Digital (mental) divide

L’obbiettivo dello stato italiano è dare la possibilità a tutti i cittadini di accedere ad internet con una banda di almeno 30 Megabit entro il 2020. I primi bandi per la creazione dell’infrastruttura partono quest’anno e, in teoria, dovremmo già vedere nel 2016 il progressivo aumento della banda a disposizione degli utenti e la riduzione delle aree “digital divide”. In pratica, essendo l’operazione finanziata solo per una parte dalla comunità europea e per l’altra dallo stato italiano, speriamo che le gare non vadano deserte, vista la scarsa affidabilità di quest’ultimo.

Vogliamo essere positivi e credere che anche l’Italia, attualmente piuttosto malmessa rispetto agli altri paesi europei, possa fornire connettività a tutti i suoi cittadini. Il problema non è però solo legato alla rete. Cosa se ne faranno gli italiani di tutta questa banda? Se osserviamo intorno a noi, vediamo che la maggior parte di coloro che non lavorano nel settore fanno un uso del web scarso se non nullo. Prendiamo ad esempio la scuola. Internet è utilizzato da docenti e studenti? In che modo? Si insegna ad usare questo strumento e le regole da rispettare per evitare di esserne danneggiati o danneggiare qualcuno?

Il nostro paese è digital divided nella testa prima che nella rete; se non si effettuerà nei prossimi anni una campagna di alfabetizzazione digitale molte persone, pur avendone la possibilità, non utilizzeranno iternet. Molte altre lo sfrutteranno inconsapevoli dei reali vantaggi che può dare e rischieranno di averne più danni che benefici.

Usare strumenti, senza saperne il motivo o come funzionino solo perchè è semplice farlo, può essere molto rischioso.

Per maggiori info sul Piano Banda Ultra Larga potete leggere questo articolo del Sole 24 ore

Facebook, Mi Piace. O Non Mi Piace?

Il social più famoso e discusso del web sta cambiando. Le “problematiche deontologiche” iniziali vengono progressivamente superate. Oggi Facebook è una piattaforma con utilizzi commerciali sempre più spinti: già da tempo la navigazione viene “funestata” da messaggi pubblicitari, derivanti dai cookies di remarketing che registrano le nostre ricerche sui marketplace e principali ecommerce. A breve la questione evolverà e durante l’utilizzo della piattaforma social, ci appariranno inserzioni considerate “collimanti” con il profilo che Facebook ha tracciato di noi.

Non ci sarà un peggioramento dell’interfaccia; non dovrete però stupirvi se, dopo aver messo like sul post di un vostro amico relativo ad un cantante, comincerà ad apparirvi la pubblicità del disco dello stesso cantante. Si potrebbe dire che la rete da pesca è stata resa ancor meno visibile alle prede.

Stanno preparando il pulsante Non Mi Piace che, secondo Zuckerberg, permetterà agli utenti di esprimere un ventaglio di emozioni che il solo tasto Like non riusciva a trasmettere. Mark ha tenuto a specificare che questa nuova funzione non avrà lo scopo di denigrare contenuti poco graditi ma esprimere la solidarietà a quei post in cui dire LIKE, mi piace, risulterebbe sconveniente. Facebook farà il possibile per non creare uno strumento di contestazione dei post altrui; i più maliziosi pensano che la vera preoccupazione sia ricevere i Non Mi Piace sui sulla pubblicità degli inserzionisti, creando così non pochi problemi alla piattaforma social.

E’ probabile che la nuova funzione non faccia altro che alimentare la bolgia già presente sulla piattaforma dove tutti possono dire tutto di chiunque. Come nel Voodoo, la magia del Mi Piace e del Non Mi Piace avrà effetto solo su chi ci crede, o su chi ci specula sopra. Pensare con la propria testa rimane, per ora, ancora la soluzione migliore.

Perle di saggezza per il Web

“Dalla conchiglia si può capire il mollusco, dalla casa l’inquilino.”

