Lead e prospect: come ottenere nuovi clienti con la Lead Generation

lead e prospect

Lavorare sui concetti di lead e prospect per chi si occupa di web marketing e Lead Generation è fondamentale. Perché troppo spesso si ragiona in termini di vendita diretta, ignorando il fatto che non sempre la strada è così semplice e lineare. Detto in altre parole, ci sono settori in cui la conversione finale non si ottiene con un semplice passaggio sulla landing page.

Il concetto di inbound marketing ti dà la possibilità di aggirare tutto ciò che ormai viene visto come fumo negli occhi. Sto parlando della pubblicità non contestualizzata che interrompe e rovina l’esperienza di navigazione.

Oggi devi essere la risorsa che il pubblico spera di trovare online. In più devi aggiungere che è difficile passare da utente sconosciuto che visita per la prima volta il tuo blog a cliente. Devi trovare il modo di generare dei lead, e magari alimentarli fino alla condizione di prospect. Qui c’è l’ultimo passo del funnel: diventare cliente. Ma è così semplice?

Da leggere: come vendere con l’inbound marketing

Lead generatione e Funnel marketing: lead e prospect

Per capire i concetti che ho appena elencato bisogna posizionarli nel contesto giusto. Ad esempio, tu sai cos’è un lead? Si tratta di un utente che ha fatto un passo avanti e da perfetto sconosciuto si è palesato come persona potenzialmente interessata a ciò che fai. Ha eseguito un atto di fede importante per il tuo business, ha lasciato una traccia (tipo l’email) che l’azienda potrà usare per ricontattare quello che viene visto come un potenziale cliente.

Come comprendere l’essenza del lead

Questo elemento può essere definito così: il primo passo verso una transazione economica all’interno di un sales funnel. Vale a dire un percorso che filtra una massa anonima e porta le persone utili verso un obiettivo aziendale desiderabile.

Parlo della vendita. Hai portato l’audience sul tuo sito attraverso blog, social media marketing, SEO e altro ancora. Adesso la pagina di atterraggio o i vari moduli con call to action hanno raggiunto l’obiettivo. Quel contatto è diventato un lead, magari lasciando la sua email in cambio di un prodotto che fa da lead magnet (ebook, trial, demo, contenuti vari).

A questo punto entra in scena il prospect

Vale a dire uno stadio avanzato, un passaggio avanti verso la conversione. Così come non tutti i business possono contare su una vendita diretta (mi piace quindi lo compro), altre realtà devono puntare su un passaggio in più. Vale a dire quello del prospect. Con questo concetto intendiamo i contatti che sono sempre più protesi verso la conversione.

funnel
Esempio di funnel secondo Moz.

Si tratta di una condizione che riguarda tutti i tipi di funnel? Chiaro, non è così. Alcune aziende hanno dei processi di vendita più snelli e immediati. Quindi non devi effettuare tanti passaggi per riprendere i contatti di chi è quasi convinto e ha bisogno di un motivo in più per concludere la trattativa. Ma questo vale sempre?

Differenza tra B2C e B2B per lead e prospect

Spesso la differenza tra questi settori è data proprio dal binomio lead e prospect. Nel business to customer (dall’azienda al cliente finale) i processi di vendita sono più semplici e immediati. Si lavora soprattutto sull’emotività, sull’impulso e sul desiderio. Lavorare sulla piramide dei bisogni di Maslow è molto più semplice in questi casi.

Il rapporto è immediato perché puoi fare leva anche su pulsioni ancestrali, potenti se le sai manipolare. Quindi non c’è bisogno di convincere, ricontattare e lavorare sul content marketing per produrre un percorso di lead nurturing articolato. O almeno non è sempre così, spesso basta una buona newsletter e un po’ di remarketing.

Con il B2B (dall’azienda a un altro fornitore) le cose cambiano. Non è un percorso omogeneo, ci sono differenze rilevanti in questo ramo, ma il fil rouge è chiaro: qui si pondera ogni decisione. Nulla viene lasciato al caso.

Un esempio concreto per comprendere il processo

Se devo comprare un costume da bagno per me posso lasciarmi guidare dall’istinto o dal piacere; se mi trovo nella condizione di scegliere le divise per chi lavora in uno stabilimento balneare la situazione è ben diversa.

Magari valuto il rapporto qualità/prezzo, la possibilità di poter aggiungere il logo aziendale, la spedizione e i resi per i prodotti fallati. A questo punto prendo contatti con l’azienda e divento un lead, mi mandano il catalogo (content marketing) e dopo una settimana mi ricontattano via email con un PDF dedicato a una ricerca interna. Titolo?

Il materiale che usiamo per i costumi è più resistente del 90% rispetto al cotone normale.

Mando un’email per chiedere ulteriori informazioni e divento un prospect. La risposta si conclude con uno sconto del 10% per chi acquista 6 mesi prima della stagione estiva. Ok, il cliente è servito: anche se l’esempio non è dettagliato, e non prende in considerazione, i possibili intoppi, può essere un buon manifesto del lavoro da svolgere.

Come muoversi in un percorso di vendita

C’è una similitudine importante tra lead e prospect: in entrambi i casi devi sviluppare tre strategie coerenti e parallele che ti consentono di ottenere il miglior risultato possibile in qualsiasi caso. Sto parlando di:

  • Lead generation.
  • Content marketing.
  • Lead nurturing.

Devi capire come ottenere i contatti utili. Nella maggior parte dei casi lo strumento principale è quello dell’email marketing, più versatile ma anche robusto e con una buona letteratura alle spalle. Quindi, come ottenere i contatti delle persone che vuoi raggiungere? Devi operare sul lead magnet: una merce che usi per attivare un baratto.

Il ritorno a un’economia dello scambio

Io ti do qualcosa (ebook, evento gratuito, webinar, grafici, ricerche, immagini gratis) e tu lasci l’email. A questo punto è necessario implementare un processo che sicuramente hai già attivato: quello del content marketing. Hai creato qualcosa per attirare i potenziali clienti? Perfetto, adesso devi studiare un percorso di contenuti per accontentare chi è interessato a ciò che fai, ma anche chi è quasi convinto e ha bisogno di un’ultima spinta per lanciarsi nell’acquisto.

No, il content marketing non si traduce in scrittura di articoli per il blog. In un funnel di vendita con lead e prospect vuol dire creare un calendario editoriale per il diario , certo, ma anche studiare un percorso di coupon per smuovere i primi passi verso la vendita e generare dei white paper e dei case study che vadano oltre il semplice articolo informativo.

Sei pronto per acquisire nuovi clienti online?

Dipende. Molte aziende sentono parlare di lead generation e funnel di vendita, pensano di poter gestire queste strategie con i propri mezzi o con un’infarinatura generica. In realtà il lavoro da svolgere con lead e prospect non è semplice. Anzi, può diventare un passaggio complesso. D’altro canto i vantaggi possono essere insuperabili, ad esempio?

Puoi avere un processo automatizzato che ti porta costantemente clienti. E se hai un business scalabile, quindi che non contempla il tuo impegno di tempo per ogni cliente, tutto questo può diventare ancora più interessante. Soprattutto se si prendono in considerazione le varie tecniche di marketing automation che schematizzano i percorsi creando delle azioni programmate e automatizzate grazie ai vari software. Mailchimp, ad esempio, è uno di questi ma ce ne sono anche altri.

Da leggere: esempi virtuosi di inbound marketing

Cosa ne pensi della Lead Generation?

Chi si occupa di vendita online, formazione in aula, eventi e infoprodotti – solo per fare qualche esempio – dovrebbe prendere in considerazione l’idea di strutturare un funnel di vendita. Sei d’accordo? Tu come hai deciso di affrontare questo tema? Ti aspetto nei commenti per parlare insieme di questo argomento così importante.

Come applicare le fasi essenziali dell’inbound marketing

esempi di inbound marketing

Gli esempi di inbound marketing parlano chiaro: per applicare gli snodi essenziali di questa strategia hai bisogno di pianificazione concreta e stabilita a monte. Detto in altre parole non puoi improvvisare e trattare questa procedura come una semplice successione di azioni scollegate.

Anzi, chi lavora in questo mondo sa che l’inbound marketing è, in primo luogo, un’idea che si insinua nella strategia: farsi trovare nel momento in cui le persone hanno bisogno di te. Seth Godin affronta il tema dalla prospettiva del permission marketing e lancia un messaggio: non basta interrompere per fare in modo che ti scelgano.

Devi guadagnarti la fiducia, e lo devi fare seguendo un percorso sempre mutevole ma che ha delle fasi ben precise. Anche se nella pratica tutto viene messo in discussione ci sono dei passaggi che dovrebbero essere sempre ascoltati.

