflessione e una capacità di catalogare i vari punti in queste aree, è possibile avere un quadro chiaro delle leve da sfruttare nel miglior modo conosciuto. Soprattutto se tutto questo viene interfacciato con un altro elemento molto caro agli esperti di web marketing e di promozione su internet. Sto parlando delle buyer personas.

Vale a dire schematizzazioni che sintetizzano rami di un pubblico con esigenze e domande. In sintesi: incrociando caratteristiche dell’azienda con richieste del pubblico si ottengono buoni risultati in termini di proposta di valore.

Sfruttare la customer value proposition

Qual è la strada principale per aumentare il valore percepito dall’azienda? In primo luogo devi creare la base di partenza, l’elemento che consente di ottenere tutti gli elementi comunicativi utili allo scopo. Vale a dire la qualità promessa.

customer value proposition evernote
Un esempio preso da Evernote.

Il primo metodo per lavorare sul tema è il copywriting. La comunicazione scritta è fondamentale per aumentare il valore che le persone percepiscono, per questo basta dare uno sguardo alle home page dei siti più curati per avere un’idea chiara del meccanismo: l’headline lascia subito una promessa. E apre le porte verso l’azione.

Il titolo seduce, il bottone porta sulla conversione. In mezzo c’è la customer value proposition, la proposta per chi deve acquistare. Per agevolare questo processo possono esserci altri elementi come immagini e video, ma anche le recensioni, che consentono di prendere coscienza di tutto ciò che riguarda ciò che è percepito da chi legge.

Per costruire un’idea di cosa può fare un prodotto o servizio per il singolo utente, puoi usare le opinioni del pubblico e lavorare su un tema molto noto: la riprova sociale. Io do valore a un prodotto o servizio, perché sono gli altri a veicolare la propria opinione che, ovviamente, viene presentata in modo persuasivo ed efficace per questo scopo.

Da leggere: come ottenere nuovi clienti con la lead generation

Tu lavori con la customer value proposition?

Spero di sì. Le aziende possono ottenere benefici da un lavoro costante su questo parametro della comunicazione che può dare grandi vantaggi a chi decide di aumentare non solo il valore dei beni e servizi, ma anche di far percepire questa capacità a chi non ha ancora avuto la fortuna di diventare cliente. Questo può essere un buon modo di aumentare la rubrica dei possibili contatti. Per migliorare il fatturato e tutto ciò che riguarda la buona salute dell’azienda.

Se vuoi approfondire questo tema o cerchi supporto per creare la tua Customer Value Proposition, contattaci senza impegno per conoscere i nostri servizi di formazione e consulenza.

Franciacorta Industrial Marketing 2019 per gomma e plastica (Comunicato Stampa)

Gomma e Plastica: Innovazione, crescita, pianificazione del futuro delle imprese attraverso i nuovi strumenti messi a disposizione dal marketing 4.0. Questo l’obiettivo che la giornata di formazione Franciacorta Industrial Marketing 2019, organizzata dagli esperti di Publidesign.it, offre agli imprenditori dell’industria Gomma e Plastica per il 19 settembre prossimo. L’iniziativa – che si svolge alla Casa Vetrina MORE di via Tito Speri a Corte Franca, nel Bresciano – si sostanzia in un workshop studiato per illustrare le possibilità concrete che oggi una PMI  può sfruttare per competere e controllare il proprio segmento di mercato e il proprio posizionamento anche sotto il profilo reputazionale.

«Abbiamo scelto di dedicare questa edizione del Franciacorta Industrial Marketing al settore Gomma e Plastica per rispondere a un’esigenza concreta del comparto che – spiega Giuseppe Maremonti, CEO e Project Manager di Publidesign.it – sta andando verso una crisi di reputazione per il diffondersi di una cultura che non prende in considerazione il pensiero integrale e vede nella materia trattata un pericolo. Ecco: spesso inconsapevolmente l’azienda ha già in sé gli strumenti per contrastare questa tendenza e riconquistare porzioni di mercato tradizionale in arretramento, ma anche e soprattutto aprirsi a nuovi orizzonti di domanda». 