– Victor Hugo

Una frase dalla semplicità disarmante. Volendola coniugare all’argomento del nostro blog potremmo dire anche che dal Sito Web si capisce l’Attività.

L’invito alla riflessione su questa citazione è rivolto soprattutto a tutti coloro che non hanno alcuna presenza su Internet; che sia dovuto alla pigrizia, ignoranza o scetticismo non ha particolare importanza. Un’esercente che spende tempo e soldi per allestire le vetrine, stampare volantini, abbellire il negozio e poi snobba completamente il Web, oppure si “sforza” di spendere qualche euro e buttare un Sito fatto alla bell’e meglio, crea un paradosso. Un’azienda che fa pubblicità sui media classici (tv, radio, giornali, ecc) e poi non ha un sito web, non è molto credibile. Avere la pagina Facebook va bene (pagina mi raccomando, non profilo usato come pagina), ma non è serio non avere un proprio spazio dedicato nella rete. Oggi è più facile che venda un Sito fatto bene di un’azienda che ha una brutta sede, piuttosto del contrario.

Ritornando all’esempio della casa, se il sito web è brutto si viene visti come degli inquilini inaffidabili, se non c’è come di senzatetto.

Dedicare risorse per creare un proprio Sito o E commerce non è più un opzione è la scelta tra: ci sono o non esisto.

Perle di saggezza per il Web

“Ciò che è passato in noi resta nostro nella condivisione con gli altri.”

– Lao Tse

Qual’è il principale obbiettivo della Rete? Si potrebbe rispondere, mettere in contatto tra loro le persone. Ma per quale ragione? Per condividere. Come dimostra il crescente successo dei social, gli utenti vogliono che altri abbiano accesso ai loro pensieri, stati d’animo ed esperienze. Il Web è uno strumento altamente divulgativo in cui ognuno di noi non deve aver paura di condividere con gli altri.

Quello che abbiamo imparato tramite esperienze, belle o brutte che siano, saranno sicuramente utili a qualcuno e magari quel qualcuno le tramanderà a qualcun’altro e tutti diventeremo “immortali” perchè una persona domani citerà noi o la nostra esperienza. Il confronto e la condivisione sono essenziali per la crescita intellettuale e spirituale così come la mescolanza dei geni lo è per l’evoluzione della nostra specie. Divulgare il sapere non è pericoloso; è necessario. Se le persone che vi circondano  non sapranno almeno una parte di quello che sapete voi, come potrete riuscire a comunicare con loro?

Perle di saggezza applicate al Web

“Come raggiungere un traguardo? Senza fretta ma senza sosta.”

– Goethe

Abbiamo scelto questa frase perchè ben si sposa con la filosofia del Web. La fama istantanea ed i guadagni facili sono il miraggio preferito di chi vuole fare di Internet una fonte di guadagno. Esistono effettivamente vari casi di “fama virale” generata dal Web; alcuni contenuti, spesso dalla qualità opinabile, hanno fatto il giro del mondo in pochi minuti. Ma, come le stelle cadenti, bruciano sfavillanti per un brevissimo periodo e poi ritornano nel buio dell’oblio. Il vero successo sul Web, qualsiasi sia il campo, si ottiene costruendo la propria fortuna mattone dopo mattone, senza sosta.

Qualsiasi sia il Tuo obbiettivo, lo potrai raggiungere se lavorerai con costanza ed accuratezza. Crea un sito, crea i contenuti, utilizza i social per dare importanza a chi ti segue; se continuerai costantemente in questo lavoro migliorerai gradualmente la tua qualità e di conseguenza la tua credibilità sul Web. Fai e nel contempo impara  a fare (leggi articoli dei blog, segui webinar, frequenta corsi, ecc.).

“Come raggiungere un traguardo? Senza fretta ma senza sosta”

Crescere in digitale: la nuova opportunità per i giovani

E’ partito il nuovo progetto di Google in collaborazione con il Ministero del Lavoro e Unioncamere che punta ad aumentare l’occupazione giovanile nel settore del Web. 