Quali sono gli esempi di inbound marketing da prendere come riferimento? Ecco le procedure da organizzare quando decidi di portare i contatti giusti sul tuo sito web, rinunciando sempre all’interruzione dell’esperienza utente.

Da leggere: come vendere con l’inbound marketing

L’utente non ti conosce: come raggiungerlo?

Questa è la prima fase del funnel e tra gli esempi di inbound marketing si potrebbero citare soluzioni diverse per superare il primo punto, ovvero quello che trasforma perfetti sconosciuti in fruitori del tuo messaggio.

Tra gli esempi di inbound marketing che preferisco cito il blog aziendale, un tool versatile e perfettamente a suo agio nell’universo dei contenuti online. Ma come funziona questo strumento? E quali sono i benefit?

Il vantaggio del diario online

Grazie alla sua struttura – un insieme di articoli divisi per categorie – il blog consente all’imprenditore o al libero professionista di farsi trovare su Google attraverso ricerche informazionali. Vale a dire quelle ricerche che non contemplano un bisogno commerciale come la transazione ma hanno necessità di risposta.

blog aziendale
Esempi di Inbound Marketing: ecco il blog di Hubspot.

Ad esempio, se in un ecommerce di scarpe le schede si posizionano per il nome prodotto, l’articolo del blog darà spiegazioni sul come si puliscono le Adidas bianche. Dando una risposta chiara a un potenziale cliente. Inoltre questo contenuto diventa riutilizzabile sui social e anche qui puoi portare traffico potenzialmente interessato alla vendita.

L’importanza dell’advertising

Non ignorare la possibilità di usare la pubblicità quando si lavora per portare utenti che non ti conoscono verso le pagine di conversione. Mentre il blog è fondamentale per le query informazionali, le sponsorizzazioni su AdWords e Facebook Ads sono decisive per le pagine che monetizzano. E che hanno sempre un posto d’onore nella tua attività.

Attenzione, con la formula esposta da questi programmi – molto vicini al concetto di native advertising – non parliamo di interruzione della fruizione dei contenuti. Una buona pubblicità è quella che si fa trovare nel momento in cui le persone giuste, allineate al target, hanno bisogno di quel messaggio.

Trasformare il lettore in lead (o cliente)

Dipende dal tipo di business, ci sono percorsi semplici che si concludono con una vendita diretta. Altri che, invece, dopo la prima email iniziano un processo di lavoro (workflow) che porta il lead a diventare customer. O magari prima prospect. Ma prima di tutto questo c’è il passaggio che trasforma il semplice visitatore in qualcosa di diverso.

Tra gli esempi di inbound marketing più efficaci devo per forza citare la landing page, testa d’ariete che apre le porte del tuo potenziale acquirente e convince il lettore a compiere un’azione. Come deve essere strutturata questa realtà?

landing page
Ancora un esempio di inbound marketing efficace.

Difficile riassumere in poche parole, aspetto decisivo è la capacità di creare un contenuto basato sulla value proposition. Vale a dire una promessa, un passaggio chiave che convince l’utente e parla ai suoi bisogni più impellenti.

La landing page non deve solo informare, non è un manuale d’istruzione o una scheda tecnica. Si tratta di un capolavoro di copywriting persuasivo e web design che porta la navigazione verso punti imprescindibili che iniziano con una headline e continuano con tre buoni motivi, visual e testimonial. Fino a raggiungere la call to action.

L’importanza del flusso di lavoro

La chiamata all’azione convince il pubblico a compiere un’azione. Vale a dire ciò che ti serve per avere una conversione utile al tuo business. Ora, puoi vendere un infoprodotto e questo processo si chiude con la vendita dell’ebook o del videocorso. Oppure puoi creare una landing page per vendere le tue consulenze, quindi l’email è solo il primo passo.

In ogni caso devi fare molta attenzione alla struttura di questo elemento. Deve essere in grado di farsi notare all’interno della pagina, quindi devi dare gli spazi giusti per evitare che il bottone si confonda con altri elementi grafici e testuali. Poi devi fare in modo che il copy sua in grado di trasmettere il valore che comporta l’azione che si sta per svolgere.

Difficile ottenere un buon risultato solo con il testo del bottone? Capisco, ecco perché conviene usare dei testi che incorniciano questi bottoni: in questo modo puoi dare valore al click (o al tap se si lavora da telefonino) senza impegnare la grafica con un copy abbondante e spropositato.

Prendi in considerazione un CRM software

Una volta ricevuta l’email, poi, inizia il processo che porta verso la conversione. Spesso non è così semplice e devi organizzare la conversazione con un CRM, software per fare customer relationship management in modo strutturato.

Ad esempio organizzando le email da mandare ai lead che non rispondono o non sono ancora convinti dell’acquisto. Ciò avviene soprattutto nell’universo B2B dove gli acquisti sono ponderati, calcolati, non basati sull’emotività.

Trasformare il cliente in ambassador

L’ultimo step del flusso porta con sé un concetto decisivo: deliziare il cliente. L’inbound marketing non si chiude con la vendita, ma punta alla trasformazione del customer in entusiast. Vale a dire un evangelista, un individuo genuinamente convinto della superiorità del tuo brand. Questo avviene attraverso un customer care attento, un lavoro di social media marketing puntuale e un’opera di email marketing che non usa le newsletter solo per mandare proposte commerciali.

Avere l’indirizzo di posta elettronica di una persona che ha lasciato, in modo volontario, il proprio contatto è importante. Perché in questo modo puoi nutrire l’utente, puoi raggiungerlo con contenuti utili e mai invasivi. Qualcosa di speciale che va oltre il semplice articolo del blog (da non disprezzare) ma che si presenta come un dono.

Punta sui gruppi di Facebook

Mantenere viva la community è importante e l’email marketing è uno degli strumenti principali. Però non è l’unico. Oggi puoi lavorare alla grande anche con i gruppi su Facebook, ambienti in cui gli individui seguono il tuo lavoro e possono discutere insieme su un argomento. Il tuo compito non è quello di usare il gruppo per fare spam e lanciare i tuoi link: lascia spazio al confronto e alimenta i follower con qualcosa che si può trovare solo nel mondo digitale.

Da non perdere: esempi di lead generation che funzionano

Esempi di Inbound Marketing

In questo articolo ho elencato una serie di pratiche concrete e interessanti (almeno dal mio punto di vista) per portare sul campo le idee espresse dalla teoria legata all’inbound marketing. Un aspetto della strategia in generale che diventa più una sorta di linea guida, un faro da seguire per evitare errore che oggi il pubblico (e poi i clienti) non perdona più.

Tu sei pronto a mettere in campo questi esempi di inbound marketing? Lascia la tua esperienza nei commenti di quest’articolo, affrontiamo insieme l’argomento così importante per chi si occupa di web marketing.

Cos’è la value proposition e come usarla per esprimere il valore della tua azienda

value proposition

Quando chiedono maggiori informazioni sulla value proposition cerco sempre di posizionare alcuni punti. Il primo: mai mettere in secondo piano gli aspetti teorici rispetto a quelli pratici. Spesso si pensa di poter sorvolare su dei passaggi che sembrano superflui. Ma in realtà affondano le radici negli aspetti più profondi del tuo brand.

Il secondo passaggio è chiaro: non esiste azienda che può tirarsi indietro di fronte a questa necessità. Una riflessione su questi punti può essere decisiva a prescindere dalle dimensioni dell’impresa, perché ogni brand ha determinate esigenze. Lo stesso vale per i prodotti e i servizi. Adesso però l’argomento lo devo affrontare con metodo.

Da leggere: esempi virtuosi di lead generation

Cos’è la value proposition: definizione

Con questo termine si intende quello che molti esperti di web marketing chiamano Santo Graal del brand. Sto parlando della promessa di valore, ciò che le aziende comunicano al potenziale cliente per tentare di intercettare l’interesse necessario per aumentare il bacino di potenziali clienti. La strategia aziendale è questa, non puoi fare altrimenti.

La proposta di valore non riguarda solo la marca in generale, ma può estendersi a diverse realtà che fanno capo all’azienda. Ad esempio posso prevedere una value proposition a livello di campagna pubblicitaria, o per un singolo prodotto. E ogni elemento grafico o testuale deve essere proteso verso il raggiungimento dell’obiettivo.

Perché è importante questa promessa?