Il marketing 4.0 è la ricetta giusta per far scattare il meccanismo: «Il nostro workshop – prosegue Maremonti – è dedicato ai ‘decisori aziendali’ perché sono coloro che scelgono la via e il futuro delle imprese. Sono loro a dover acquisire competenze circa gli strumenti più all’avanguardia e le possibilità più aggiornate per controllare, ad esempio, l’acquisizione dei clienti e, successivamente, il controllo dei flussi attraverso proiezioni, statistiche e casi di studio di quanti hanno già adottato l’approccio di ottimizzazione su cui andremo a formare la platea del Franciacorta Industrial Marketing 2019».

Investimenti nella ricerca di nuovi elastomeri e tipologie di materiali innovative, digitalizzazione industriale, studi sugli impatti ambientali e sui cicli produttivi, impegno alla sostenibilità: tutte caratteristiche che le imprese di Gomma e Plastica impareranno a valorizzare per ricondurre il settore a un appeal che si va pian piano ossidando: «Ma non se lo merita. Noi – annuncia Maremonti – spiegheremo come queste industrie grandi e piccole possono ricollocare e riconfigurare il proprio prodotto sui nuovi scenari di mercato e verso i più attuali orizzonti di sensibilità collettiva».

Ricco il programma della giornata, in cui professionisti di diversi settori tratteranno una gamma di tematiche specificamente pensate per il settore Gomma e Plastica mostrando tool, sistemi e soluzioni pratiche per organizzare e sfruttare al meglio i dati, acquisire in modo veloce, sicuro e automatico le informazioni sulla clientela, utilizzarle per progettare un Sistema e infine controllare i flussi clienti aumentandone il Lifetime Value.

Il percorso formativo si apre proprio con Maremonti a introdurre il seminario con la relazione dedicata a L’ecosistema del Marketing 4.0 – Un mondo digitale e analogico a supporto della rete commerciale. Subito dopo ecco i casi pratici. E’ il co-founder di Language Master Academy Guido Pontoglio, specializzato in formazione e comunicazione per l’estero, ad affrontare il tema delle Trattative a rischio. Come NON gestire la clientela estera. Di nuovo Maremonti per la sezione Comunicare il vero valore del tuo prodotto. Parliamo di Value Proposition.

La parola passa poi al fondatore di Puntoexe e ideatore del MetodoPraxi – imprenditore, speaker e podcaster – Francesco Smorgoni: a lui il compito di spiegare perché Le Aziende ben gestite suonano bene. Grande Sound vs. Rumore. Gabriele Graziosi (Amministratore Delegato di GOM Italia Soluzioni Metrologiche di precisione industriale 3D per l’industria) chiude l’appuntamento con la relazione Un controllo di qualità innovativo per ridurre i tempi di sviluppo prodotto. Riduzione del time to market, una sfida cruciale per aumentare la competitività.

Saranno ospiti, rappresentanti della Eurointerim di Villongo per eventuali delucidazioni in materia di gestione del personale, la Gridit di Villongo per quanto riguarda la tematica dell’infrastruttura informatica anche in ottica industria 4.0 e la ditta Italgom Cernita Automatica che farà da testimonial del progetto Marketing in essere.

«Per Gomma e Plastica – conclude Maremonti – il momento è adesso. Il momento di riraccontare per prima cosa a loro stessi i loro propri prodotti, per poi ristrutturare la corretta cultura dei loro materiali. Questa operazione fa bene a loro, ma è anche un grande contributo alla costruzione di una coscienza collettiva consapevole ed equilibrata. Che male non fa…»

E per chi vuole essere in prima linea abbiamo previsto dei biglietti limitati in early bird, ricordando che la platea dell’evento sarà indirizzata ad un numero limitato e selezionato di aziende.

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Come sfruttare la logica ZMOT in azienda (e vendere di più)

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Quando decidi di puntare sul web e di aumentare le vendite attraverso i canali del marketing digitale non puoi ignorare il concetto di ZMOT. Vale a dire Zero Moment Of Truth, una piccola rivoluzione nell’universo della promozione.

Perché chi si occupa di ecommerce, vuole aprire un negozio online o semplicemente desidera sfruttare le logiche del social web, deve tener presente un passaggio decisivo a mio avviso: oggi non si può ignorare il comportamento del pubblico. In realtà non dovevamo farlo neanche prima ma adesso gli strumenti a disposizione sono potenti.