Come fare questo? Vengono messe a disposizione dei giovani iscritti a Garanzia Giovani 50 ore di formazione online, laboratori e 3000 tirocini formativi retribuiti appunto da Garanzia Giovani.

Seguendo il percorso formativo online e superando un test i giovani potranno avere accesso ai laboratori di Unioncamere per la pratica sul campo ed incontrare le aziende interessate ad accoglierli nella loro struttura.

Sicuramente una possibilità in più che, in alcuni radi casi, potrà trasformarsi in un’opportunità di lavoro a tempo indeterminato (a tutele crescenti).

Chi fosse interessato (ovviamente deve essere  giovane) a tentare questa strada o le aziende che stanno cercando un tirocinante sovvenzionato dallo stato potranno avere tutte le informazioni sul sito: http://www.crescereindigitale.it/

Google veste Mobile

Se lo fa Google ci sarà un perchè. Ai più attenti non sarà sfuggito il cambio di logo che Google ha effettuato un po’ dappertutto (browser, app, ecc). Eccentricità? Tempo da perdere? Assolutamente no. Lo spiega bene Tamar Yehoshua sul blog ufficiale: vista la costante crescita di utilizzatori Web su tencologie mobile si è voluto creare una grafica che fosse compatibile con tutti questi sistemi donando nel contempo più semplicità ed intuitività alle interfacce.

Dietro a questo “nuovo vestito” c’è anche una grande azione di branding; con il passare del tempo basterà vedere un simbolo dalla grafica lineare contenente determinati colori per pernsare immediatamente a Google. Si va ben oltre il branding, è una vera e propria innovazione stilistica. Con lo studio e la sua potenza comunicativa Google crea il suo personale stile proprio come hanno fatto i più grandi stilisti di moda; avete presente il “rosso Valentino”, ecco, ora ci sarà il “Google web style”. Il motore di ricerca si appropria dei colori che lo hanno sempre contraddistinto; viene da pensare che quest’idea sia nata molto tempo fa.

Qual’è il messaggio? Google dice a tutti che non è più possibile snobbare il mobile; che oggi gli utenti preferiscono lo smartphone al computer. Google non ha fatto questo cambiamento perchè ne aveva bisogno, lo ha fatto in previsione di quello che sarà il futuro PROSSIMO.

Chiunque abbia un sito, un e-commerce, un blog o qualunque altra presenza sul Web, dovrà adeguarsi in tempi rapidi ai dispositivi mobile perchè già ora sta perdendo visualizzazioni (quindi clienti) e la cosa potrà solo peggiorare.

Per il web vale il proverbio “Chi tardi arriva, male alloggia”.

Per leggere il comunicato ufficiale sul Blog di Google: http://googleitalia.blogspot.it/2015/09/google-update.html

Go Local… Get Worldwide

Hai idea di quanto internet può essere utile alla tua attività? Sai che puoi essere in tutto il mondo con qualche centinaia di euro? E che farti pubblicità nella tua zona ti costa meno che fare un volantino?

Scriviamo questo articolo prendendo spunto da un’altro letto su Provincia di Biella.it  dove si parla di una start-up biellese che produce indumenti e accessori moda con stoffe di recupero dai campionari.

La testata pubblica dei risultati di tutto rispetto; grazie al web in pochissimi mesi la società ha aumentato il traffico web degli utenti del 10%, i contatti social del 25% e le vendite del 15%.

Evidentemente il prodotto offerto da questa start-up di Biella è particolare ed interessante; ma quanto conta il prodotto rispetto alla diffusione della sua visibilità e all’abilità di pubblicizzarlo?

Come raccontano le storie   sul sito web di Google, Eccellenzeindigitale.it, per qualsiasi attività commerciale, grande, piccola o piccolissima, usare internet è come parlare attraverso un altoparlante:

fai meno fatica perchè non devi gridare, ti sentono molte più persone di quante ti sentirebbero se gridassi e capiscono meglio quello che dici.

Hai un’attività locale come un bar, un ristorante, un salone di parrucchiere, veterinario e via dicendo? Go Local! Con strumenti semplici come Google Maps e Facebook otterrai molti più clienti che con volantini, passaparola o altri sistemi tradizionali.