Il motivo è semplice: fa riferimento alla nostra attività di lasciarci guidare dalle emozioni, dai sentimenti impliciti che parlano a meccanismi profondi della psiche. Tutti hanno bisogno di sapere che c’è una marcia in più per superare l’obiettivo, e quel brand te lo ricorda ogni giorno. Ogni volta che vedi le bande dell’Adidas con il pay-off che recita:

[mk_blockquote style=”quote-style” font_family=”none” text_size=”16″ align=”left”]Impossible is nothing.[/mk_blockquote]

Ho letto promesse e proposte concrete, capaci di creare la differenza nel momento in cui un addetto ai lavori arriva sul sito web e nota che può fare determinate operazioni con semplicità. Oppure ci sono degli approcci generici ed emotivi. Perfetti per un pubblico ampio. Tutto dipende da cosa suggerisce l’analisi.

Questo mi sembra un buon punto di partenza. L’aspetto che desidero mettere in evidenza riguarda la necessità di usare lo strumento di marketing che risponde al nome di value proposition per migliorare la relazione tra offerta e bisogni.

Concentrare la tua promessa, il valore che puoi dare a una campagna o a un prodotto, intorno alle necessità del pubblico è il passaggio più importante. E la comunicazione parte proprio da questo, dalla definizione di ciò che puoi fare per il lead e prospect. Vale a dire i potenziali clienti che vuoi portare verso la conversione tanto attesa.

Canvas per value proposition in azienda

In precedenza ho parlato della necessità di analizzare il brand per creare una value proposition. Non è semplice perché chiama in causa l’intera organizzazione, con una riflessione profonda e articolata. Ma due sono le buone notizie: per le aziende piccole il lavoro è meno impegnativo rispetto a ciò che devi svolgere per grandi realtà.

Canvas per value proposition in azienda
Un modello per ragionare sulla value proposition.

Il secondo: ci sono degli strumenti che ti possono aiutare a semplificare il lavoro. Uno di questi è il Value Proposition Canvas, uno schema che ti dà la possibilità di organizzare tutto ciò che può fare la differenza per creare una promessa valida, capace di incontrare un determinato segmento di pubblico. Come si usa questo strumento? Hai spazi per:

  • Prodotti e servizi
  • Generatori di vantaggi.
  • Riduttori di difficoltà.

Questo per quanto riguarda il quadrato, ciò che puoi offrire. Il cerchio invece è dedicato ai segmenti clienti, vale a dire il passaggio che ti consente di ipotizzare le richieste delle persone da raggiungere. Lavorando con questa utility è possibile avere una riflessione chiara sulla value proposition. Trovi il tool in questione nella pagina in basso.

[mk_button dimension=”three” size=”medium” outline_skin=”dark” bg_color=”#00c8d7″ text_color=”light” icon=”moon-quill” url=”https://www.businessmodelcanvas.it/scarica-gli-strumenti/” target=”_self” align=”center” id=”Buton ID” margin_top=”0″ margin_bottom=”15″]Scarica il file e crea un modello Canvas per la tua azienda[/mk_button]

Esempi pratici di value proposition

Ora capisco le tue necessità: vuoi dei casi concreti per capire come lavorare in questo settore. Hai bisogno di esempi, ecco. E allora ho pensato di raccogliere alcuni claim, headline e pay-off di siti web che in qualche modo riescono a completare una promessa fatta all’utente. Comunicando con chiarezza e senza sbavature, per migliorare il risultato.

Esempi value proposition

Nel primo caso hai la home page di Moz che fa leva sui numeri e sul desiderio del pubblico specializzato in ottimizzazione SEO di farsi trovare. Il titolo principale nella home page dice questo: le alternative guidano il potenziale cliente verso la soluzione desiderata. MailUp è ancora più semplice e immediato: tre parole per descrivere un servizio.

Le aspettative sono importanti. In ballo c’è la grande fusione tra due elementi storici: complessità e semplicità. Sarà veramente così? Fa parte del gioco, la promessa è sul tavolo. E il visual spinge verso una risoluzione positiva.

Esempi promessa di valore e proposizione

Immagino la tua reazione di fronte a simili casi: non tutti possono lavorare a questi livelli. Perché? Chiarire la value proposition è un lavoro necessario e può essere svolto da ogni azienda con un prodotto e un’offerta chiara.

Spesso pretende semplificazione e riorganizzazione dei parametri, a monte deve esserci una riflessione sui valori. C’è un aspetto da considerare: i vantaggi sono inestimabili, basta un titolo degno di questo nome per fare tanto.

Da leggere: commercio 2.0 e lead generation

La tua azienda ha bisogno di tutto questo?

Riprendo il passaggio che ho esposto all’inizio di quest’articolo: non è una questione di grandezza, ogni azienda può e deve lavorare in modo da posizionare il proprio benefit per far emergere ciò che fa la differenza rispetto ai concorrenti.

Non puoi lanciarti sul mercato, che sia grande, piccolo o local, senza conoscere qual è il valore per i tuoi clienti e cosa puoi offrire in più nei confronti dei competitor.


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Come vendere con l’inbound marketing

vendere con l'inbound marketing

Sai cosa significa vendere con l’inbound marketing? Molto semplice, è il processo più naturale e logico possibile. Se vuoi ottenere buoni risultati dal tuo ecommerce, o da qualsiasi attività con una transazione online, non hai scelta.

Devi puntare su questa metodologia, su quest’idea vincente. Perché l’inbound marketing è questo: un concetto che abbraccia tutto, un modo di fare promozione, una strada da seguire sempre. Non solo oggi o domani. Perché qui si tratta di farsi trovare dalle persone giuste nel momento in cui hanno bisogno di te, non di interrompere il flusso dei contenuti.

Anzi, quando decidi di vendere con l’inbound marketing tu sei il contenuto utile. Sei tu a creare qualcosa di interessante che le persone cercano e vogliono. Nel frattempo si interessano al tuo brand e iniziano a valutare la possibile transazione. Così funziona, giusto? Vuoi saperne di più? Continua a leggere per approfondire il tema.

Da non perdere: esempi di lead generation che funzionano

Individua i bisogni informativi del pubblico

Il concetto: le persone hanno esigenze diverse che possono emergere anche, e non solo, con una keyword research. Qui emergono ricerche informazionali e transazionali, legate cioè a necessità diverse. Con le prime query le persone cercano dati e risposte per risolvere problemi, dubbi e necessità; le seconde permettono ai singoli di fare qualcosa.

come vendere con l'inbound marketing
Uno schema delle keyword da coprire – Moz

Ad esempio acquistare, prenotare, scaricare. Per soddisfare queste necessità puoi usare pagine pensate per vendere, tipo le landing page. Per intercettare quell’altra sezione del traffico (che rappresenta la gran parte delle richieste) puoi usare gli strumenti per vendere con l’inbound marketing. Che sono tanti, anche se uno dei più efficaci è il blog.

Parlare dei bisogni informativi vuol dire, in primo luogo, comprendere le persone che ti stanno di fronte mentre leggono il tuo contenuto. Per questo può essere utile fare una riflessione di due attori in campo con un’analisi SWOT per approfondire il tuo brand e una ricerca sulle reader personas. In questo modo tutto diventa più facile.

Scegli il contenuto giusto per comunicare

Con un diario online scrivi articoli capaci di intercettare le richieste espresse sul motore di ricerca. E generi traffico sui social, ma alimenti le newsletter con link utili e raduni la community intorno alle discussioni che nascono nei commenti. Insomma, questo è lo strumento principale per attivare il meccanismo.

Ma ha bisogno di un’attenta pianificazione per far sì che il processo venga attivato nel miglior modo possibile. Sto parlando di un flusso di utenti che entra nel funnel di vendita grazie a un percorso già noto a chi lavora in questo settore. Che deve essere sempre ricordato per fare una giusta informazione sull’argomento. Ecco di cosa parlo.

Le persone non mi conoscono ma intercettano il mio blog grazie agli articoli. Qui ci sono banner e link che portano verso landing page per concludere la vendita. Per ottenere questo risultato devi fare in modo che la platea sia sempre interessata a ciò che stai scrivendo. Come si ottiene questo risultato? Affrontiamo il tema nel prossimo step.

Crea un flusso di pubblicazioni necessarie

Per vendere con l’inbound marketing ci sono tante soluzioni, io preferisco quella del blog aziendale magari affiancato all’ecommerce. Per far muovere tutto ciò, però, hai bisogno di una buona analisi keyword che può essere portata avanti con strumenti differenti. Ad esempio puoi usare Keyword Planner, Semrush e Seozoom per una prima scrematura.

Poi ci sono altri SEO tool – Answer The Public, Google Trends e Ubersuggest su tutti – che ti consentono di andare in profondità e analizzare le long tail keyword. Vale a dire le parole chiave che riprendono intenti di ricerca dettagliati e che si esprimono con query articolate. Ora devi creare un documento di sintesi, esplicato su file Excel e mappa mentale: per le keyword commerciali si creano landing page e per quelle informazionali puoi sfruttare il blog.

