Tre ottime ragioni per fare newsletter oggi

Quando studiamo progetti di marketing per i nostri clienti, a seconda del settore, del target, della concorrenza spesso riteniamo opportuno proporre l’utilizzo della newsletter. E qui si incontrano due diversi opinioni: quella di chi continua a credere nelle newsletter e quella di chi invece le considera uno strumento ormai superato.

I nostri clienti ricevono già decine di newsletter ogni settimana… se ci inseriamo anche noi rischiamo di allontanarli!” è una delle obiezioni più frequenti.

Ma è ancora attuale questa considerazione?

Le newsletter oggi tra privacy, unsubscribe e social media

Dal nostro punto di vista sono molti i cambiamenti avvenuti negli ultimi anni nelle nostre caselle di posta elettronica.

Innanzitutto con l’irrigidimento delle privacy policy oggi è raro essere inseriti in database indesiderati con conseguente incremento vertiginoso delle newsletter ed email spam in arrivo. Succede, certo, ma molto meno di una volta.

Secondariamente, la persona infastidita dalle troppe newsletter sa bene come disiscriversi: è sufficiente cliccare sull’apposito link in calce alla mail, obbligatorio per legge e già predisposto in qualsiasi piattaforma di e-mail marketing.

Terzo cambiamento è il minor numero di newsletter e DEM inviate dalle aziende, molte delle quali scottate da precedenti esperienze di insuccesso preferiscono ora affidare il proprio messaggio ad annunci sponsorizzati su Facebook e Instagram, campagne Google Ads, SMS, Whatsapp. Una nuova tendenza che ha indubbiamente portato a un calo fisiologico delle newsletter in arrivo nelle nostre caselle di posta elettronica.

Newsletter: la carta vincente del biennio 2022 – 2023?

Ecco allora che minor affollamento si traduce da parte di ciascuno di noi in una maggiore attenzione per le comunicazioni in ricezione, spesso ultime sopravvissute a un accurato processo di selezione.

Sfruttando questa ondata di “affinamento”, perché un’azienda dovrebbe fare newsletter oggi? Quali specifiche funzioni questo strumento è ancora oggi in grado di assolvere brillantemente, con molte più probabilità di successo rispetto ad altre alternative?

Newsletter, efficace strumento per fidelizzare

La newsletter è da sempre un ottimo mezzo per fidelizzare il cliente. Lo è sia nel post vendita – per restare in contatto una volta terminato il processo di acquisto e far sapere che per lui ci siamo sempre – sia nel caso di clienti restii a comprare e bisognosi di ancora un po’ di tempo.

Ecco la sfida per l’azienda: sapersi porre in modo delicato senza mai forzare le relazioni, con l’obiettivo di accendere nel cliente il desiderio di entrare in contatto e preferirla rispetto ai competitor.

Dare risalto a novità e lanciare sconti

Un database proprietario composto da indirizzi mail di persone autentiche fa invidia a molti. Se la tua impresa vanta un patrimonio di contatti costruito negli anni, la miglior cosa è sfruttarlo, ma sempre in modo intelligente e coscienzioso. Ad esempio potresti aprire un blog istituzionale dove pubblicare le novità dell’azienda (lancio di nuovi prodotti, partecipazione a fiere, inaugurazione di una nuova sede etc), da trasmettere al tuo pubblico tramite una newsletter mensile.

Nel caso di aziende B2C la newsletter è molto utile per l’invio di codici sconto da utilizzare nel sito e-commerce.

Risvegliare clienti dormienti

La newsletter è una scelta efficace non solo per tenere viva l’attenzione di chi già ci segue, ma anche per stimolare le persone “dormienti” a riavvicinarsi a noi. Molte aziende monitorano costantemente gli ultimi contatti avuti con i clienti, e passato un certo periodo di tempo decidono di inviare una newsletter mirata con un messaggio sullo stile di “Ehi, è da un po’ che non ti sentiamo!” e un codice sconto personalizzato.

A noi personalmente è accaduto più volte: l’azienda è stata talmente brava a riconquistarci… che non l’abbiamo più lasciata!

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Come vendere con profitto su Amazon (e i miti da sfatare)

Dopo aver visto i consigli per  muovere i primi passi su Amazon e arrivare in poco tempo a incrementare il fatturato, oggi Giuseppe Maremonti illustra nel dettaglio i servizi offerti dalla sua agenzia di web marketing per ottenere il massimo dalla nota piattaforma e-commerce.