Sei locale ma potresti vendere dovunque come una boutique, restauratore, mobiliere, artigiano, ferramenta e via dicendo? Go Local and Get Worldwide! Puoi aumentare i tuoi clienti locali e trovare nuovi clienti dovunque tu voglia.

Non è una questione di fortuna e non è detto che chi più spende più guadagna; sicuramente è una questione di numeri, maggiore è il numero di persone che sanno che ci sei e maggiore sarà il numero di quelle che verranno da te, è una questione statistica abbastanza semplice da capire.

Puoi fidelizzare i tuoi clienti con il volantinaggio? O forse chiamandoli al telefono tutti i giorni? Il primo metodo è troppo caro ed impegnativo (ed anti ecologico per il consumo di carta); il secondo lo scarterei per evitare possibili denunce per stalking. Con Internet tutte le tue novità, ogni giorno, ogni ora, ogni minuto sono condivise con i tuoi clienti (e le possono pure commentare e chiedere info in tempo reale); se non è fidelizzazione questa!

Per chi poi ci vuole credere veramente, consigliamo di pagare per farsi fare un progetto di web marketing annuale.

Il web, costa meno e rende di più. Go Local! Get Worldwide!

A presto.

#Hashtag invasion! Cosa cambia nella comunicazione sul Web.

Ormai li vediamo dappertutto e molti non ci fanno caso. Gli Hashtags, quelle “paroline” o “frasette” che troviamo precedute dal simbolo # sul web ed in particolare su Twitter, stanno cambiando il modo di comunicare e cercare contenuti su internet. 

Persino in televisione sono nate alcune trasmissioni il cui focus è commentare i #Tweet di personaggi famosi e i loro hashtags (questo a dimostrare come il web dia da mangiare ai fratellini meno in forze come la televisione e la stampa).

Qual’è la loro principale funzione? Si possono fondamentalmente equiparare alla sottolineatura di una parola o frase chiave all’interno di un testo che riassumono in breve il testo stesso. Se un contenuto web riguarda una ricetta vegana allora vi potremo ritrovare hashtags come #ricettavegana o #cucinavegana.

Queste sottolineature permettono di collegare specificatamente il testo ad un argomento facilitando tutti gli utenti che cercano contenuti ad esso relativi; diversi contenuti (Facebook, Instagram, Twitter, website, youtube, ecc…) vengono taggati da questi hashtag e raccolti in un unico contenitore virtuale che si crea quando viene cercato questo specifico argomento. 

Se voglio visualizzare i post Facebook inerenti la cucina vegana, scrivendo #cucinavegana vedrò quelli che sono stati indicizzati con tale hashtag; se lo scrivo su Google avrò tutti i contenuti che si sono posizionati per questo argomento e in più anche quelli che normalmente non troverei ma sono stati collegati a quelle specifiche parole chiave.

Per chi si occupa di branding è una risorsa efficace per aumentare la visibilità; interessante il caso di #dilloinitaliano menzionato in un articolo di La Stampa che grazie a questo hashtag ha raccolto in  pochi giorni oltre 70.000 firme.

Per l’utente normale è uno strumento in più per facilitare la ricerca sul web degli argomenti di proprio interesse. Il pericolo è, come accade a volte, che le persone riempiano i propri testi di hashtag troppo generici o addirittura per nulla attinenti.

L’abuso infatti risulterà deleterio per la diffusione dei contenuti; Statista.com riassume in una infografica come all’aumentare degli hashtags in un post Facebook diminuisca la sua condivisione sul social.

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Quindi si agli Hashtag, pochi ma buoni. Lo stesso Facebook ne consiglia l’uso all’interno dei post (anche se non garantisce che funzionino su tutte le piattaforme).

A presto.
                    

Avete un sito web? Attenzione! Entro il 2 giugno 2015 dovete adeguarvi con la normativa sui Cookies.