Così definisci un calendario editoriale delle pubblicazioni. Questo documento dà al blogger la possibilità di gestire i titoli nel miglior modo possibile. Ovvero spalmando nel tempo le headline necessarie per raggiungere le persone. Tutto questo tenendo presente una serie di fattori imprescindibili come la stagionalità delle keyword.

Porta sulle pagine per creare conversioni

Il traffico generato dal blog (o da qualsiasi altro metodo per implementare la strategia di inbound marketing) deve essere diretto verso qualcosa di concreto. Tipo una scheda prodotto ecommerce da migliorare sempre. In che direzione? Mi sembra chiaro: verso la vendita online. Lo stesso discorso riguarda altri tipi di pagine destinazione:

  • Landing page per inviare preventivo.
  • Risorse per prenotare un evento.
  • Schede per pianificare un viaggio.

Le idee fondamentali: per avere dei risultati degni di nota devi prevedere una pagina per ogni offerta, è difficile vendere due prodotti in un unico luogo. E poi devi puntare sui test. Senza prove e nuove soluzioni per migliorare le prestazioni di queste risorse rischi di ritrovarti con risultati piatti. Mentre il lavoro per vendere con l’inbound marketing è proteso verso il miglioramento dei frutti. Questo grazie a un monitoraggio ragionato.

Non dimenticare di fare lead generation

Perché non sempre le persone sono pronte per un acquisto diretto. Il blog può essere una buona soluzione per aumentare le vendite di un ecommerce perché porti il pubblico dall’articolo alla scheda e faciliti il contratto finale. Ma in molti settori (soprattutto B2B) la transazione ha bisogno di tempo e di maggiori informazioni.

Ecco perché fare lead generation può essere la carta vincente. In questo modo, infatti, acquisisci i contatti dei potenziali clienti. E li raggiungi con una comunicazione ponderata, basata sul concetto di lead nurturing che prevede un processo capace di alimentare il singolo. Per portarlo lentamente in un funnel di vendita basato su contenuti diversi.

funnel
Il funnel di vendita – Moz

Sto parlando di un flusso che passa dall’email generica a quella specifica, con informazioni sempre più rivolte verso la conversione finale. Aprire un sito web capace di convertire è importante, ma avere una lista di contatti è fondamentale.

L’inbound marketing comprende queste metodologie. Un buon lavoro di blogging, così come altri, ti aiuta ad aumentare i contatti. Puoi adattare un form nella sidebar o in un pop-up, magari metti a disposizione dei contenuti gratis da scaricare dopo l’inserimento dell’email. Queste dinamiche possono fare la differenza per lo shop online.

Vendere con l’inbound marketing: la tua idea

Qui trovi una serie di indicazioni rispetto al concetto di vendita che viene migliorata e implementata grazie all’inbound marketing. Una strategia promozionale che rompe lo schema dell’interruption marketing, per usare le parole di Seth Godin, abbracciando la necessità di chiedere il permesso alle persone. E lo puoi fare con i contenuti utili che ti ho indicato. Vuoi aggiungere qualcosa? Qual è la tua idea? Lascia la tua opinione sull’argomento nei commenti.

I punti essenziali per organizzare una campagna di lead generation

Come fare una campagna di lead generation

Sai cosa significa definire i passi di una campagna di lead generation? Per alcune realtà aziendali questa è la strada essenziale per ottenere dei buoni risultati. E per fare in modo che le conversioni arrivino sfruttando uno dei metodi più efficaci. Ovvero la raccolta e l’organizzazione dei contatti legati ai tuoi potenziali clienti, i nomi da raggiungere.

Il punto essenziale è questo: puoi lavorare con il social media marketing, con la SEO e con il content marketing ma non c’è niente di più efficace del contatto diretto con le persone che potrebbero diventare parte integrante del tuo progetto.

Questo è vero se c’è una buona attenzione nei confronti delle tecniche che ti consentono di creare una strategia di lead generation efficace. Quali sono i punti decisivi di questo percorso? Perché non puoi improvvisare e lavorare sulla raccolta dei contatti senza una definizione chiara degli strumenti e degli obiettivi? Ecco quello che devi sapere.

Per approfondire: fare email marketing con MailChimp

Significato di lead generation: definizione

Prima di capire come fare una campagna di lead generation è giusto sottolinearne l’essenza. Con questo termine si intende il lavoro per organizzare i contatti di persone utili al tuo scopo in liste ponderate. In questo modo puoi raggiungere le persone che ti interessano. In che modo? Con le email, o i messaggi privati. Ci sono più modi per fare lead generation ma la base di partenza è questa: organizzare i contatti in modo da raggiungerli con un’unica azione.

Per questo, come vedrai in seguito, c’è bisogno di uno strumento che ti consenta di lavorare in modi differenti. In primo luogo devi immagazzinare i contatti e poi li devi segmentare. Questo punto è essenziale per ottenere dei risultati migliori.

La divergenza tra un messaggio inviato a una massa indistinta e un contenuto pensato intorno a profili ben delineati è chiara: solo conoscendo bene il target di riferimento puoi fare la differenza. Altrimenti rischi di sprecare le risorse con una comunicazione che prova a essere valida per tutti. In realtà rischia di essere vuota, inutile, superficiale.

Cos’è e come funziona la strategia

Quando lavori su una campagna di lead generation devi puntare su elementi chiari, non puoi sorvolare su ciò che ti consente di raggiungere i risultati. Ecco, quali sono? In primo luogo l’azione ha bisogno di un obiettivo.

Cosa vuoi raggiungere con la tua attività di lead generation? Vuoi vendere prodotti online o preferisci lavorare su prenotazioni? Tutto dipende dal tipo di business che vuoi sviluppare, ma la base di partenza è un’altra: questo lavoro è strettamente collegato con altri aspetti che non puoi sorvolare. Qualche elemento? Ecco cosa devi considerare.

Lead magnet: attira le persone giuste

Prima di iniziare con il tuo lavoro di lead generation devi capire qual è la strada necessaria per intercettare i contatti da inserire nella lista. Per questo devi avere un lead magnet, un elemento che permetta al tuo business di raccogliere email.

Nella maggior parte dei casi parliamo di doni ed elementi vantaggiosi per le persone che vuoi raggiungere. Qualche esempio concreto? A volte si dà la possibilità di scaricare ebook dopo aver lasciato l’email, oppure si dà accesso a documenti e ricerche avanzate. In altri casi c’è la possibilità di ottenere uno sconto, una versione trial di un tool. Insomma, devi dare qualcosa per ottenere dei benefici. Su questo si basa il concetto di lead magnet.

Ora punta sulla lead nurturing

Nella maggior parte dei casi una campagna di lead generation porta a raccogliere dei contatti che poi raggiungi con l’invio di messaggi targettizzati. Il tutto per raggiungere uno scopo. Però il percorso per ottenere dei risultati concreti in termini di conversioni passa anche attraverso la lead nurturing. Vale a dire tutto ciò che ti offre la possibilità di alimentare i contatti, a prescindere dai semplici messaggi commerciali. Che vanno a finire nello spam se non crei fiducia.

campagna di lead marketing
Un funnel di email marketing secondo Moz.

Non sempre i contatti che hai individuato e conquistato sono pronti per acquistare o prenotare. Soprattutto nel B2B, che prevede processi di vendita più lunghi, può esserci bisogno di un flusso di email capace di alimentare il pubblico.

In che modo? Magari con contenuti avanzati, sempre più precisi e pensati per portare i contatti verso l’azione che ti interessa. In questo caso si può parlare di top of funnel content, vale a dire messaggi inviati e pensati per persone che si trovano nella prima parte del flusso. Subito dopo trovi i middle of funnel e i bottom of funnel content. Che ovviamente sono rivolti a contatti avanzati, già alimentati in passato e diretti verso l’acquisto del tuo bene o servizio che proponi.

Strumenti per fare lead generation

Definiti i punti essenziali di una campagna di lead generation, devi capire come mettere in pratica il tuo progetto. Per questo hai bisogno di un software per inviare i tuoi messaggi. E per far fruttare la lista di contatti che hai generato attraverso i lead magnet. Come fare tutto ciò? Devi usare uno dei tanti tool di email marketing. Qualche esempio?

Campagna di lead generation
Quali sono i migliori tool per fare lead generation?