Così influenti che possono cambiare le sorti di un’attività, o di un intero settore di beni e servizi. In che modo? La risposta arriva anche grazie al già citato ZMOT, il momento zero della verità. Di cosa si tratta? Perché è importante?

Da leggere: come applicare le fasi dell’inbound marketing

Cos’è il Zero Moment Of Truth: definizione

Con questo concetto (ZMOT) s’intende il passaggio da una fase iniziale di verifica in cui l’utente incontra il bene da acquistare a una di anticipo totale. In sintesi, prima il singolo scopriva l’oggetto sullo scaffale e lo provava, mentre oggi si aggiunge una fase precedente nella quale l’acquirente costruisce le sue convinzioni grazie alle informazioni online.

Questo è il Zero Moment Of Truth, uno snodo che deve essere inserito in un contesto più ampio rispetto a quello del negozio o del punto vendita. Gli stimoli che le persone subiscono sono ovunque grazie alla diffusione del social web.

Come nasce un momento zero della verità?

Il concetto di ZMOT sboccia dall’evoluzione del First Moment Of Truth, vale a dire una definizione pensata dalla Procter and Gamble nel 2005 per organizzare il processo di vendita, che vede come verifica di base l’approccio fisico tra chi compra e il prodotto. Ora, prima di tutto ciò, possono esserci degli step che precedono e consentono di farsi un’idea.

A questa conclusione arriva l’ebook pubblicato da Google, nella fattispecie da Jim Lecinski, per sottolineare che il paradigma è cambiato. Oggi le persone usano strumenti raffinati per bypassare la staticità di una vendita offline.

Importante: descrizione del momento ZMOT

Tutto questo, vale a dire la possibilità del singolo di raccogliere informazioni e attivare attraverso il web una prima verifica di ciò che vuole, che acquista importanza grazie alla capacità degli strumenti di trasformarsi in fonti credibili.

lo schema dello ZMOT
Ecco come si organizza il momento zero della verità.

Oggi la diffusione del mobile accentua queste dinamiche, perché consente di avere sempre a disposizione uno strumento capace di raggiungere fonti d’informazioni utili al bisogno di controllo. Ormai siamo abituati a voler controllare tutto, cerchiamo informazioni su ogni acquisto, verifichiamo recensioni e confrontiamo prezzi.

Se non ci basta tutto questo chiediamo all’azienda attraverso canali social, che impongono tempi minimi. Oggi è chiaro che un’attività che vuole vendere online non può permettersi incertezze: deve esserci sui social, ma non come semplice segnaposto. A questo punto la domanda è chiara: in che modo si adatta la strategia di web marketing?

Come usare il momento ZMOT per venere?

In realtà, il concetto è quello di prendere coscienza del fatto che le persone si creano un processo d’informazione individuale, raccolgono dati e usano strumenti diversi per confermare le proprie azioni. L’obiettivo fondamentale è quello di farsi trovare al momento giusto, con i contenuti adeguati alle esigenze di chi vuoi raggiungere.

zmot

Come puoi vedere dallo schema, il concetto di ZMOT non riguarda solo il social web: l’individuo riesce a creare una sintesi utile di notizie e informazioni, per prendere confidenza con il terreno. Prenderà una decisione e lo farà grazie a una serie di elementi, che anche tu puoi influenzare: ecco ciò che devi sapere per muoverti al meglio.

Presidia le serp di Google

Le persone fanno ricerche online per avere informazioni su cosa comprare, quali sono le caratteristiche del prodotto o servizio. Quindi tu devi esserci, e non con un sito web qualsiasi: ricorda che tutto ciò avviene prevalentemente da mobile. Quindi sarà tuo preciso dovere creare un portale in grado di performare al meglio su smartphone e tablet.

Ma non basta. Devi presidiare la serp anche con le query correlate, le ricerche commerciali di chi è interessato all’acquisto e chiede informazioni sul tuo conto. La reputazione online diventa fondamentale in questi casi perché devi fare in modo che le persone parlino bene del tuo prodotto o servizio. In questo caso diventa fondamentale lavorare su:

  • Siti web che pubblicano recensioni
  • Guest blogging su portali del settore
  • Pubblicazioni su riviste specializzate
  • Interviste per blog, giornali e magazine

In questo senso può essere utile pensare a un tipo di pubblicità, che spesso viene messa in disparte a favore di strategie più efficaci nel breve periodo: il native advertising. Vale a dire la pubblicazione, non per fini di link building, dei migliori contenuti possibili su portali autorevoli. Solo per diffondere il brand e farsi trovare nelle serp. Ma non basta questo.