1)  Quali sono le richieste più frequenti legate al mondo Amazon che ricevete dalle aziende, e come cercate di soddisfarle?

La richiesta più frequente è quella di vendere di più. Molte aziende desiderano inoltre conoscere i volumi di vendita su specifici prodotti prima ancora di produrli o acquistarli; nessuno ha la sfera magica, ma con attente analisi preliminari si possono ottenere stime molto realistiche.

2)  Secondo la vostra esperienza quali sono le tempistiche perché un’azienda inizi a incrementare il proprio fatturato grazie ad Amazon?

I tempi sono molto legati alla situazione di partenza dell’impresa. Se ha già un sito web e schede prodotto pronte e confezionate adatte all’e-commerce, partire con Amazon richiede giusto i tempi tecnici di apertura di un account che vanno dai 7 ai 15 giorni in base ai momenti di traffico. Una volta caricati i prodotti, se questi hanno mercato nel giro di 15 giorni si iniziano a vedere le prime vendite e dopo 6 mesi si può avere un buon incremento del fatturato.

3)  Un e-commerce di proprietà esclude Amazon, o i due sistemi possono tranquillamente coesistere?

La migliore strategia è lavorare al meglio su entrambi i sistemi.

Sono sempre più gli utenti che dopo aver acquistato su Amazon vanno a cercare il sito web del produttore o del negozio per conoscere ulteriori dettagli e scoprire altri prodotti. Su Amazon c’è infatti molta dispersione, e spesso la persona cerca un riferimento più ordinato. La seconda ragione per lavorare bene sul sito e-commerce è che Amazon ha i suoi costi, ed è un peccato non sfruttare la scia di notorietà che genera.

Ma come si controllano contemporaneamente il sito e i vari marketplace senza incappare in errori? La carta vincente a lungo termine è creare una struttura ben organizzata, il più automatica possibile. Dal punto di vista organizzativo un aspetto che ci contraddistingue è l’uso di plugin e software per gestire in automatico le schede prodotto su tutte le piattaforme, sincronizzando prezzi e disponibilità a magazzino. Strumenti essenziali per tenere allineate le schede dei diversi marketplace con gli stessi dati, le stesse foto e le medesime caratteristiche senza dover intervenire a mano a ogni modifica.

4)  Quali servizi offre Publidesign alle imprese che vogliono vendere su Amazon?

I servizi che offriamo per la gestione di Amazon e di altri marketplace coprono l’intero processo, dal set up dell’account fino all’analisi post vendita.

Dal punto di vista operativo di occupiamo di aprire e impostare correttamente l’account e caricare i prodotti comprensivi di immagini, titoli e testi ottimizzati. Per quanto riguarda l’aspetto strategico studiamo le migliori azioni da intraprendere nel mercato di riferimento, analizziamo la competitività dei settori, posizioniamo i prodotti e il negozio.

Seguiamo poi tutta la parte di promozione del brand: registriamo il marchio, anche su Amazon, due cose distinte perché Amazon ha tutto un suo meccanismo di tutela che dà anche enormi poteri aggiuntivi, tra cui la possibilità di arricchire le schede prodotto. Senza dimenticare che spesso è il brand che pilota i contenuti dei propri prodotti, anche in caso vengano venduti da altri venditori.

E ancora implementiamo campagne di marketing, simili a quelle di Google, e seguiamo la creazione delle offerte lampo – come quelle per il Black Friday e Cyber Monday – e tutta la strategia esterna di influence marketing per aiutare i prodotti a salire di classifica. Questo è un lavoro che richiede tempo e attenzione, poiché per non essere oscurati dai competitor bisogna sempre essere aggiornati sui prezzi e sulle promozioni. C’è da dire che le promozioni hanno dei costi notevoli perché bisogna proporre sconti importanti e ci saranno commissioni molto alte da dare ad Amazon, ma sicuramente il brand ne guadagna in visibilità. Dunque anziché investire soldi in altri annunci sponsorizzati a costo per click, su Amazon pago per avere vendite aggiuntive ed essere inserito nelle aree molto famose dedicate alle offerte (vedasi la sezione riservata al Black Friday) e su cui Amazon stesso spinge particolarmente.

Infine abbiamo una gestione proattiva delle recensioni, con una strategia di acquisizione nel rispetto della policy di Amazon: qualcuno per le recensioni si affida a parenti o amici, ma Amazon ha algoritmi molto complessi e riesce a smascherare queste tecniche arrivando talvolta a bloccare l’account.