Uno degli strumenti più efficaci per inviare newsletter e messaggi di posta elettronica con l’obiettivo di fare web marketing: Mailchimp. I vantaggi di questa realtà sono alla luce del sole, tutti gli esperti di lead generation sanno che con questo software si possono inviare messaggi pianificati, anche con l’ausilio delle tecnologie di marketing automation per:

[mk_blockquote style=”quote-style” font_family=”none” text_size=”13″ align=”left”]gestire le campagne di lead nurturing, esecuzione automatizzata delle campagne, spedizione di una sequenza di messaggi separatamente per diversi segmenti (invece di spedire lo stesso messaggio a tutti i segmenti con una spedizione di massa), cambiare la sequenza dei messaggi in risposta al comportamento dei contatti.[/mk_blockquote]

Mailchimp non è l’unica soluzione disponibile per lavorare in questa direzione. Ci sono altri software per fare lead generation, come Mail up e Sendinblue. Vale a dire realtà pensate per inviare messaggi personalizzati e pianificati a una lista di email raccolte in precedenza. A tal proposito è utile sottolineare anche la necessità di usare plugin e accessori per raccogliere le email. Io, in questi casi, suggerisco il sempre valido OptinMoster: una garanzia per WordPress.

Per approfondire: come fare lead generation con Facebook

Campagna di lead generation: la tua idea

Questi sono i punti essenziali per fare una buona attività e organizzare una campagna di lead generation. Ricorda che questo lavoro non si improvvisa, non può essere affrontato senza un buon lavoro sul calendario editoriale dei contenuti.

Anzi, qui devi lavorare sodo sul flusso delle pubblicazioni per capire qual è l’ordine giusto per affrontare un concetto sempre molto articolato: le persone non vogliono essere disturbate nel luogo più intimo della propria attività online. Si può fare lead generation su LinkedIn, via email, con Facebook. Ma ricorda sempre la regola base: devi essere utile, non un semplice disturbo da mandare nello spam. Sei d’accordo? Lascia la tua opinione nei commenti.

Esempi di lead generation che funzionano: 5 casi che puoi seguire

Quando si affronta un tema come quello degli esempi di lead generation bisogna fare sempre attenzione: basta un attimo per perdere di vista il focus ideale per questo lavoro. D’altro canto è attraverso le buone abitudini dei professionisti che puoi prendere spunto e sviluppare il tuo percorso per arricchire le liste di contatti da raggiungere.

Perché di questo stiamo parlando, giusto? La lead generation ti dà la possibilità di ottenere dei contatti utili da raggiungere con un lavoro di content marketing puntuale e preciso. Nei progetti più articolati puoi operare con un funnel che va dai contenuti più generici a quelli specifici, perfetti per chi è passato da lead a prospect. Ma questo è relativo.

A cosa? Al tipo di business e all’azienda. Soprattutto al prodotto che vuoi vendere. Ciò che conta, in questa sede, è individuare esempi di lead generation concreti, capaci di fare la differenza sul web. Da dove iniziare? Ecco una serie di spunti che devi prendere in esame. Con la massima attenzione possibile, in ballo ci sono le tue attività di lead nurturing.

Da leggere: commercio 2.0 e lead generation

Colpisci con una home page efficace

Il primo punto che consiglio per gli esempi di lead generation: creare una pagina specifica per attirare i lead, meglio ancora se il messaggio si trova in home page. Magari non sempre, o solo per una campagna specifica. In ogni caso se vuoi attirare i link devi colpire forte. Proprio come fa Neil Patel che contribuisce a creare una combinazione di:

  • Headline.
  • Sottoitolo.
  • Form.

Il titolo colpisce duro, lascia un quesito che riguarda il target e lo stimola su un punto vivo: vuoi più traffico per il tuo sito web? Ok, c’è qualcuno che vorrebbe dire no? Questa domanda retorica pretende un sì, e il sottotitolo dà consigli specifici per contestualizzare un dubbio potente ma comunque vago. Adesso è tutto chiaro, i nostri esperti ti possono aiutare.

lead generation
lead generation e buone headline: Neil Patel è la regola.

Ovviamente questa soluzione può essere declinata in tutte le salse, anche attraverso dei pop-up che non occupano tutta la pagina ma solo una sezione. C’è da aggiungere che il pulsante CTA consente di far leva sulla necessità di far combaciare l’azione del click con un valore concreto, e che si può includere una seconda sezione di copy che offre la versione negativa. Vale a dire soluzioni del genere, magari accompagnate da un button di colore diverso:

No, non ho bisogno di traffico in più sul mio sito.

Tu saresti disposto ad accettare una condizione del genere? Mostrare l’alternativa non vuol offrire una via di fuga all’utente, ma indica una strada. Che non è assolutamente attraente. Anzi, è negativa su tutti i fronti.

Organizza un evento per raccogliere contatti

Idea semplice e immediata, anche se di difficile attuazione nel concreto. Però spesso la soluzione ai tuoi problemi online si ottiene offline. Quante volte hai partecipato a eventi del settore e ti hanno chiesto di lasciare l’email per la registrazione? Questo è un buon modo per fare lead generation: chiami a raccolta persone interessate a un argomento.

già sai che sono targettizzate, legate a un tema che puoi cavalcare nelle’email. Ma attenzione, gioca pulito: le persone devono sapere che stanno lasciando l’email anche per motivi di marketing. Oggi non si scherza su questo punto.

Regalare un contenuto per avere il contatto

Questo è uno dei principali esempi di lead generation, uno dei migliori e più efficaci. Spesso si pensa che il dono sia un concetto gratuito e a costo zero. In realtà non è così: quando regali qualcosa implichi sempre un tornaconto. Anche immateriale, semplicemente simbolico. Sul web funziona così, puoi ottenere liste di contatti preziosi se sai cosa donare.

esempi di lead generation
Ecco il campo email di Hubspot per fare lead generation.

L’esempio concreto arriva da Hubspot, lo storico software per implementare la strategia di inbound marketing che da sempre mette a disposizione del pubblico una sezione dedicata a contenuti gratis di qualsiasi tipo. Dagli ebook ai template per ebook e slide. Tutto questo può essere scaricato gratis? Certo, però devi lasciare l’email in un form.

Parlo di un pannello che ti inserisce in una lista segmentata. Così l’invio delle email sarà ponderato, pensato per raggiungere le tue esigenze specifiche. Mai pensare a un unico invio di massa se vuoi impostare una buona strategia.

Non far andare via il lettore dal blog

Ci sono alcuni plugin WordPress, uno tra tutti Optinmonster, che consentono di creare dei pop-up intelligenti. Ovvero capaci di capire qual è il momento giusto per mostrare il messaggio. Allora, vuoi fare un buon lavoro di lead generation?

Mostra la tua offerta nel momento in cui l’utente sta per lasciare la pagina. In questo modo lavori su due punti vantaggiosi: non disturbi il pubblico durante la lettura (ma in una fase in cui ha già abbandonato il contenuto) e cogli l’ultima occasione per evitare che la visita esca. Tutto ciò è possibile grazie alla sensibilità del plugin che interviene nel momento in cui il cursore si avvicina a una sezione specifica della pagina. Vale a dire la x del browser o la freccia.

Anche in questo caso la regola è semplice: non devi dare fastidio al lettore. Soprattutto, evita pubblicità interstiziali. Google ha già comunicato da tempo opinioni contrarie a inserzioni pubblicitarie che prendono tutto lo spazio della lettura. Quindi il tuo pop-up deve essere sempre pensato nel rispetto dell’audience che sceglie i tuoi contenuti.

Proponi un (assaggio del) servizio free

Non puoi e non devi pensare solo ai contenuti da leggere o da scaricare, per fare una buona attività di lead generation puoi proporre anche una parte del servizio a costo zero. Per poi implementare in un secondo tempo la strategia raggiungendo le persone potenzialmente interessate a ciò che proponi ogni giorno.

casi di lead generation
Come fare lead generation secondo Semrush.

Un esempio chiaro arriva dal sito web di Semrush. Puoi fare una ricerca senza login e ottenere una versione monca dei risultati, oppure puoi acquistare uno dei piani per avere ogni soluzione a portata di mano. Idea intermedia: 10 ricerche gratuite garantite a chi lascia la propria email registrandosi al servizio. Un buon compromesso, non credi?

Nel frattempo mi regali il contatto, così può iniziare il processo di lead nurturing che andrà ad alimentare i bisogni d’informazione del pubblico. Fino a raggiungere la consapevolezza: ho bisogno di un SEO tool come Semrush.

Per ottenere questo risultato si possono utilizzare altri contenuti informativi, come ebook e case study approfonditi. In questo caso siamo al middle of funnel content, il punto intermedio prima di arrivare alla chiusura del contratto.

Per approfondire: fare email marketing con MailChimp

Esempi di lead generation: la tua opinione

Hai letto la guida alla lead generation e adesso cerchi esempi da mettere in pratica? Perfetto, in questo articolo cerco di riassumere i punti più importanti. Vale a dire casi reali che mettono in primo piano l’efficienza del concetto stesso di raccogliere contatti utili alla tua attività commerciale per poi usarli grazie a una comunicazione mirata.