Devi creare dei contenuti capaci di rispondere alle esigenze di chi cerca opinioni e confronti tra i vari prodotti. Questo, di solito, viene generato dalle conversazioni online, ma anche tu sul sito web puoi creare delle pagine con recensioni, rating dei tuoi servizi, interviste ai clienti soddisfatti. Insomma, anche il tuo lavoro di content marketing può essere usato al meglio.

Dai risposte immediate

Il concetto di ZMOT si caratterizza per la capacità di lavorare in tempi minimi. Le persone ti contattano e tu dai subito la risposta. Basta un attimo per avere ciò che serve all’acquisto, e le aziende che non intervengono in questo senso rischiano di perdere buone occasioni di vendita. Gli utenti si sono abituati alle dinamiche immediate dei social.

Per questo devi investire nel customer service. Al tempo stesso puoi far leva su automatismi e intelligenza artificiale, per sfruttare al massimo la velocità di esecuzione delle chat. Un esempio tipico è il chatbot Messenger. Con programmi e app come Chatfuel  puoi attivare dei funnel che rispondono alle esigenze del pubblico e lo veicolano verso le tue fonti.

Non è un lavoro semplice, o meglio: non lo è impostare in modo corretto queste app per creare chatbot semplici da attivare. Ma per ottenere buoni risultati, anche se non devi essere per forza un programmatore, è necessario gestire le risposte in modo strategico. In ogni caso è un passaggio chiave se vuoi sfruttare al massimo il concetto di Zero Moment Of Truth anche sui social network.

Da leggere: in che modo funziona un ecommerce

ZMOT: come adatti la strategia di marketing?

In questo articolo ti lascio una serie di indicazioni relative all’attività di web marketing, rispetto a ciò che riguarda il momento zero della verità. Vale a dire quello che ognuno di noi può costruirsi attraverso una buona ricerca su Google. O un’attività sui social network. L’idea base è semplice: devi esserci al momento giusto. Ma sarà facile da applicare? Se vuoi presidiare la SERP e gestire i social per creare il tuo ZMOT, contattaci per conoscere i nostri servizi.

Cosa fa un consulente di web marketing e come può aumentare i risultati?

consulente di web marketing

Il consulente di web marketing è una figura chiave per la buona riuscita di un progetto pubblicitario, in grado di sfruttare al 100% le opportunità della rete. Chi pensa di poter rinunciare a questa figura ha due scelte: gestire ogni passaggio con un team professionale o fallire miseramente. Quale dei due preferisci? Analizziamo la situazione.

Nel primo caso parliamo di aziende di grandi dimensioni, che devono contare su una struttura solida. Ma che investono tanto, proprio perché possono ottenere un grande profitto dalla promozione online. Nel secondo invece, ci troviamo di fronte alla classica situazione: apro una pagina Facebook senza sapere perché, chiedendo al nipote o al cugino.

Poi magari gli faccio creare un sito web, e via su questa strada. Fin quando arrivano le delusioni: zero risultati, conversioni nulle. Quindi la rete è inutile per promuovere un’azienda? No! Hai solo bisogno del giusto consulente di web marketing. Cosa fa esattamente? Quali sono le sue attività e specializzazioni? Scopriamolo insieme.

Chi è il consulente di web marketing

La persona che si presenta con questa qualifica svolge un compito di definizione. Aiuta l’azienda o il singolo imprenditore a individuare, raffinare e migliorare la strategia di web marketing ideale per la sua condizione. Prende in considerazione componenti interne ed esterne alla situazione, in particolar modo gli obiettivi da raggiungere.

vendere con l'inbound marketing
Lavorare nel settore marketing.

Tra le competenze essenziali di un consulente di web marketing ci sono, oltre alle abilità tecniche e teoriche, una buona attitudine al problem solving e alla flessibilità. Non basta conoscere, bisogna saper contestualizzare, per calare una strategia di web marketing in un contesto.