La stessa gestione proattiva riguarda i resi, le cui statistiche sono molto utili per migliorare il posizionamento e affinare i servizi e la proposta dell’azienda. Per tutto ciò utilizziamo specifici software di automazioni.

5)  Quali sono i tre miti da sfatare di Amazon?

Uno dei miti che sentiamo più spesso è che per vendere su Amazon bisogna giocare al ribasso. Questo non è assolutamente vero, anzi molti prodotti sono venduti a prezzo più alto su Amazon, poiché i venditori nei marketplace fanno leva sulla comodità per l’utente Amazon di non dover aprire un altro account e di non essere obbligato a recarsi in un negozio fisico.

Il secondo mito da sfatare è pensare che le commissioni e i costi di Amazon siano più alti rispetto agli oneri derivanti dalla gestione di un proprio sito. Oltre a dover affrontare una spesa iniziale assai più alta, per posizionare il proprio sito e-commerce e ricevere i primi acquisti bisogna fare tanto advertising online, e se non si è rodati si finisce con lo spendere molto di più rispetto a quanto avviene su Amazon.

Il terzo mito ricorrente è quello che su Amazon basti aprire un account, caricare i prodotti e aspettare i risultati. Non è così: bisogna lavorare molto sull’analisi del mercato, sul posizionamento, sul miglioramento delle schede, scattare buoni immagini, creare un brand, seguire le recensioni, adattarsi al mercato, adattare i prezzi. Un grande e costante impegno, come per un negozio reale.


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Guadagnare con Amazon: è davvero possibile?

Aiutare le piccole e medie imprese a cogliere le opportunità di business offerte da Amazon. Giuseppe Maremonti, Amministratore  e Project Manager di Publidesign Srl ci spiega le potenzialità della piattaforma e come anche per la piccola azienda sia possibile vendere con profitto su Amazon.

1)  Buongiorno Giuseppe, è davvero possibile per una piccola – media impresa oggi guadagnare con Amazon?

Sì, per la piccola – media impresa è consigliato vendere sui marketplace, anche se ha già un un e-commerce. Anzi, secondo la nostra esperienza è molto più semplice vendere con Amazon e con altri marketplace piuttosto che con un proprio e-commerce. Ovviamente dipende dal prodotto: se si cerca di presidiare un mercato saturo qualche fatica la si incontra anche con Amazon, che in questi casi si trasforma però in un ottimo ambiente per testare l’efficacia del prodotto e aggiustare le strategie.

Tra sito web e marketplace, questi ultimi sono sicuramente molto più veloci per vendere all’inizio, purché tutto sia fatto con la testa senza improvvisare. Amazon si aspetta sin da subito che le aziende presenti nel proprio marketplace siano valide, professionali e non facciano perdere tempo, tant’è che all’inizio è richiesta la creazione di una selezione dei migliori prodotti così da non riempire il catalogo con articoli che probabilmente rimarranno invenduti. Questo è uno dei blocchi che dà Amazon per garantire la qualità della sua offerta, e che per essere affrontato richiede esperienza e conoscenza approfondita delle dinamiche dello strumento.

In ultimo, un chiarimento doveroso in merito alla questione delle commissioni su Amazon. È vero che Amazon ha commissioni considerate alte – variabili dal 8% al 15% -, ma è anche vero che per iniziare a vendere con un e-commerce di proprietà sono necessarie molte più risorse, e la prima vendita spesso arriva dopo mesi: prima bisogna creare il sito, studiare una strategia di comunicazione, fare SEO, gestire l’ADV, crearsi una presenza sui social. Tutto questo  va sviluppato da zero se l’azienda non ha mai venduto online o addirittura non ha una presenza in Internet, con costi e tempi che ciò richiede. E allora sono davvero così alte le commissioni di Amazon?

2)  Quali sono i primi passi per vendere su Amazon?

Se ci sono volontà e requisiti, in base alla tipologia di prodotto si inizia valutando il marketplace più adatto. Solitamente eBay e Amazon sono le scelte più gettonate, anche se esistono altri marketplace specifici – ad esempio nel settore food – dove però ci sono molte barriere in ingresso.

Una volta individuato il marketplace ideale, ci sono diversi scenari possibili. Si può partire con un prodotto e ottimizzare le vendite, oppure analizzare il mercato e sulla base dei dati raccolti creare il prodotto con un proprio brand. Ad esempio se siamo un brand di elettronica e scopriamo che una moka elettrica è richiesta, possiamo noi stessi realizzare un prodotto simile e venderlo con il nostro marchio: sfruttando l’enorme platea Amazon si otterrà molta visibilità.

Secondo il nostro punto di vista, per guadagnare su Amazon è fondamentale valutare bene il prodotto, le immagini da usare, accertarsi che sia un prodotto di uso comune o comunque che ci sia un mercato, e per questo va fatta un’analisi preventiva. La via migliore è quando si ha un marchio registrato e si va a investire su questo. Da lì possono nascere varie strategie, come il rimandare al proprio sito web o ad altri canali.

3)  Si può avere successo su Amazon con il fai da te?

Molti pensano che vendere su Amazon sia immediato, ma non è affatto così. Di sicuro è molto più veloce di un proprio e-commerce: parliamo di uno o due mesi per muovere i primi passi, rispetto ai sei mesi o un anno per arrivare a vendere con un e-shop.

Amazon sembra semplice, ma ha tantissime regole e raccomandazioni – spesso non dette – da rispettare alla lettera. Prescrizioni che sembrano fatte apposta per mettere alla prova il venditore: non tutti infatti arrivano alla fine, anzi spesso abbandonano la piattaforma perché si trovano a dover affrontare tantissime problematiche e restrizioni. Basti pensare ai dettagli del prodotto da fornire obbligatoriamente e al fatto che bisogna convincere Amazon che si è autorizzati e si è realmente in grado di vendere quegli articoli. Si aggiungono poi tutta una serie di aspetti che emergono mentre si lavora su un account Amazon.

In ogni caso suggeriamo di affidarsi a dei professionisti, non perché vogliamo spingere ad ingaggiare un’agenzia come la nostra, ma perché l’improvvisazione costa molto cara: basta veramente poco perché Amazon decida di sospendere l’account e “bannare” definitivamente l’azienda.

4)  Perché un’impresa dovrebbe presidiare i canali Amazon? E quando invece sconsigliate di farlo?

Consigliamo quasi sempre di presidiare i canali Amazon. Gli unici motivi per non farlo sono l’assenza di prodotti interessanti e di uso comune, oppure prodotti con un margine veramente basso. In tutti gli altri casi, via libera!

Amazon ha infatti una reputazione molto alta nel settore e-commerce: un beneficio che si riversa sia sul prodotto, sia sul negozio della tua azienda. Potrai raccogliere recensioni da sfruttare su altri canali, far vedere come lavori, farti conoscere come realtà o per i prodotti / servizi che proponi.

È facile intuire come Amazon sia un utilissimo mezzo di promozione. Se non vendiamo non paghiamo nessuna spesa, se invece il prodotto vende avremo una pubblicità indiretta sul negozio, sia fisico che e-commerce. Parliamo di “indiretta” perché Amazon non permette di pubblicizzarsi direttamente, ma consente di inserire nel titolo del prodotto il nome del brand, e la persona che acquista vedrà a margine il nome del negozio. Sarà poi possibile mettere all’interno dei pacchi un talloncino dove indichiamo il sito o il negozio aziendale e un piccolo depliant con offerte specifiche per chi ha già comprato. Insomma crediamo che il budget sia ridotto e ben speso, perché oltre a vendere il prodotto ci possiamo fare pubblicità.

Le ripercussioni positive sul sito e-commerce possono essere davvero rilevanti. Spesso un cliente soddisfatto va a sbirciare i vari canali d’impresa per conoscere meglio l’azienda, e molto probabilmente farà acquisti direttamente tramite questi canali trovando i medesimi prodotti a un costo più concorrenziale. Tante volte infatti i prezzi su Amazon sono necessariamente un po’ più alti di quelli del negozio fisico, perché Amazon non ha più la politica del prezzo più basso, e chi compra tramite la piattaforma lo fa per assicurarsi l’affidabilità tipica del marchio Amazon. E qui si apre qualcosa che ha dell’incredibile: molti clienti sono disposti a spendere anche il doppio o fino a 10 volte tanto per avere la garanzia di consegna, l’integrità del prodotto e la possibilità di fare il reso. Questo è molto importante, perché la maggior parte di chi ha un sito e-commerce non è organizzato per la gestione dei resi.

Essendo Amazon di per sé così affidabile e studiato in tutti i minimi passaggi per le vendite, l’impresa potrà in maniera molto veloce affacciarsi al mondo del commercio elettronico testando i prodotti, analizzando lo spazio nel mercato e iniziando a raccogliere feedback che sono importantissimi per orientarsi. Qui entra in gioco l’alta credibilità di Amazon agli occhi del pubblico: all’utente non vengono dubbi se approda sulla pagina di un’azienda di cui non ha mai sentito parlare, ed è soddisfatto perché non deve sorbirsi la noia di aprire l’ennesimo account.

Questo è il primo ostacolo che ogni impresa proprietaria di un sito e-commerce si trova a dover superare: far creare un account a ogni cliente. Un collo di bottiglia che su Amazon non esiste… e, credetemi, fa un’enorme differenza!

Nella prossima parte Giuseppe Maremonti spiegherà nel dettaglio i servizi offerti alle imprese che vogliono vendere su Amazon da parte di Publidesign, la sua agenzia di marketing di Brescia.

È ufficiale: approvato il bando e-commerce Lombardia 2020

E-commerce ormai indiscusso protagonista dell’incontro domanda – offerta. Una consapevolezza sempre più consolidata anche tra i vertici governativi lombardi, sensibili alla crescita del settore e impegnati nel dare concreto aiuto concreto alle aziende del territorio.

Bando e-commerce 2020. Un nuovo sostegno alle piccole e medie imprese lombarde

La Giunta di Regione Lombardia ha approvato il Bando e-commerce 2020: Nuovi mercati per le imprese lombarde. Un’opportunità a sostegno di piccole e medie imprese lombarde intenzionate a sviluppare la propria presenza sul mercato tramite una piattaforma di vendite online che guardi sia all’Italia che all’Europa.

Approfondisci: Bando e-commerce 2020, informazioni e modulo per la domanda

L’incentivo copre le spese sia per l’utilizzo di piattaforme cross border e marketplace come Amazon e eBay, sia per strumenti e-commerce di proprietà (siti web e app mobile).

Bando e-commerce 2020 Lombardia: importi e scadenze

Il bando prevede un contributo a fondo perduto che copre il 70% delle spese ammesse e sostenute.

Contributo massimo: € 10.000
Investimento minimo: € 4.000

Ogni azienda può inviare la propria candidatura una sola volta.

Le domande devono essere presentate esclusivamente in modalità telematica con firma digitale attraverso il sito http://webtelemaco.infocamere.it entro le ore 12:00 dell’11 settembre 2020.

Per l’invio telematico bisogna essere registrati ai servizi di consultazione e invio pratiche di Telemaco secondo quanto indicato sul sito www.registroimprese.it. La registrazione è da effettuarsi almeno 48 ore prima della chiusura della domanda di contributo.

Quali le spese ammesse al Bando e-commerce 2020?

Come riportato nell’allegato C, le spese per le quali è possibile usufruire dei benefici previsti dal bando sono:

  1. Accesso ai servizi di vendita online su canali prescelti;
  2. Analisi di fattibilità del progetto;
  3. Organizzazione di interventi specifici di formazione del personale;
  4. Acquisizione e utilizzo di forme di smart payment;
  5. Realizzazione di una strategia di comunicazione, informazione e promozione per il canale export digitale;
  6. Progettazione, sviluppo e/o manutenzione di sistemi e-commerce proprietari (siti e/o app mobile);
  7. Progettazione, sviluppo e/o manutenzione di piattaforme di AR Business commerce;
  8. Sostegno al posizionamento dell’offerta sui canali commerciali digitali prescelti verso i mercati esteri selezionati;
  9. Automatizzazione delle operazioni di trasferimento, aggiornamento e gestione degli articoli da e verso il web (API – Application Programming Interface);
  10. Raccordo tra le funzionalità operative del canale digitale di vendita prescelto e i propri sistemi CRM;
  11. Protezione e/o registrazione dei marchi e/o degli articoli compresi nel portafoglio prodotti nei mercati di destinazione prescelti;
  12. Campagna digital marketing e attività di promozione sui canali digitali.

È il momento giusto per investire nel tuo e-commerce!

Eri in attesa del momento giusto per creare un e-commerce che funziona? Approfitta del nuovo incentivo!

Il nostro e-commerce manager è in grado di supportarti in tutte le fasi promozionali, dalle pratiche burocratiche di accesso al bando alla parte operativa e strategica per crescere in visibilità e vendere con profitto.

I servizi e-commerce di Publidesign comprendono:

  • Consulenza fiscale e valutazione dei requisiti di accesso al bando e-commerce 2020 Lombardia;
  • Progettazione e/o implementazione siti e-commerce (WooCommerce, Magento, Prestashop…) e app mobile;
  • Iscrizione e affiliazione con i principali marketplace di vendite online – Amazon, eBay, ePrice… – comprensive di gestione catalogo prodotti, caricamento schede, stesura testi e descrizioni, indicizzazione parole chiave, creazione store ufficiali, coordinamento della logistica;
  • Registrazione marchi;
  • Gestione integrata dei social media più adatti al tuo business;
  • Implementazione e ottimizzazione campagne sponsorizzate;
  • Integrazione del sito e-commerce e del marketplace con il tuo software di fatturazione;
  • Analisi e valutazione periodiche dei risultati raggiunti.

Collaboriamo con un’azienda specializzata in bandi di gara e concorso per offrirti informazioni certe e attente analisi preliminari dei requisiti. In questo modo non avrai sorprese e potremo concentrarci insieme sullo sviluppo vincente della tua vetrina online.

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Marketing faccia di Gomma: un successo la prima edizione del Franciacorta Industrial Marketing 2019 di Publidesign.it dedicato alle imprese del settore Gomma e Plastica

Overbooking evitato solo grazie all’accurata selezione effettuata a monte da parte degli organizzatori e livello di attenzione ed interazione dei partecipanti superiore a ogni più rosea attesa: queste le caratteristiche che segnano il successo della prima edizione del Franciacorta Industrial Marketing 2019, giornata di formazione rivolta alle aziende del settore gomma e plastica svoltasi lo scorso 19 settembre 2019 e ideata dagli esperti di Publidesign.it. Il seminario, supportato da partner altamente qualificati dello sviluppo d’impresa, era strutturato come esperienza immersiva nei nuovi strumenti messi a disposizione dell’industria contemporanea dal Marketing 4.0, pane quotidiano del team Publidesign.it capitanato dal CEO e Project Manager Giuseppe Maremonti.

Proprio a lui era affidata l’apertura dei lavori, ospitati nella Casa Vetrina MORE di via Tito Speri a Corte Franca, nel Bresciano: «Con questo workshop abbiamo voluto azzardare una sfida – spiega – ovvero coinvolgere i rappresentanti di un settore produttivo storicamente radicato nel nostro territorio in un momento formativo su tecniche promozionali poco frequentate dal comparto e apparentemente distanti da esso. Abbiamo finito per scoprire che innovazione, crescita e pianificazione del futuro dell’impresa non possono prescindere da precise strategie che il marketing offre anche, forse soprattutto, alle piccole e medie imprese che intendano rendersi competitive, controllare il proprio segmento di mercato e il proprio posizionamento anche reputazionale nel contesto globale da protagoniste. Beh, sfida vinta».

Giuseppe Maremonti – Titolare e Project Manager di Publidesign.it

Per Gomma e Plastica, tra l’altro, il ragionamento vale più che per altri settori: «La diffusione di una pregiudizio culturale verso la materia trattata, percepita come pericolosa – spiega Maremonti – sta generando difficoltà per il comparto. Spesso inconsapevolmente, tuttavia, l’azienda ha già in sé gli ‘anticorpi’ per contrastare questa tendenza e riconquistare porzioni di mercato tradizionale in arretramento, ma anche e soprattutto aprirsi a nuovi orizzonti di domanda grazie alle proprie attività di studio e ricerca o all’attenzione a nuovi materiali e alla sostenibilità dei cicli produttivi. Tutto questo fermento è una parte di lavoro che va veicolato nel modo corretto, ottimizzando i metodi di acquisizione della clientela appropriata per poi controllare i flussi attraverso proiezioni, statistiche e casi di studio di quanti hanno giù adottato con successo questo approccio. Sono queste le cose che abbiamo insegnato a chi ha avuto la curiosità e la spinta ad investire nell’esplorazione di nuovi orizzonti affacciati su un inedito ma possibile futuro per gomma, plastica ed elastomeri in genere. Un futuro tutto da riraccontare, riprogettare, ricostruire».

Ed eccoli, dunque, gli argomenti passati in rassegna davanti alla platea di decisori aziendali aperti e sensibili alla riformulazione concettuale dei loro prodotti di cui la sensibilità contemporanea necessita. Innanzitutto l’Inbound Marketing, vale a dire la capacità di attrazione di contatti non ‘a strascico’ ma in maniera mirata. Trasferire informazioni utili ai propri potenziali clienti con naturalezza e spontaneità è la base per iniziare a costruire quel processo di fidelizzazione in grado poi di generare mercato divenendone interlocutori autorevoli.

Dibattito acceso, poi, sull’amletico dubbio: CRM sì o no? Beh: sì. Chi utilizza un sistema di Customer Relationship Management (CRM appunto) effettua un investimento, è vero, ma il ritorno in termini di soddisfazione della clientela, velocizzazione delle procedure e abbattimento dei margini di errore ed incertezza da cui deriva il fatturato aziendale (vendita, trattative, progetti in corso…) è talmente elevato da far pendere la bilancia costi/benefici decisamente a favore di questi ultimi, soprattutto laddove il CRM sia integrato con software gestionali come il Polimeric software ERP, per rimanere nell’universo Gomma cui è specificamente dedicato.

«Le aziende che utilizzano il Marketing CRM massimizzano gli esiti dell’attività legata ai flussi commerciali», attesta Maremonti. «Da ricerche condotte su un campione di aziende B2B – ricostruisce – emerge che paradossalmente solo il 35% del tempo lavorativo di un reparto commerciale è dedicato squisitamente alla vendita. Un paradosso, no? Abbiamo tentato di superarlo con la nostra riflessione collettiva sul Marketing le cui azioni e il cui impatto prestazionale sono misurabili e valutabili volta per volta, a patto che vengano gestite e impostate con lo stesso approccio ideale impiegato nei reparti produttivi».

Ma siccome non di solo Marketing vive il processo d’impresa, il percorso formativo messo a punto da Publidesign.it col Franciacorta Industrial Marketing 2019 è presto sceso sul campo dell’operatività. E’ stato il fondatore di Puntoexe e ideatore del MetodoPraxi – imprenditore, speaker e podcaster – Francesco Smorgoni a parlare proprio del metodo da lui messo a punto per le aziende che desiderino organizzare al meglio le proprie risorse sia umane che produttive. Come individuare e rimuovere i cosiddetti ‘colli di bottiglia’ organizzativi che talvolta ostacolano la crescita di un’azienda? In questa sessione di lavori è stata fornita la risposta.

Dall’organizzazione al prodotto, sipario aperto sui controlli di qualità. Luca Savarino (Sales Application Engineer di GOM Italia Soluzioni Metrologiche di precisione industriale 3D per l’industria) ha illustrato i vantaggi della metrologia 3D in questo tipo di processi: la correzione mirata e accorta di uno stampo può essere percepita come inciampo, e invece può rappresentare il fortunato contributo per ridurre costi e tempi di produzione assicurando vantaggio al risultato finale.

Tra i casi di scuola, ecco poi gli esempi del ‘come non si fa’ passati in rassegna da Guido Pontoglio, co-founder @Language Master Academy specializzato in formazione e comunicazione per l’estero. E’ stato lui a illustrare come NON vanno gestite le trattative coi clienti stranieri, così che poi ciascuno possa sviluppare la propria via originale ma che sia quella giusta. La massima che fa da stella polare di ogni percorso arriva da Nelson Mandela: «Parla ad una persona in una lingua che capisce e ti ascolterà con la mente, parla ad una persona nella sua lingua e ti ascolterà con il cuore».

Alla tua azienda interessano gli argomenti che abbiamo trattato? Contattaci per capire come lavoriamo.

Franciacorta Industrial Marketing 2019 per gomma e plastica (Comunicato Stampa)

Gomma e Plastica: Innovazione, crescita, pianificazione del futuro delle imprese attraverso i nuovi strumenti messi a disposizione dal marketing 4.0. Questo l’obiettivo che la giornata di formazione Franciacorta Industrial Marketing 2019, organizzata dagli esperti di Publidesign.it, offre agli imprenditori dell’industria Gomma e Plastica per il 19 settembre prossimo. L’iniziativa – che si svolge alla Casa Vetrina MORE di via Tito Speri a Corte Franca, nel Bresciano – si sostanzia in un workshop studiato per illustrare le possibilità concrete che oggi una PMI  può sfruttare per competere e controllare il proprio segmento di mercato e il proprio posizionamento anche sotto il profilo reputazionale.