Lascio a te la parola: cosa aggiungi all’articolo? Secondo te ci sono altri esempi di lead generation da inserire all’elenco? Ti aspetto nei commenti per approfondire questa lista e arricchirla con il tuo prezioso contributo.

Lead generation Facebook, come funziona: il tutorial per ottenere contatti con le Ads

Facebook lead gentation cos'è come funziona ads

Per la tua strategia di generazione contatti, puoi ripiegare sulla Facebook Lead Generation, che il social ti mette a disposizione con le Ads a pagamento. Ti spieghiamo come utilizzarla con i relativi pro e contro.

Lead Generation Facebook cos’è
Come impostare la campagna Facebook Ads di acquisizione contatti
Come funziona la Lead Generation con Facebook Ads 
Gli svantaggi di usare un sistema Lead non tuo
Consigli per migliorare la tua  Lead Generation
Cosa fare dopo aver raccolto contatti con Facebook

Lead Generation Facebook cos’è

Con il termine Lead Generation si individua l’attività dedicata a raccogliere le sottoscrizioni degli utenti ed i relativi dati personali ( quali dipende da come è impostata la strategia) col fine di svolgere successive attività di marketing.
Per una spiegazione più approfondita puoi leggere questo articolo: “Lead generation cos’è: guida gratuita “i 7 passi per ottenere più contatti

Le statistiche ci dicono che il 78% degli utenti web, prima di acquistare un prodotto, cercano informazioni su internet, molti sono anche disposti a lasciare i loro dati per avere più informazioni ed approfondire la loro ricerca. (fonte Search Engine Land)

Per intercettare queste ricerche e portare gli utenti a diventare tuoi “Lead” registrandosi, devi avere una strategia, dei canali e dei contenuti appositamente studiati (sito web, landing page, tool gestione email marketing, advertising, ecc.). Se non vuoi fare il “salto della fede” ed investire nella tua strategia di Lead Generation come molti stanno facendo oggi, puoi provare qualcosa di più soft ed utilizzare Facebook.

Tramite i post a pagamento di Facebook è possibile richiedere agli altri utenti del social i loro dati. Inoltre se usi MailChimp puoi collegare la tua lista alla pagina Facebook; per sapere come fare leggi il nostro articolo Come aggiungere il form di registrazione MailChimp su Facebook

Come impostare la campagna Facebook Ads di acquisizione contatti

Facebook è in costante evoluzione e può darsi che le indicazioni che leggerai di seguito non siano più così precise, ti saranno comunque utili se non ha mai impostato una campagna Ads (a pagamento) di Facebook per la generazione di contatti.

  • Nella schermata principale di clicca sulla freccia a destra e selezione “Gestisci inserzioni” (se non hai mai fatto inserzioni selezione “Crea Inserzioni” e vai al punto 4)

Facebook lead generation ads

  • Selezione l’account pubblicitario con cui creare la Lead generation (oppure crealo se non ne hai ancora uno)
  • In alto a sinistra seleziona “+Crea”

Facebook lead generation come funziona

  • Scegli come tipo di inserzione “Generazione di contatti”

Facebook lead generation cos'è

  • Scegli per quale pagina (se ne gestisci più d’una), per che Pubblico ed il budget (giornaliero o totale)

Facebook lead generation

  • Se questa è la prima volta che crei un’inserzione per la tua pagina, clicca “Visualizza le Condizioni” per accettare le condizioni di sponsorizzazione

Facebook generazione contatti campagna

  • Verifica a destra se i numeri potenziali sono sufficienti

Facebook lead generation

  • Crea la vera e propria inserzione che il Pubblico vedrà sulla propria bacheca

Facebook lead generation

  • Per raccogliere i dati degli utenti devi creare “Nuovo modulo” in cui deciderai
    Titolo
    Descrizione per gli utenti
    Le informazioni che vuoi raccogliere
    Link ad una pagina per la privacy

Facebook lead generation

  • Clicca “Salva” per memorizzare la bozza del form che hai creato
  • Seleziona “Fine” per concludere la creatività del post
  • “Conferma” per avviare la promozione (ogni nuova inserzione viene sottoposta alla valutazione di Facebook prima della pubblicazione)

Scarica la nostra guida introduttiva alla Lead Generation e comincia a creare il tuo Sistema di acquisizione clienti


Come funziona la Lead Generation con Facebook Ads

Grazie a questo sistema per sponsorizzare un post dedicato al modulo di raccolta contatti, Facebook ti consente di raccogliere  tutti i dati richiesti in modo automatico. Questo accade per le informazioni che il cliente ha già fornito al social. Il dover inserire meno dati rende più semplice la compilazione e quindi invoglia l’utente a fornire i suoi dati.

Un altro importante vantaggio è che Lead Magnet e Form di registrazione (leggi l’articolo Lead generation in Italia per approfondirne il funzionamento) si trovano sullo stesso social e quindi l’utente, per concludere la registrazione, non deve abbandonare la piattaforma digitale in cui stava navigando.

E’ dimostrato che il dover cliccare su un link che porta fuori dal social scoraggi buona parte degli utenti a proseguire (se c’è un immagine con link nel post, capita spesso che gli utenti clicchino per ingrandire l’immagine e non per seguire il link). Il sistema di Facebook risolve questo problema.

Facebook raccoglie automaticamente gli indirizzi mail con cui gli utenti si sono registrati sul social; su sistemi di Lead Generation esterni gli utenti possono lasciare mail diverse da quelle utilizzate su Facebook (a volte persino mail temporanee). Se vuoi fare advertising Facebook con gli indirizzi email raccolti questo è il metodo migliore per ottenere i contatti.

Gli svantaggi di usare un sistema Lead non tuo

Il primo evidente svantaggio è che per ottenere Lead con Facebook è necessario sponsorizzare post, continuando a spendere soldi. Un tuo sistema  una volta avviato continuerebbe a funzionare senza spese aggiuntive.

Un ulteriore punto a sfavore è che questo sistema non è performante come una Landing page appositamente studiata per attrarre contatti veramente interessati. E’ infatti probabile che si registrino anche contatti poco interessati. In una strategia completa di Lead Generation possiamo attirare gli utenti che cercano informazioni su una pagina con la promessa di poter scaricare una risorsa utile per loro.

In ultimo se generi il Lead sul tuo sito o landing page, potrai tracciare l’utente sia con Google Analytics che con Pixel, potendo così targettizzare meglio le tue prossime campagne Adv.

Consigli per migliorare la tua Lead Generation

Ricorda che su Facebook (a differenza di Google) non usi la pubblicità per intercettare delle richieste di informazioni, ma tenti di inserirti nel flusso di intrattenimento degli utenti. Questo significa che il punto fondamentale è creare un post che abbia le seguenti caratteristiche:

  • immagine che attragga l’attenzione restando pertinente all’oggetto della comunicazione
  • un testo che invogli gli utenti in target a cliccare e proseguire nella registrazione, chiarendo che si tratta di una registrazione (o che comunque si stanno lasciando i propri dati per un determinato scopo)

Per evitare di sprecare soldi devi costruire un Pubblico più targettizzato possibile (ovviamente senza ridurre troppo la visibilità del post); quindi devi aver ben in mente prima di cominciare chi è il target di questa attività.

Non esagerare con la quantità di dati richiesta. Noi ad esempio abbiamo provato di persona che passando dalla richiesta del semplice indirizzo mail con nome a mail, nome, cognome, provincia e telefono, le registrazioni sono diminuite drasticamente. Questo non vuol dire che non si possa fare. Se hai in mente una campagna Lead molto selettiva e i dati che richiedi ti sono indispensabili, vale la pena sacrificare il numero per la qualità.

Qui puoi visitare la pagina ufficiale di Facebook sull’acquisizione di contatti.

Cosa fare dopo aver raccolto contatti con Facebook

Molte aziende raccolgono contatti, ad esempio per inviare newsletter, e poi si dimenticano di averli raccolti. Quello che devi tenere ben presente è che la raccolta dei Lead costituisce la cima del tuo Funnel, cioè il percorso attraverso il quale il Lead si trasforma in cliente. Dovrai usare questi indirizzi per costruire verso i tuoi potenziali clienti fiducia, ABITUDINE ed autorità.

Ad esempio puoi usare un software di email marketing come MailChimp per fidelizzare i tuoi iscritti. Per approfondire leggi il nostro articolo sulla Lead Generation e email marketing con MailChimp

 

Se vuoi il nostro supporto per costruire la tua strategia di generazione contatti e per il tuo Funnel, contattaci per avere il nostro listino servizi.

Lead Generation in Italia

lead generation Italia brescia bergamo

In Italia questa tecnica non funziona esattamente come all’estero. In questo articolo vediamo alcune fondamentali differenze da tenere quando parliamo di Lead Generation in Italia.

La teoria di questa attività vincente ci viene in particolare da paesi come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna. Purtroppo la loro esperienza non è applicabile al 100% al mercato italiano e nel creare la tua strategia devi adattare la teoria di questa disciplina a dei principi pratici tipici del nostro paese.

Noi pensiamo che in Italia debba essere progettata per l’azienda che ci investe tempo e soldi; non basta quindi ottenere più visite o più contatti. L’obiettivo del 99% dei nostri clienti è aumentare le vendite. Il restante 1% vuole creare un parco clienti più selezionato.

Indice
Come funziona la LEAD GENERATION in teoria
Quali sono i prerequisiti di questa teoria
Quali sono le condizioni in Italia
La Generazione di Contatti in Italia
Lead generation Agency

COME FUNZIONA LA LEAD GENERATION IN TEORIA

La GENERAZIONE DI CONTATTI (così la possiamo tradurre in italiano) è una strategia che prevede l’uso di contenuti digitali (testi, immagini, video, audio, ecc.) diffusi tramite i canali web più adatti (blog, social, landing page, ecc.), studiati per “attirare” l’interesse del potenziale cliente affinchè contatti l’azienda.

Questa strategia prevede dei veri e propri percorsi di selezione detti “funnel”, attraverso i quali le persone che vuoi attrarre arrivino fino in fondo mentre le altre, meno interessanti, ne escano prima.

lead generation italia brescia bergamo

Il percorso solitamente inizia con l’arrivo del prospect (persona che non è ancora divenuta un contatto) su uno dei tuoi canali di comunicazione, questo solitamente avviene in due modi:

  • intercettando una ricerca (es. Google)
  • inserendosi in un’attività già in corso (es. i social)

Attrai la sua attenzione con un “lead magnet”, cioè prometti un contenuto estremamente contestualizzato alle sue necessità/interessi. Per avere questo contenuto di solito si chiede un’azione, solitamente la registrazione dei dati personali in un form (in particolare vengono richiesti l’indirizzo email ed il numero di telefono per poter poi proseguire nel funnel).
Ora hai ottenuto un LEAD cioè i dati della persona in target che proseguirà il suo percorso attraverso il funnel che hai creato per lui fino ad arrivare alla richiesta o acquisto.

QUALI SONO I PREREQUISITI DI QUESTA TEORIA

Per prima cosa è necessario stabilire quali sono le persone che ti interessano (il cosiddetto “target”) e più ce ne sono a portata di mano (o di web) più risultati otterrai (per la legge dei grandi numeri). E’ preferibile che il target sia utilizzatore del web in modo abituale; infatti più le persone stanno sul web, maggiore è la probabilità che vedano il tuo “lead magnet”. Questo ovviamente è più probabile se ci sono le seguenti condizioni:

    • diffusione della banda larga
    • popolazione non troppo vecchia

  • possibilità di effettuare la maggior parte delle operazioni in digitale
  • assenza di barriere culturali o linguistiche

QUALI SONO LE CONDIZIONI IN ITALIA

Partiamo con le differenze puramente demografiche:

  • le città che contano qualche milione di abitanti sono poche
  • la popolazione è piuttosto frammentata su tutto il territorio

questo rende i potenziali clienti meno “a portata di mano”.

Ma le distanze con il web si accorciano, peccato che ancora oggi la diffusione della banda larga sia un problema; sono molto poche le utenze coperte dalla fibra rispetto a quelle totali. Qualche zona addirittura è ancora digital divide.
Quindi l’utilizzo di internet è piuttosto castrato e solo il 66% degli italiani accede al Web (fonte Digital in 2017, wearsocial.it ).

generazione di contatti lead generation in Italia

Poi ci sono caratteristiche di natura culturale. Basti pensare a quante differenze ci sono tra una provincia ed un’altra (per non dire da un comune ad un altro). Una grande ricchezza culturale e una varietà sociale che riduce le caratteristiche comuni tra i tuoi potenziali LEAD.

Il Digital, e l’informatica in generale, non vengono integrati ed approfonditi nel nostro percorso di studi; persino molti giovani hanno una conoscenza estremamente superficiale degli strumenti digitali. Se poi ci mettiamo che il 22% della popolazione ha almeno 65 anni (fonte Istat 2016), possiamo capire perché le novità stentino a diffondersi nel nostro paese. Siamo anche un paese di persone che non amano leggere (in particolare le istruzioni d’uso), in Italia il 64% degli uomini tra i 25 e i 74 anni non leggono neppure un libro all’anno ;le donne vanno un po’ meglio con un 51% (fonte ansa 2017).

generazione di contatti lead generation in Italia immagine 2

Ma la principale caratteristica ci deriva dalle nostre tradizioni. Queste ci hanno legato alla convinzione che le persone sia meglio averle di fronte quando si acquista o contratta qualcosa; insomma cerchiamo il rapporto umano. Cosa buona da un lato, perchè ci ha reso più socievoli di molti altri popoli e più diffidenti verso la comunicazione di massa. É anche un male perchè ci ha convinto che la credibilità della singola persona sia trasferibile direttamente all’azienda per cui lavora o al prodotto che vende.

Aggiungiamo che non siamo molto propensi ad informarci (anche tramite il web) quando non conosciamo la materia, perchè l’italiano ha “l’arte di arrangiarsi”.

Comunque l’85% degli italiani ha almeno uno smartphone (infodata il sole 24ore 2017) e 22 milioni usano Whatsapp e 15 Facebook messenger (fonte Vincos 2017). Siamo un popolo di pettegoli?

LA GENERAZIONE DI CONTATTI IN ITALIA

Tenendo in considerazione quanto detto sopra è chiaro che la teoria della LEAD GENERATION importata dall’estero va adattata alle peculiarità del nostro paese, pena l’investimento di risorse in attività poco proficue.

Volendo elencare alcune delle caratteristiche principali della GENERAZIONE DI CONTATTI, per dirla all’italiana, potremmo di che sono:

    • Metterci la faccia, perchè a noi italiani piace sapere con chi abbiamo a che fare. L’assenza di un riferimento umano rende l’azienda astratta e lontana dal “nostro mondo”. Giovanni Rana è stato uno dei primi a farlo negli spot televisivi (anche il riferimento ad un ente o azienda autorevole può avere un certo effetto).
    • Sfruttare canali semplici e leggeri, perchè la poca dimestichezza con la navigazione e la scarsità di banda potrebbero portare il target ad abbandonare il funnel prima di essere arrivati in fondo.
    • Conoscere il target, se fai attività a livello nazionale non pensare che i gli usi e costumi della tua zona siano condivisi nelle altre zone.

  • Evitare l’eccesso di informazioni, visto che non amiamo leggere (e di roba da leggere ne gira tanta) punta solo sugli argomenti che interessano maggiormente il tuo target (magari crea un link per quelli che vogliono approfondire) e “scrivi denso”.

Lead generation Agency

Se vuoi vedere alcuni casi di attività che hanno applicato con successo la strategia di LEAD GENERATION, li puoi trovare nel nostro articolo: Esempi di Lead Generation che funziona

Se vuoi investire per sviluppare seriamente il tuo Sistema di Lead Generation, contattaci per avere maggiori informazioni.


Lead generation Italia

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Lead Generation cos’è, come funziona e che significato ha per la tua azienda

lead generation cos'è significato

Molti ne parlano, ma tanti si chiedono: Lead Generation cos’è? Qual è il suo significato? In questo articolo introduciamo il significato di  sistema di generazione contatti e acquisizione clienti.

Il motivo per cui si apre di un sito web, un e-commerce, una pagina Facebook o qualsiasi altra presenza su internet solitamente è:

  1. aumentare le vendite
  2. avere richieste di preventivo più interessanti
  3. approcciare un nuovo mercato

 

Cos’è un lead

Se ti stai chiedendo cosa sia  un Lead, ecco la definizione per  Riccardo Esposito, esperto di marketing web:

Il lead è un contatto, un nome utile per la tua attività che lascia l’email (o comunque un riferimento) utile per essere ricontattato.

Con il termine “lead” si individua il nuovo contatto, che entra a far parte del nostro elenco di potenziali clienti. In teoria questo non è ancora un cliente, ma una specie di “spettatore interessato” a quello che dici. In pratica la Lead Generation mira generare nuovi contatti di potenziali clienti per la tua azienda attraverso un percorso di selezione e fidelizzazione, basato principalmente sui contenuti.

L’acquisizione del Lead è fondamentale per iniziare quel procedimento che trasformerà il contatto in cliente acquisito.


Se vuoi cominciare a capire come sviluppare la strategia di LEAD GENERATION  leggi questo articolo e scarica e la nostra guida introduttiva.

Lead Generation cos’è: significato

Wikipedia che definisce la lead generation come:

“un’azione di marketing che consente di generare una lista di possibili clienti interessati ai prodotti o servizi offerti da un’azienda”

e aggiunge:

“Se ieri poteva bastare il passa parola oggi esiste la Lead Generation. In particolare è possibile generare visite targhetizzate da più canali pubblicitari, dirigendole in pagine appositamente create (landing page), il cui scopo è incentivare l’utente a lasciare i propri dati per essere contattato in un secondo momento. Gli strumenti utilizzati per generare visite altamente profilate sono: i motori di ricerca, i social network, mailing list, blog e forum. Qualsiasi azione di webmarketing deve essere orientata all’acquisizione del Lead ossia del contatto.” Leggi la definizione completa di Wikipedia

In pratica significa riuscire ad attirare l’attenzione del tuo cliente target e accompagnarlo durante un percorso che lo porti ad entrare in contatto con te (puoi semplicemente raccogliere un indirizzo email, fino ad arrivare ad una completa e strutturata richiesta di preventivo).

Nella nostra guida “i 7 passi per ottenere più contatti” spieghiamo le fasi significative per un corretto progetto di LEAD GENERATION

 

Per capire meglio cos’è la generazione di Lead, come funziona in Italia, leggi l’articolo cliccando sull’immagine.

lead generation cos'è significato italia

Lead Generation il significato che ha per noi

Quando progettiamo una strategia non abbiamo solo lo scopo di “creare una lista di possibili clienti interessati”; tutto quanto viene studiato per raggiungere gli obiettivi economici del committente che investe in questa attività.

Il significato di LEAD GENERATION per noi è: “creare vero valore per l’azienda che comunica sul web”.

Questo comporta una certa profondità di analisi per l’identificazione chiara degli obiettivi e del target di clienti con cui si vuole entrare in contatto. Non può essere un’attività improvvisata, che non abbia alla base una solida strategia elaborata sui dati (e non sulle sensazioni), a meno che tu non voglia buttare soldi e tempo. Puoi riuscire ad attrarre molte visite ed ottenere parecchi contatti. Ma quando tenti di monetizzarli, sono più quelli che ti fanno perdere tempo che quelli che diventano tuoi clienti.

Come fare Lead Generation

Come già detto sopra questa attività è prima di tutto strategia. Una strategia sensata si basa sempre su dati che vanno rilevati con strumenti e metodi professionali.
Poi deve essere commisurata alle capacità economiche e gestionali dell’azienda, perché altrimenti il progetto rischierebbe di naufragare durante la strada.

Ogni attività ha le sue peculiarità, quindi la sua strategia personalizzata. Ci sono però dei punti da rispettare comuni praticamente ad ogni tipo di progetto di Lead Generation.

Scaricando la nostra guida “ i 7 passi per ottenere più contatti” potrai iniziare a capire come strutturare la tua strategia.

Cosa fare con un Lead?

L’acquisizione di contatti sul web non è un’attività fine a se stessa. Non siamo collezionisti di nomi, il cui interesse è avere più nomi possibile. Lo scopo è iniziare un processo (funnel), che trasformi il contatto interessato in un potenziale cliente, interessato ad acquistare il tuo prodotto o servizio (prospect); per poi finalizzare la vendita. Questo avviene tramite il Lead Nurturing.

In questa fase strumenti di diffusione dei contenuti, come ad esempio l’email marketing, sono molto importanti per trasformare un Lead in un cliente soddisfatto.

Se vuoi capire meglio cos’è un Lead e quanto può valere per la tua azienda guarda questi 5 esempi di Lead Generation.

Lead generation Agency: il sistema di acquisizione

Il sistema che elaboriamo, per la tua azienda è “target oriented”. Questo vuol dire che l’obiettivo non è semplicemente l’aumento della visibilità, delle visite o dei contatti; lo scopo della strategia è portarti sempre più contatti di tipo targettizzato, cioè generare i clienti che vorresti.

La quantità di contatti generati di per sé non porta necessariamente un aumento delle vendite e del fatturato; però richiederà un maggior impiego di tempo per poterli gestire. Infatti la teoria della Lead Generation va adattata anche al nostro mercato (leggi come funziona la Lead Generation in Italia)

Il nostro SISTEMA ha portato grandi benefici ai nostri clienti che hanno visto aumentare le vendite ed il fatturato.

Se sei interessato ad un incontro per approfondire il senso del nostro progetto di LEAD GENERATION non esitare a contattarci.

 

 

Come e perchè taggare su Facebook

Come taggare su facebook

Per essere sicuri che il tuo post sia colleghi ad una pagina o ad un tuo amico devi “taggare”. Loro riceveranno la notifica e tu potrai attirare la loro attenzione e quella di alcuni dei loro follower. In questo articolo parleremo di Facebook.

Indice:

Cosa significa taggare

Il termine “taggare” è l’italianizzazione del verbo “to tag” (etichettare). Nel gergo del Web indica l’azione di citare direttamente qualcuno in modo univoco ed evidente; spesso a questa azione segue una segnalazione al soggetto taggato. Rispetto alla semplice citazione testuale, il tag si distingue perchè genera un link (collegamento) al profilo o pagina citata. Non è sempre possibile taggare; infatti ogni piattaforma social ha le sue regole in merito.
notag facebook tag facebook

Taggare una pagina su Facebook

Facebook ti da la possibilità di citare taggando le seguenti tipologie di soggetto:

  • i tuoi amici
  • pagine
  • interessi
  • luoghi

Per taggare all’interno del testo fai precedere il simbolo @ al nome da citare. Facebook proporrà in automatico l’elenco dei soggetti tra cui scegliere quello da citare. Con le immagini hai la possibilità di cliccare sul volto della persona da taggare Facebook ti chiederà di chi si tratta. Le possibilità di tag su mobile sono piuttosto ridotte.

Come Taggare in un post Facebook

Inserire in un post il tag al profilo di una persona che vuoi citare (se le impostazioni di privacy lo permettono) ti consente di chiamarla in causa; infatti riceverà una notifica di citazione relativa al tuo post. Oltre a richiamare la sua attenzione, potrai raggiungere con il tuo post una parte delle persone che la seguono. Questo aumenta la visibilità del post e di conseguenza la sua “reach organica” (persone raggiunte non a pagamento). Lo stesso accade se vuoi taggare una Pagina. E’ ritenuta scorretta la pratica di taggare persone o pagine che non abbiamo almeno un po’ di attinenza con il contenuto del post; quindi ti sconsigliamo di farlo. Se invece ne hai motivo non esitare a farlo, perchè questa semplice operazione aumenterà sicuramente visibilità ed interazioni sui tuoi post.

Taggare un’immagine o con chi sei

Facebook a volte ti dà la possibilità di collegare le persone presenti in una foto ai loro profili. In questo caso è sufficiente cliccare sul viso e richiamare il nome della persona (anche in questo caso dipende dalle impostazioni di privacy). Sempre all’interno di un post puoi specificare “con chi sei” taggando il profilo di un’altra persona. Oppure quando non riconosce in automatico i volti puoi trovare l’immagine del cartellino (proprio come quello dei vestiti di un negozio) nella parte alta della foto. Ricordati che devi cliccare sulla foto per aprirla prima di poter taggare.

Come Taggare nei commenti Facebook

Molti taggano anche nei commenti per far capire che si sta rispondendo direttamente ad una persona o pagina. Altri usano il tag nei commenti per attirare l’attenzione su un determinato post che si ritiene interessante per la persona taggata. Anche in questo caso è sufficiente menzionare la persona, pagina, gruppo o evento iniziando a scriverne il nome dopo il simbolo @. Attenzione perchè non tutte le persone che non sono tuoi amici avranno le impostazioni di privacy che consentono questa operazione; inoltre questa funzionalità è molto limitata se usata su mobile.

Perchè taggare

Taggare è un’operazione che aumenta la visibilità dei tuoi post di profilo o di pagina; inoltre aumenta notevolmente la probabilità di interazione da parte di altri utenti. Va però fatto con criterio e correttezza. Tagga quando pensi che sia utile per chi viene taggato o per chi legge il contenuto che stai postando; così non correrai il rischio di indispettire qualcuno. Oppure tagga qualcuno quando vuoi chiaramente richiamare la sua attenzione sul post.

Se hai trovato utile questo articolo condividilo; se vuoi dire la tua lascia un commento.

Se vuoi usare Facebook per fare Lead Generation e acquisire nuovi contatti e clienti ti consigliamo l’articolo: Facebook Lead Generation Tutorial


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