Cosa fa e quali sono le sue attività

Si tratta di una figura, che si occupa di seguire e migliorare l’aspetto generale della presenza online di una determinata realtà. Il consulente di web marketing ha una particolare abilità, che riguarda proprio l’individuare la strategia giusta, prendendo in considerazione tre livelli:

  • Quali strumenti aggiungere per promuovere l’attività.
  • Come risolvere problemi e criticità incombenti.
  • Come migliorare ciò che è già presente online.

Il consulente di web marketing deve avere le conoscenze necessarie per analizzare ogni passaggio della pianificazione: dalla definizione del target e studio della concorrenza, all’individuazione dei KPI per valutare i risultati. Questo deve essere supportato dal contributo fattivo di esperti specifici e qualificati in ogni settore.

Da leggere: cos’è e come funziona un ecommerce

Come diventare un buon consulente

Spesso la domanda è questa: come si intraprende la strada della consulenza orientata al mondo del digital marketing? La risposta non è semplice, ci sono strade differenti che portano allo stesso risultato. Io credo che, in questi casi, la soluzione si divida in due grandi sezioni che devono essere seguite con grande attenzione e serietà:

  • Studio e formazione.
  • Esperienza sul campo.

Non si può lavorare in un settore – che sia quello della SEO o del social media marketing – senza sapere di dover apprendere nuove conoscenze. Nel caso del web marketing non esistono scuole e università obbligatorie da seguire: alcuni corsi di laurea però sono interessanti, come quelli che puoi trovare presso la facoltà di Economia. In ogni caso il mercato è ricco di master privati per definire la base di partenza.

Formazione individuale

In ogni caso, a parte la possibilità di seguire un corso di web marketing, le opportunità per imparare i pilastri di questa materia sono diverse. Si possono seguire webinar e leggere libri generici o specifici, senza dimenticare che, sporcarsi le mani con un progetto personale, può essere la soluzione migliore per imparare qualcosa.

Come diventare consulente di web marketing
Le competenze di un buon professionista.

Non dimenticare che il consulente di web marketing è tale, perché ha competenze capaci di affrontare un progetto completo. Quindi, oltre a studiare le basi della struttura di un’attività promozionale bisogna affrontare le sfaccettature.

Vale a dire specializzazioni indispensabili. Il consulente deve conoscere la SEO, l’usabilità e il web design e non solo i pilastri di dinamiche specifiche come quelle dell’inbound marketing e della costruzione di un funnel di vendita.

I migliori libri di web marketing da studiare

Certo, all’inizio può far comodo avere una piccola biblioteca dei grandi classici relativi al mondo della promozione online e offline. I testi che suggerisco di leggere sono quelli che definiscono una base di partenza stabile.

  1. Marketing 4.0: Dal tradizionale al digitale di Philip Kotler.
  2. The Art of SEO: Mastering Search Engine Optimization.
  3. Principi di Marketing sempre di Philip Kotler.
  4. La Mucca Viola di Seth Godin.
  5. Strategia oceano blu. Vincere senza competere
  6. Ancora Set con This Is Marketing.

La buona gavetta

C’è un modo per imparare il lavoro del web marketer? Certo, la base di partenza è la formazione combinata con l’esperienza sul campo. Quest’ultimo passaggio è indispensabile e deve essere svolto con la massima dedizione.

Questo significa investire: 3 o 4 anni in agenzia sono il minimo necessario per imparare come si lavora in un determinato mondo. Senza dimenticare che non tutte le agenzie sono uguali. L’ideale è quella condizione, che ti permette di crescere al fianco di professionisti validi, magari con una competenza specifica su progetti piccoli e grandi.

Da leggere: come fare lead generation, la guida

Il tuo consulente di web marketing

Perché un’azienda deve pensare a una figura del genere? Semplice, in questo modo può avere una guida da seguire e ottimizzare l’investimento. Non sempre è necessario coinvolgere un team completo a propria disposizione.

In molti casi, soprattutto per le PMI, è inutile avere un esperto SEO, un social media strategist, insieme a uno specialista di email marketing e via in questa direzione, fino a raggiungere specializzazioni più raffinate.

In particolar modo se non c’è una coordinazione centrale. Il consulente di web marketing serve a questo: capire qual è la strategia da seguire e coinvolgere le persone giuste per un obiettivo. Secondo te questa soluzione può essere utile alla tua realtà aziendale? Anche tu hai bisogno di un web marketing specialist per trovare la strada giusta?