«Abbiamo scelto di dedicare questa edizione del Franciacorta Industrial Marketing al settore Gomma e Plastica per rispondere a un’esigenza concreta del comparto che – spiega Giuseppe Maremonti, CEO e Project Manager di Publidesign.it – sta andando verso una crisi di reputazione per il diffondersi di una cultura che non prende in considerazione il pensiero integrale e vede nella materia trattata un pericolo. Ecco: spesso inconsapevolmente l’azienda ha già in sé gli strumenti per contrastare questa tendenza e riconquistare porzioni di mercato tradizionale in arretramento, ma anche e soprattutto aprirsi a nuovi orizzonti di domanda». 

Il marketing 4.0 è la ricetta giusta per far scattare il meccanismo: «Il nostro workshop – prosegue Maremonti – è dedicato ai ‘decisori aziendali’ perché sono coloro che scelgono la via e il futuro delle imprese. Sono loro a dover acquisire competenze circa gli strumenti più all’avanguardia e le possibilità più aggiornate per controllare, ad esempio, l’acquisizione dei clienti e, successivamente, il controllo dei flussi attraverso proiezioni, statistiche e casi di studio di quanti hanno già adottato l’approccio di ottimizzazione su cui andremo a formare la platea del Franciacorta Industrial Marketing 2019».

Investimenti nella ricerca di nuovi elastomeri e tipologie di materiali innovative, digitalizzazione industriale, studi sugli impatti ambientali e sui cicli produttivi, impegno alla sostenibilità: tutte caratteristiche che le imprese di Gomma e Plastica impareranno a valorizzare per ricondurre il settore a un appeal che si va pian piano ossidando: «Ma non se lo merita. Noi – annuncia Maremonti – spiegheremo come queste industrie grandi e piccole possono ricollocare e riconfigurare il proprio prodotto sui nuovi scenari di mercato e verso i più attuali orizzonti di sensibilità collettiva».

Ricco il programma della giornata, in cui professionisti di diversi settori tratteranno una gamma di tematiche specificamente pensate per il settore Gomma e Plastica mostrando tool, sistemi e soluzioni pratiche per organizzare e sfruttare al meglio i dati, acquisire in modo veloce, sicuro e automatico le informazioni sulla clientela, utilizzarle per progettare un Sistema e infine controllare i flussi clienti aumentandone il Lifetime Value.

Il percorso formativo si apre proprio con Maremonti a introdurre il seminario con la relazione dedicata a L’ecosistema del Marketing 4.0 – Un mondo digitale e analogico a supporto della rete commerciale. Subito dopo ecco i casi pratici. E’ il co-founder di Language Master Academy Guido Pontoglio, specializzato in formazione e comunicazione per l’estero, ad affrontare il tema delle Trattative a rischio. Come NON gestire la clientela estera. Di nuovo Maremonti per la sezione Comunicare il vero valore del tuo prodotto. Parliamo di Value Proposition.

La parola passa poi al fondatore di Puntoexe e ideatore del MetodoPraxi – imprenditore, speaker e podcaster – Francesco Smorgoni: a lui il compito di spiegare perché Le Aziende ben gestite suonano bene. Grande Sound vs. Rumore. Gabriele Graziosi (Amministratore Delegato di GOM Italia Soluzioni Metrologiche di precisione industriale 3D per l’industria) chiude l’appuntamento con la relazione Un controllo di qualità innovativo per ridurre i tempi di sviluppo prodotto. Riduzione del time to market, una sfida cruciale per aumentare la competitività.

Saranno ospiti, rappresentanti della Eurointerim di Villongo per eventuali delucidazioni in materia di gestione del personale, la Gridit di Villongo per quanto riguarda la tematica dell’infrastruttura informatica anche in ottica industria 4.0 e la ditta Italgom Cernita Automatica che farà da testimonial del progetto Marketing in essere.

«Per Gomma e Plastica – conclude Maremonti – il momento è adesso. Il momento di riraccontare per prima cosa a loro stessi i loro propri prodotti, per poi ristrutturare la corretta cultura dei loro materiali. Questa operazione fa bene a loro, ma è anche un grande contributo alla costruzione di una coscienza collettiva consapevole ed equilibrata. Che male non fa…»

E per chi vuole essere in prima linea abbiamo previsto dei biglietti limitati in early bird, ricordando che la platea dell’evento sarà indirizzata ad un numero limitato e selezionato di aziende.

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