Dal 2 giugno 2015  diventeranno obbligatori i nuovi adempimenti richiesti dalla normativa europea in materia di privacy sul web in particolare: l’informativa obbligatoria per i siti web che utilizzano cookies.

Apparentemente semplice nei punti richiesti, potrebbe non esserlo altrettanto nella realizzazione:

– all’ingresso nel sito l’informativa deve essere data in bell’evidenza tramite un banner o finestra pop-up (la normativa parla solo di banner ma nell’esempio grafico è un pop-up), prima che il consenso venga fornito nessun cookie, ad eccezione di alcuni specifici, può essere installato

– dare la possibilità all’utente di visionare la cookies policy completa (che tipo di dati vengono raccolti, per che finalità, chi li gestisce e dove)

richiedere il consenso all’utente per l’utilizzo di questi cookies

Il primo punto è probabilmente il più semplice da realizzare; se gestite direttamente voi il sito e non siete particolarmente avvezzi allo sviluppo potete utilizzare un’applicazione online gratuita come ad esempio Iubenda. In caso non abbiate possibilità di farlo dovrete rivolgervi alla webagency che vi ha sviluppato il sito oppure ad un’altra perchè ve lo sistemi (cosa sicuramente più costosa che rivolgersi allo sviluppatore originale)

Tra i cookie utilizzabili senza informativa o consenso, che possono essere di conseguenza caricati immediatamente all’accesso nel sito:

– quelli tecnici strettamente necessari all’erogazione del servizio

– quelli di statistica gestiti direttamente dal titolare del trattamento

– i cookies di terze parti quando i dati immagazzinati vengano resi anonimi (questi sono ancora in discussione)

Per quanto riguarda i cookies tecnici e quelli di profilazione anonima, il Garante della Privacy, in un provvedimento del 8 maggio 2014, li indica come quelli installati per  “effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica, o nella misura strettamente necessaria al fornitore di un servizio della società dell’informazione esplicitamente richiesto dall’abbonato o dall’utente a erogare tale servizio” (cfr. art. 122, comma 1, del Codice); trattasi di cookies rivolti a facilitare la navigazione all’interno del sito e che permettono di compiere le funzionalità per cui l’utente ha effettuato l’accesso allo stesso (autenticazione area riservata, profilazione per effettuare acquisti, quelli analitici per la raccolta in forma aggregata ed anonima di dati se utilizzati direttamente dal Gestore del sito a fini statistici e previsionali, quelli funzionali alla navigazione come lingua, categorie d’interesse, prodotti ecc.)

Ad una prima analisi della normativa sembra evidenziato che, se i dati raccolti dai cookies non vengono memorizzati per fini commerciali (finalizzati a “definire il profilo o la personalità dell’interessato, o ad analizzare abitudini o scelte di consumo, ovvero a  monitorare l’utilizzo di servizi di comunicazione elettronica con esclusione dei trattamenti tecnicamente indispensabili per fornire i servizi medesimi agli utenti”) o non si accede a dati memorizzati all’interno della macchina che l’utente utilizza per la navigazione, problemi non ce ne siano.

Per i cookies gestiti da “terze parti” con aggregazione dei dati in forma anonima è in corso una discussione se siano assimilabili a quelli utilizzati direttamente dal Gestore del sito; il fatto che i dati siano raccolti in forma aggregata ed anonima per essere utilizzati esclusivamente da chi gestisce il siteweb, li rende equiparabili a quelli per cui non è richiesto il consenso (l’informativa è sempre meglio darla comunque)

Riassumendo brevemente le cose più importanti da fare sono: il banner informativo (è il minimo per non farsi beccare al primo colpo), l’informativa estesa (che vi può redigere il vostro legale o meglio ancora un servizio online come Iubenda), non mettere nessun cookie di profilazione individuale in home page prima che venga data l’informativa in cui si specifica che “ proseguendo la navigazione e/o cliccando sugli oggetti ed immagini del sito si accettano implicitamente evetuali cookies ad essi collegati”.

E il gioco dovrebbe essere fatto.