Se vuoi conoscere di più sul mondo del web marketing e del consulente iscriviti alle nostre newsletter.

MailChimp Guida all’uso in italiano

Guida gratuita Mailchimp

MailChimp, cos’è e come funziona.

MailChimp è un software di raccolta e gestione di email particolarmente indicato per l’invio di newsletter e campagne di email marketing. Questa App risulta particolarmente comoda per la sua semplicità e per l’integrazione costante alle più famose piattaforme come Facebook e WordPress.  E’ completamente online ed è sufficiente registrarsi sul sito www.mailchimp.com fornendo i tuoi dati  (tieni presente che MailChimp è un programma serio e a norma GDPR, non è pensato per fare lo Spam, per questo motivo vuole avere anche l’indirizzo della tua attività e sapere da dove derivano i contatti che inserisci). Questo tool è FREE fino a 2.000 indirizzi registrati e 12.000 mail mensili; in caso di volumi maggiori si può passare in qualsiasi momento ad un profilo a canone oppure a consumo. Se comincerai ad usarlo noterai che molte delle newsletter che ricevi oggi sono inviate tramite questo sistema. Oggi, è probabilmente quello con il miglior rapporto qualità/semplicità/prezzo. Come tutti i software ha i suoi pro ed i suoi contro, ad esempio non c’è grande gestibilità per gli automatismi un po’ più complessi; ma per chi vuole gestire comodamente le proprie newsletter e mail marketing, creando email graficamente ben impostate, differenziando le campagne e ottenendo statistiche dettagliate, è l’applicazione perfetta. Se vuoi saperne di più leggi il nostro articolo sull’email marketing con Mailchimp.

Perchè usare un sistema di gestione delle mail?

Avere un elenco nutrito di contatti profilati su cui poter fare attività di marketing è uno degli obiettivi principali dell’attività web. Se questo processo è automatizzato nella raccolta, nella suddivisione dei nominativi in diversi gruppi e nell’invio ad ogni gruppo di un’email dedicata, puoi ottenere ottimi risultati con poco sforzo. Inviare e-mail periodiche ad un elenco selezionato di utenti è una strategia utilissima per fidelizzare i clienti facendo customer care, cross selling e up selling; inoltre permette di fare nurturing (formazione) sulla clientela potenziale. Se vuoi capire come usare Mailchimp ed avere qualche suggerimento per sfruttarlo al meglio:

ISCRIVITI: Voglio la guida MailChimp 2019

E’ stimato che con l’email marketing i ritorno sugli investimenti è di 40$ per 1$ speso (ovviamente la spesa prevede analisi, costruzione della strategia e preparazione tecnica)

fonte activecampaign.com

Il modo migliore per usare MailChimp ed ottenere risultati è quello di inserire solo “contatti generati in modo organico”; vale a dire persone che si sono iscritte spontaneamente alle nostre newsletter o con cui siamo già entrati in contatto, per cui è giustificabile avere il loro indirizzo email.

Ricordati che:

  • inviare messaggi di posta elettronica non richiesti ad indirizzi email privati, anche se aziendali, è un infrazione della normativa della privacy
  • avere campagne email con alti tassi di disiscrizione, rimbalzo o, peggio, segnalazione di spam potrebbero causare il blocco dell’account
  • il tasso di apertura di email sconosciute è del 2/5% contro una media del 15/16%

Per ottenere contatti in modo organico puoi:

  • sfruttare il tuo sito, fornendo contenuti di valore in cambio della registrazione
  • utilizzare le Ads della Facebook Lead Generation
  • inserire il form di registrazione in tutti i tuoi canali online
  • chiedere l’email di persona ad eventi e fiere (magari facendo firmare il consenso all’iscrizione)

Se proprio non mastichi l’inglese, trovi l’elenco dei principali comandi di MailChimp tradotti in italiano: Traduzione dei principali comandi di MailChimp in italiano

L’email marketing è uno strumento molto potente se si segue una giusta strategia. Noi utilizziamo quella della LEAD GENERATION, se vuoi saperne di più leggi il nostro articolo: La Lead Generation in Italia

Richiedi qui la Guida MailChimp 2019: